LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Reato continuato: quando si applica l’aumento minimo

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che applicava l’aumento minimo di un terzo della pena per un reato continuato. La Corte ha chiarito che tale aumento si applica solo se l’imputato era già stato dichiarato recidivo reiterato con sentenza definitiva prima di commettere i nuovi reati, non se la recidiva è contestata in una delle sentenze oggetto di continuazione. Ha inoltre specificato come individuare la pena più grave in caso di rito abbreviato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato Continuato e Recidiva: la Cassazione chiarisce i limiti all’aumento di pena

Il concetto di reato continuato rappresenta un pilastro del diritto penale italiano, consentendo di mitigare il trattamento sanzionatorio per chi commette più reati sotto l’impulso di un unico ‘disegno criminoso’. Tuttavia, la sua applicazione può diventare complessa quando si intreccia con l’istituto della recidiva. Con la recente sentenza n. 26250/2024, la Corte di Cassazione è intervenuta per fare chiarezza su un punto cruciale: quando scatta l’obbligo di aumentare la pena di almeno un terzo? L’analisi della Suprema Corte offre importanti principi guida per gli operatori del diritto.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una decisione del Tribunale di Imperia, in funzione di giudice dell’esecuzione. Il Tribunale aveva accolto la richiesta di un condannato di riconoscere il vincolo della continuazione tra i reati oggetto di tre distinte sentenze. Nel calcolare la pena complessiva, però, aveva applicato un aumento non inferiore a un terzo rispetto alla pena per il reato più grave. Questa decisione si basava sul fatto che una delle sentenze in questione aveva riconosciuto la recidiva specifica ed infra-quinquennale.

Contro tale provvedimento, la difesa del condannato ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che l’aumento minimo di pena previsto dall’art. 81, comma 4, del codice penale, si applichi solo in caso di recidiva reiterata (prevista dall’art. 99, comma 4, c.p.) e non per la tipologia di recidiva contestata nel caso di specie.

La Disciplina del Reato Continuato e i Dubbi sulla Recidiva

L’articolo 81 del codice penale stabilisce che chi commette più reati in esecuzione di un medesimo disegno criminoso è punito con la pena che dovrebbe infliggersi per la violazione più grave, aumentata fino al triplo. Il quarto comma, tuttavia, introduce un’eccezione: se i reati in continuazione sono commessi da un soggetto al quale è stata applicata la recidiva reiterata, l’aumento di pena non può essere inferiore a un terzo.

Il nodo giuridico affrontato dalla Cassazione era determinare se, per l’applicazione di questo aumento minimo, fosse sufficiente il riconoscimento della recidiva in una delle sentenze unificate in continuazione, o se fosse necessario un presupposto diverso e più stringente.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando con rinvio l’ordinanza impugnata. La motivazione si fonda su un principio di diritto consolidato ma qui ribadito con estrema chiarezza. L’aumento minimo di un terzo della pena per il reato continuato si applica solo quando l’imputato sia stato dichiarato recidivo reiterato con una sentenza definitiva emessa prima della commissione dei reati per i quali si sta procedendo.

In altre parole, il momento dirimente non è la data della condanna, ma la data di commissione dei reati. Per applicare l’aumento minimo, l’agente deve già possedere lo ‘status’ di recidivo reiterato, certificato da una precedente condanna irrevocabile, nel momento in cui delinque di nuovo. Nel caso esaminato, i reati erano stati commessi nel 2017 e le sentenze che li accertavano sono divenute definitive solo in seguito. Pertanto, al momento dei fatti, l’imputato non poteva essere considerato recidivo reiterato sulla base di una sentenza passata in giudicato.

La Corte ha inoltre colto l’occasione per correggere un altro errore del giudice dell’esecuzione. Nel determinare la ‘violazione più grave’, il Tribunale non aveva tenuto conto della riduzione di pena derivante dalla scelta del rito abbreviato per uno dei reati. Citando una recente sentenza delle Sezioni Unite, la Cassazione ha ricordato che la ‘pena più grave inflitta’ è quella concretamente irrogata dal giudice, quindi quella risultante dopo l’applicazione delle riduzioni per i riti speciali.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio di garanzia fondamentale: le circostanze aggravanti, specialmente quelle che incidono in modo così significativo sulla determinazione della pena come la recidiva reiterata nel contesto del reato continuato, devono basarsi su presupposti certi e temporalmente definiti. Non è sufficiente che la recidiva venga accertata in una delle sentenze oggetto di unificazione, ma è necessario che lo status di recidivo reiterato preesista alla commissione dei nuovi reati. Questa pronuncia fornisce un criterio interpretativo rigoroso, volto a evitare applicazioni estensive e punitive della norma, e riafferma l’importanza di calcolare correttamente la pena base, tenendo conto degli esiti effettivi dei procedimenti, inclusi i benefici derivanti dai riti alternativi.

Quando si applica l’aumento minimo di un terzo della pena per il reato continuato?
L’aumento minimo di un terzo della pena, previsto dall’art. 81, comma 4, c.p., si applica solo nei casi in cui l’imputato sia stato ritenuto recidivo reiterato con una sentenza definitiva emessa precedentemente al momento della commissione dei reati per i quali si procede in continuazione.

È sufficiente che la recidiva sia riconosciuta in una delle sentenze unificate in continuazione per applicare l’aumento minimo?
No. La Corte ha chiarito che il fatto che una delle sentenze unificate applichi la recidiva non è sufficiente. È dirimente verificare se, al momento della commissione dei reati, l’imputato fosse già stato dichiarato recidivo reiterato con una precedente sentenza irrevocabile.

Come si individua la ‘pena più grave’ in caso di sentenza emessa con rito abbreviato?
La ‘pena più grave’ da prendere come base per il calcolo del reato continuato è quella concretamente irrogata dal giudice della cognizione. Pertanto, in caso di giudizio abbreviato, si deve considerare la pena già ridotta per la scelta del rito, e non quella teorica prima della riduzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati