Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 17772 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 17772 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 18/03/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: NOME nato a FOGGIA il 28/08/1996 NOME nato a FOGGIA il 28/06/1995 NOME nato a FOGGIA il 19/01/2000
avverso la sentenza del 02/05/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto i ricorsi di COGNOME Andrea, COGNOME NOME e COGNOME Domenico Mario, ritenuto che il primo motivo di ricorso di COGNOME Andrea che contesta la sussistenza della recidiva non è consentito in sede di legittimità perché reiterativo di doglianze prospettate in grado di appello ed ivi superate con argomentazioni logico giuridiche ineccepibili e cioè tenendo conto del rapporto tra il fatto per cui si procede e precedenti condanne, verificando se ed in quale misura la pregressa condotta criminosa fosse indicativa di una perdurante inclinazione al delitto che abbia influito quale fatt criminogeno per la commissione del reato “sub iudice”;
ritenuto che il motivo di ricorso che denuncia vizio di omessa motivazione sulla misura dell’aumento di pena per la continuazione fra reati è manifestamente infondato;
che i giudici di merito hanno fatto corretta applicazione della regola di giudiz secondo la quale in tema di reato continuato, il giudice, nel determinare la pena complessiva, oltre ad individuare il reato più grave e stabilire la pena base, deve anche calcolare e motivare l’aumento di pena in modo distinto per ciascuno dei reati satellite (Sez. U, n. 47127 del 24/06/2021,Rv. 282269);
che l’obbligo è stato precisato nel senso che il grado di impegno motivazionale richiesto in ordine ai singoli aumenti di pena è correlato all’entità degli stessi e essere tale da consentire di verificare che sia stato rispettato il rapporto di proporzio tra le pene, anche in relazione agli altri illeciti accertati, che risultino rispetta previsti dall’art. 81 cod. pen. e che non si sia operato surrettiziamente un cumul materiale di pene;
che tale onere argomentativo è stato, pertanto, implicitamente assolto, in presenza di reati omogenei e della impossibilità di affermare l’esattezza di una pena secondo criteri matematici, attraverso l’obiettivo minimo aumento di pena praticato in relazion alla misura della pena base;
Ritenuto che l’unico motivo di ricorso di COGNOME NOMECOGNOME che contesta la mancata applicazione della circostanza di cui all’art. 62 n. 6 cod. pen. è non è consentito in se di legittimità ed è manifestamente infondato in presenza di una motivazione esente da evidenti illogicità, nella parte in cui la Corte di Appello ha evidenziato l’inidoneità condotta riparatoria del COGNOME, ex se, a giustificare un trattamento di maggior favore avuto riguardo alla mancata accettazione della somma da parte delle persone offese e di un’offerta reale;
ritenuto che l’unico motivo di ricorso di COGNOME NOMECOGNOME che contesta l’eccessività della pena è generico e manifestamente infondato perché, secondo
l’indirizzo consolidato della giurisprudenza, la graduazione della pena, anche in relazione agli aumenti ed alle diminuzioni previsti per le circostanze aggravanti ed attenuanti e pe
fissare la pena base rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che la esercita aderenza ai principi enunciati negli artt. 132 e 133 cod. pen.; che nella specie l’oner
argomentativo del giudice è adeguatamente assolto attraverso un congruo riferimento agli elementi ritenuti decisivi o rilevanti, nella parte in cui ha evidenziato com
condotta del Russo che ha rinunziato parzialmente all’appello, fosse stata valutata ai fin della rimodulazione della pena ( cfr. penultima pag. della sentenza);
rilevato, pertanto, che i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili, con condanna
dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila ciascuno in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 18 marzo 2025
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Il Consigliere est.
Il Presidente