Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 944 Anno 2025
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE Data Udienza: 28/11/2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 944 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Composta da
– Presidente –
NOME COGNOME NOME COGNOME
– Relatore –
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a BARI il 06/05/1971
avverso l’ordinanza del 19/06/2024 del GIP TRIBUNALE di Bari dato avviso alle parti;
Udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO
Esaminato il ricorso proposto avverso l’ordinanza del 19 giugno 2024, con la quale il Tribunale di Bari ha respinto la richiesta, avanzata da NOME COGNOME di riconoscimento del vincolo della continuazione tra i reati indicati sub 1), 2), 3), 4) e 5) dell’istanza.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Ritenuto che si lamenta, ai sensi dell’art. 671, comma 1, lett. b) ed e) cod. proc. pen., erronea applicazione dell’art. 81 cod. pen. e a vizio di motivazione;
che tuttavia il ricorrente propone una rivalutazione alternativa degli elementi in base ai quali con argomenti logici il giudice dell’esecuzione ha escluso dal medesimo disegno criminoso quelle condotte, che seppur integranti illeciti di rapina aggravata, si connotavano per diverse modalità di esecuzione, per diversità di concorrenti e per l’assenza di elementi univoci per preordinata programmazione;
che nel provvedimento si Ł specificamente motivato sui profili inerenti alla distanza temporale tra i fatti non ricompresi nella continuazione e sono stati esaminati in maniera adeguata i contenuti delle sentenze specie riguardo le modalità del fatto;
che nelle censure non si ravvisa indicazione alcuna riguardo eventuali altri elementi dimostrativi della previa unica ideazione di tutte queste differenti condotte e si lamenta una distorta valutazione degli elementi acquisiti, proponendo argomenti di merito (l’appartenenza dei diversi comuni alla stessa Provincia, il fatto che i concorrenti non sono stati identificati e potrebbero essere
gli stessi, la trascurabilità della distanza temporale tra i fatti), argomenti cioŁ che non possono trovare ingresso nel giudizio di legittimità;
Pertanto, il ricorso va dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in mancanza di ipotesi di esonero, della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così Ł deciso, 28/11/2024
Il Consigliere estensore
Il Presidente NOME COGNOME
COGNOME