Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 25859 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 25859 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 02/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a COSENZA il 13/08/1943
avverso la sentenza del 30/09/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Napoli che, rideterminando la pena, ha confermato la condanna dell’imputato per il reato di bancarotta
fraudolenta;
Considerato che l’unico motivo di ricorso – che contesta la correttezza della motivazione posta a base del giudizio di responsabilità – oltre ad essere costituito da mere doglianze in punto
di fatto, è generico perché fondato su argomenti che ripropongono le stesse ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice del gravame e, pertanto, non specifiche (avuto riguardo, in
particolare, al fattivo e costante ruolo di “dominus” della gestione e alla riconducibili suddetto di tutte le operazioni di bancarotta);
che, invero, la mancanza di specificità del motivo, dalla quale, a mente dell’art. 59
comma 1 lett. c), deriva l’inammissibilità, si desume dalla mancanza di correlazione tra le ragion argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’impugnazione;
Considerato che la censura relativa alla omessa motivazione sulla misura dell’aumento di pena per la continuazione fra reati, è anche manifestamente infondata;
Il giudice di appello ha fatto corretta applicazione della regola di giudizio secondo la qual in tema di reato continuato, il giudice, nel determinare la pena complessiva, oltre ad individuar il reato più grave e stabilire la pena base, deve anche calcolare e motivare l’aumento di pena in modo distinto per ciascuno dei reati satellite (Sez. U, n. 47127 del 24/06/2021, COGNOME, Rv. 282269); l’obbligo è stato precisato nel senso che il grado di impegno motivazionale richiesto in ordine ai singoli aumenti di pena è correlato all’entità degli stessi e deve essere tale da consenti di verificare che sia stato rispettato il rapporto di proporzione tra le pene, anche in relazione altri illeciti accertati, che risultino rispettati i limiti previsti dall’art. 81 cod. pen. e c operato surrettiziamente un cumulo materiale di pene, come avvenuto nel caso in esame;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 02 luglio 2025
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