LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Reato art 642 cp: inammissibile ricorso ripetitivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per il reato ex art. 642 c.p. (frode assicurativa). Il motivo è che il ricorso si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello, risultando generico. La Corte ha colto l’occasione per ribadire che il reato art 642 cp è una forma speciale di truffa che può essere commessa da chiunque, non solo dal contraente dell’assicurazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato art 642 cp: quando il ricorso in Cassazione è solo una perdita di tempo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso relativo al reato art 642 cp, comunemente noto come frode assicurativa. La decisione offre spunti fondamentali non solo sulla natura di questo specifico reato, ma anche sui requisiti di ammissibilità del ricorso per cassazione. Vediamo come la mera ripetizione dei motivi d’appello possa condurre a una declaratoria di inammissibilità e a una condanna alle spese.

I fatti del caso e il percorso giudiziario

Il caso ha origine da una condanna per frode assicurativa. L’imputata, dopo la conferma della sua responsabilità in Corte d’Appello, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. Il suo unico motivo di doglianza si basava su un’argomentazione precisa: il contratto di assicurazione alla base della presunta frode non poteva considerarsi valido, in quanto una delle parti contrattuali era un soggetto inesistente. Secondo la difesa, l’assenza di un valido rapporto assicurativo avrebbe dovuto escludere la configurabilità stessa del reato contestato.

Il ricorso per Cassazione e il reato art 642 cp

Il ricorso si concentrava sulla presunta scorrettezza della motivazione della sentenza d’appello, che aveva ritenuto integrata la fattispecie delittuosa. La tesi difensiva era chiara: senza un contratto valido, non può esserci frode ai danni di una compagnia assicurativa. Tuttavia, questa linea argomentativa non era nuova; era la stessa già presentata e respinta nel giudizio di secondo grado.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la propria decisione su due pilastri argomentativi interconnessi: uno di carattere processuale e uno di carattere sostanziale.

Inammissibilità per Genericità e Ripetitività del Ricorso

Il primo punto, di natura procedurale, è stato decisivo. I Giudici hanno stabilito che il ricorso non era altro che una ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi già dedotti in appello. La difesa si era limitata a riproporre le stesse censure, senza confrontarsi criticamente con le ragioni esposte dalla Corte di merito per respingerle.

La giurisprudenza di legittimità è consolidata su questo punto: un ricorso per cassazione è inammissibile se non svolge la sua funzione tipica, ovvero quella di una critica argomentata e specifica al provvedimento impugnato. Ripetere gli stessi concetti già valutati rende il ricorso non specifico, ma solo ‘apparente’, e quindi inidoneo a superare il vaglio di ammissibilità.

La Natura Giuridica del Reato di Frode Assicurativa

Il secondo punto, di natura sostanziale, è altrettanto importante. La Corte ha ribadito un principio fondamentale riguardo al reato art 642 cp. Contrariamente a quanto sostenuto dalla ricorrente, questa fattispecie non costituisce un ‘reato proprio’, ovvero un reato che può essere commesso solo dal contraente del rapporto assicurativo.

Si tratta, invece, di un’ipotesi speciale di truffa. Ciò significa che il reato può essere commesso da chiunque ponga in essere un’azione fraudolenta diretta a ledere il patrimonio della compagnia assicuratrice attraverso la manipolazione del rapporto contrattuale. Questa condotta illecita, sottolinea la Corte, è attuabile anche da soggetti estranei al sinallagma contrattuale. Di conseguenza, l’argomento sulla presunta invalidità del contratto per l’inesistenza di una parte è stato ritenuto in palese contrasto con il dato normativo e con la consolidata giurisprudenza.

Le conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione è un monito importante. In primo luogo, riafferma che il ricorso per cassazione deve essere un atto di critica puntuale e non una semplice riproposizione di argomenti già sconfessati. In secondo luogo, chiarisce in modo definitivo che la frode assicurativa ex art. 642 c.p. è un reato comune, volto a tutelare il patrimonio delle compagnie da qualsiasi manipolazione illecita, indipendentemente da chi la ponga in essere. La ricorrente è stata quindi condannata al pagamento delle spese processuali, di una somma in favore della Cassa delle ammende e alla rifusione delle spese legali della parte civile costituita.

È possibile presentare in Cassazione gli stessi motivi di appello già respinti in precedenza?
No. Un ricorso per cassazione che si limita a riproporre pedissequamente gli stessi motivi già respinti in appello, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, è considerato generico e, pertanto, inammissibile.

Il reato di frode assicurativa (art. 642 c.p.) può essere commesso anche da chi non è parte del contratto di assicurazione?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che il reato previsto dall’art. 642 c.p. non è un ‘reato proprio’, ma un’ipotesi speciale di truffa. Può quindi essere commesso da chiunque ponga in essere un’azione fraudolenta per ledere il patrimonio di una compagnia assicuratrice, anche se estraneo al contratto.

Cosa succede se un ricorso per Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Inoltre, viene condannato alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute dalla parte civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati