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Reati durante manifestazioni: prescrizione e analisi

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per reati durante manifestazioni, tra cui resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, a causa dell’intervenuta prescrizione. Il caso riguardava episodi di lancio di un uovo e di un fumogeno contro le forze dell’ordine e calci agli scudi durante una protesta. La Corte ha ritenuto i ricorsi non manifestamente infondati, potendo così dichiarare l’estinzione dei reati per il decorso del tempo, pur analizzando nel merito le condotte contestate.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reati durante manifestazioni: tra resistenza e prescrizione

L’analisi dei reati durante manifestazioni è un tema complesso che bilancia il diritto di protesta con la necessità di tutelare l’ordine pubblico. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 5312/2024) offre spunti cruciali, chiudendo un processo con una declaratoria di prescrizione, ma non prima di aver esaminato la natura delle condotte di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

I Fatti di Causa: Protesta e Disordini

Il caso trae origine da una manifestazione non autorizzata tenutasi a Bologna durante una visita istituzionale. Durante l’evento, si verificarono tensioni tra i manifestanti, appartenenti a centri sociali e collettivi studenteschi, e le forze di polizia schierate per prevenire disordini. Quattro persone vennero imputate per diversi reati:

* Due imputati per oltraggio a pubblico ufficiale (art. 341 bis c.p.), per aver lanciato un uovo contro un agente su istigazione di uno dei due.
* Altri due imputati per resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.), per aver sferrato un calcio contro gli scudi degli agenti e lanciato un fumogeno verso il reparto mobile durante una carica di alleggerimento.

Dopo la condanna in primo grado e la conferma in appello, i difensori hanno presentato ricorso in Cassazione.

L’analisi dei reati durante manifestazioni nella sentenza

La Corte di Cassazione, pur dichiarando i reati estinti per prescrizione, ha colto l’occasione per delineare importanti principi sulla qualificazione giuridica delle condotte tenute in contesti di protesta.

La qualificazione dell’oltraggio

Per quanto riguarda il lancio dell’uovo, la difesa sosteneva la mancanza di prova e l’errata applicazione dell’art. 341 bis c.p., data la mancata identificazione certa dell’agente colpito. La Corte ha respinto questa tesi, affermando che il gesto era pacificamente espressivo di disprezzo. È stata ritenuta corretta la valorizzazione della portata offensiva in ragione della qualifica del destinatario e del contesto. Secondo i giudici, è sufficiente che il gesto colpisca uno qualsiasi dei poliziotti impegnati nel servizio di ordine pubblico, rendendo la vittima individuabile nel gruppo, per integrare il reato.

La valutazione della resistenza e l’esclusione della scriminante

In relazione al reato di resistenza, la difesa di uno degli imputati aveva invocato la scriminante dello stato di necessità (art. 54 c.p.), sostenendo che il calcio agli scudi fosse una reazione istintiva per proteggere una manifestante ferita a terra durante la calca. La Corte ha escluso tale giustificazione, collocando la condotta nel contesto della carica e qualificandola come una reazione diretta a contrapporsi alle forze dell’ordine, non a proteggere altri.

Analogamente, il lancio del fumogeno è stato considerato un atto con una chiara finalità oppositiva, data la vicinanza del lancio e la pregressa dotazione del dispositivo, escludendo la derubricazione a reato contravvenzionale.

La Decisione della Corte: Annullamento per Prescrizione

Il punto di svolta del processo in Cassazione è stata la valutazione dei motivi di ricorso. I giudici hanno ritenuto che i ricorsi non fossero manifestamente infondati. Questa valutazione è cruciale perché, secondo la legge, solo un ricorso ammissibile impedisce il decorso della prescrizione. Poiché i motivi presentati, sebbene in parte infondati, sollevavano questioni di diritto meritevoli di esame, la Corte ha potuto rilevare d’ufficio che il termine massimo di prescrizione per i reati contestati era maturato.

Di conseguenza, la sentenza impugnata è stata annullata senza rinvio, dichiarando l’estinzione dei reati.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si basa su un principio fondamentale del diritto processuale penale: la prescrizione è una causa di estinzione del reato che prevale su quasi ogni altra valutazione, a meno che il ricorso non sia palesemente inammissibile (ad esempio, presentato fuori termine o per motivi non consentiti dalla legge). In questo caso, pur confutando nel merito molte delle argomentazioni difensive sulla ricostruzione dei fatti e sulla qualificazione giuridica, la Corte ha riconosciuto che i ricorsi sollevavano questioni legittime. Ciò ha permesso di applicare la prescrizione, maturata il 3 novembre 2022. La decisione evidenzia anche che la recidiva, se contestata ma non applicata dal giudice di merito nella determinazione della pena, non ha effetto sul calcolo dei termini di prescrizione.

Le Conclusioni

La sentenza offre due importanti lezioni. In primo luogo, riafferma che atti come il lancio di oggetti o la violenza fisica contro le forze dell’ordine durante le manifestazioni integrano pienamente i reati durante manifestazioni come l’oltraggio e la resistenza, e le scriminanti sono applicabili solo in circostanze molto rigorose. In secondo luogo, dimostra l’importanza strategica della prescrizione nel sistema penale italiano: anche di fronte a un quadro probatorio che sembra confermare la colpevolezza, il decorso del tempo può portare all’estinzione del reato, a condizione che la difesa riesca a presentare motivi di ricorso non palesemente infondati.

Quando un reato commesso durante una manifestazione si estingue per prescrizione?
Un reato si estingue per prescrizione quando è trascorso il tempo massimo previsto dalla legge senza una sentenza definitiva. Come chiarito dalla sentenza, se viene presentato un ricorso in Cassazione non manifestamente infondato, la Corte può dichiarare la prescrizione se questa è maturata nel frattempo, annullando la condanna.

Lanciare un uovo a un poliziotto è considerato oltraggio a pubblico ufficiale?
Sì. La Corte ha confermato che il lancio di un uovo contro un operante è un gesto espressivo di disprezzo che integra il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. Non è necessario individuare con esattezza il singolo agente colpito, se l’azione è diretta verso un gruppo di poliziotti in servizio e uno di essi viene raggiunto.

È possibile giustificare un atto di resistenza verso la polizia come reazione per proteggere qualcuno?
La sentenza ha escluso questa possibilità nel caso specifico. La scriminante dello stato di necessità è stata negata perché l’atto di resistenza (un calcio agli scudi) è stato interpretato come una condotta direttamente oppositiva all’azione della polizia durante una carica, e non come un gesto finalizzato esclusivamente a proteggere una persona in pericolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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