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Reati di caccia: Cassazione su prescrizione e tenuità

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un cacciatore per vari reati di caccia, tra cui uccellagione con reti e uso di richiami acustici vietati. La sentenza chiarisce l’applicabilità delle norme sulla sospensione della prescrizione per i reati commessi fino al 31 dicembre 2019, respingendo la tesi della difesa. Inoltre, ha escluso la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la pluralità delle violazioni e gli strumenti utilizzati, confermando un orientamento rigoroso in materia di tutela della fauna selvatica.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reati di Caccia: la Cassazione Conferma la Linea Dura su Prescrizione e Tenuità del Fatto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce la severità della legge nei confronti dei reati di caccia, offrendo importanti chiarimenti sull’interpretazione delle norme relative alla prescrizione e alla non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione consolida un orientamento giurisprudenziale volto a garantire una tutela effettiva della fauna selvatica, respingendo i tentativi di eludere la responsabilità penale attraverso cavilli procedurali. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni dei giudici supremi.

I Fatti di Causa: Caccia Illegale con Reti e Richiami Acustici

Il caso ha origine da un controllo effettuato dalla polizia giudiziaria in orario notturno presso l’abitazione di un uomo. Attirati da forti richiami di tordo bottaccio, gli agenti avevano predisposto un appostamento, sorprendendo l’imputato mentre ispezionava una rete da caccia lunga 40 metri. La successiva perquisizione portava al rinvenimento di dispositivi per richiami acustici, materiale per la cattura di volatili e diversi uccelli appartenenti a specie particolarmente protette, tra cui un pettirosso, un frosone e un verdone.
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano condannato l’uomo per tre distinte contravvenzioni: esercizio di uccellagione con reti, utilizzo di richiami acustici vietati e detenzione di avifauna selvatica protetta.

I Motivi del Ricorso: Prescrizione e Vizi di Motivazione

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su quattro motivi principali:
1. Intervenuta prescrizione: La difesa sosteneva che i reati, commessi nel 2018, si fossero estinti, argomentando che la normativa sulla sospensione della prescrizione fosse stata abrogata e non dovesse trovare applicazione.
2. Vizio di motivazione: Si lamentava una motivazione solo apparente a sostegno della condanna.
3. Errata ricostruzione dei fatti: La Corte d’Appello non avrebbe adeguatamente considerato le prove relative all’uso delle reti e dei richiami.
4. Illegalità della pena: Si contestava la determinazione della pena e, soprattutto, il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).

La Disciplina dei Reati di Caccia secondo la Cassazione

La Corte ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi fondamentali in materia di reati di caccia. In primo luogo, ha ricordato che l’uccellagione è un reato di pericolo a consumazione anticipata: è sufficiente qualsiasi atto diretto alla cattura indiscriminata di uccelli con mezzi come le reti, senza che sia necessaria l’effettiva cattura. Allo stesso modo, per il reato relativo ai richiami acustici, basta l’utilizzo di un dispositivo funzionante in un contesto di “atteggiamento da caccia”. Infine, per la detenzione di specie protette, l’onere di dimostrare la provenienza lecita degli animali spetta al detentore (l’ onus probandi è a suo carico), non all’accusa.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo una motivazione chiara e dettagliata su ogni punto. Sul tema cruciale della prescrizione, i giudici hanno fatto riferimento a una recentissima pronuncia delle Sezioni Unite, la quale ha stabilito che la disciplina sulla sospensione dei termini (introdotta dalla legge n. 103 del 2017) si applica a tutti i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019. Effettuando un calcolo preciso, la Corte ha concluso che, tenendo conto dei periodi di sospensione, il termine massimo di cinque anni non era ancora decorso.
Anche le censure sulla motivazione sono state respinte. Secondo la Cassazione, la sentenza d’appello, seppur sintetica, era sufficiente a ricostruire i fatti, le prove e il ragionamento giuridico che ha portato alla condanna.
Infine, per quanto riguarda la richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p., la Corte ha ritenuto incensurabile la decisione dei giudici di merito. La motivazione del diniego era ben fondata sulla pluralità delle violazioni commesse e sulla significativa quantità di strumenti illegali detenuti dall’imputato, elementi che, nel loro complesso, delineavano una condotta non meritevole del beneficio della non punibilità.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

La decisione in esame assume una notevole importanza pratica. In primo luogo, consolida l’interpretazione normativa sulla prescrizione, chiudendo la porta a interpretazioni che avrebbero potuto portare all’estinzione di numerosi procedimenti per reati di caccia e altre fattispecie. In secondo luogo, conferma che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non può prescindere da una visione complessiva della condotta dell’imputato. La presenza di più violazioni e l’uso di attrezzature che denotano una certa professionalità nell’attività illecita sono elementi ostativi al riconoscimento di tale causa di non punibilità. Questa sentenza rappresenta un monito per chi pratica attività venatorie illegali, ribadendo che l’ordinamento giuridico adotta una linea di fermezza per la protezione del patrimonio faunistico.

Quando si considera commesso il reato di uccellagione?
Il reato di uccellagione si considera commesso con il compimento di qualsiasi atto diretto alla cattura di uccelli con mezzi diversi dalle armi da sparo (come le reti) che abbiano una potenzialità offensiva indeterminata. Non è necessaria l’effettiva cattura dei volatili, essendo sufficiente la predisposizione degli strumenti idonei.

La sospensione della prescrizione introdotta nel 2017 si applica ancora ai reati commessi prima del 2020?
Sì. La Corte di Cassazione, richiamando una decisione delle Sezioni Unite, ha confermato che la disciplina della sospensione della prescrizione prevista dalla legge n. 103 del 2017 si applica ai reati commessi nel periodo compreso tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, anche dopo le modifiche normative successive.

È possibile ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto in caso di plurimi reati di caccia?
No, la sentenza ha escluso questa possibilità nel caso specifico. La Corte ha ritenuto che la pluralità delle violazioni accertate e la detenzione di numerosi strumenti specifici per la cattura illegale di uccelli siano elementi che contrastano con il riconoscimento della particolare tenuità del fatto, giustificando la punibilità della condotta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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