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Reati della stessa indole: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la contraffazione di banconote e la falsificazione di una patente di guida sono reati della stessa indole. Questa qualificazione impedisce l’estinzione per prescrizione di una pena precedente, poiché entrambi i reati ledono lo stesso bene giuridico: la fede pubblica. La Corte ha rigettato il ricorso di un condannato che, avendo commesso il secondo reato durante il decorso della prescrizione, si è visto negare il beneficio dell’estinzione della pena.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reati della stessa indole: quando la falsificazione di documenti e banconote blocca la prescrizione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12480 del 2024, ha offerto un importante chiarimento sul concetto di reati della stessa indole, confermando che la commissione di un nuovo reato può interrompere la prescrizione di una pena precedente se condivide con essa la natura e gli obiettivi. Questo principio è fondamentale nella fase di esecuzione della pena e può determinare se un condannato possa o meno beneficiare dell’estinzione della sanzione per il decorso del tempo.

I fatti del caso

Un soggetto, condannato in via definitiva per il reato di contraffazione di banconote (art. 455 c.p.), aveva presentato un’istanza al Tribunale di Firenze, in qualità di giudice dell’esecuzione, per far dichiarare l’estinzione della pena per prescrizione. Il Tribunale, tuttavia, respingeva parzialmente la richiesta. La ragione del diniego risiedeva nel fatto che, durante il periodo necessario per la maturazione della prescrizione, il condannato aveva commesso un altro reato: la falsificazione di una patente di guida (artt. 477 e 482 c.p.).

Secondo il giudice dell’esecuzione, i due reati, pur essendo diversi, erano da considerarsi “della stessa indole”. Di conseguenza, la commissione del secondo reato aveva interrotto il decorso della prescrizione per il primo. L’interessato ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo la violazione di legge e contestando che i due illeciti potessero essere accomunati sotto questa etichetta.

Il concetto giuridico di reati della stessa indole

Il concetto di reati della stessa indole è definito dall’art. 101 del codice penale. Secondo la giurisprudenza consolidata, non si tratta solo di reati che violano la stessa norma di legge. La valutazione va oltre e si concentra su elementi concreti che accomunano i diversi illeciti. Si considerano della stessa indole i reati che, analizzati nel caso specifico, presentano caratteri fondamentali comuni. Questi possono essere individuati:

* Nel bene giuridico protetto: quando i reati offendono lo stesso interesse tutelato dalla legge.
* Nel movente delittuoso: quando le ragioni che spingono l’autore a delinquere sono simili (es. il fine di lucro).
* Nelle modalità di esecuzione: quando i reati vengono commessi con tecniche o strategie analoghe.

L’analisi, quindi, non è astratta ma deve essere calata nella realtà dei fatti, prescindendo persino dalla formale identità del bene protetto, per concentrarsi sulle modalità concrete dell’azione e sui suoi scopi.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, conformandosi pienamente alla decisione del Tribunale di Firenze. I giudici hanno ribadito che la valutazione sull’identità di indole tra due reati deve prescindere dalla mera identità della norma violata. Il focus deve essere posto sui criteri del bene giuridico leso o del movente, che permettono di identificare i caratteri comuni tra i diversi illeciti.

Nel caso specifico, sia il reato di spendita di monete false (art. 455 c.p.) sia quello di falsificazione di un documento pubblico come la patente (artt. 477 e 482 c.p.) sono inseriti nel Titolo VII del codice penale, intitolato “Dei delitti contro la fede pubblica”. Questo dato formale è un primo, importante indicatore. Entrambe le norme, infatti, sono poste a tutela del medesimo bene giuridico: la fiducia che i cittadini ripongono nella genuinità dei documenti e dei mezzi di pagamento che circolano nella società.

La Corte ha sottolineato come tra le due ipotesi di reato vi sia una “pressoché totale sovrapposizione”, non solo riguardo all’interesse tutelato, ma anche per gli elementi materiali e soggettivi. Lo scopo di entrambe le condotte è ingannare il prossimo e ledere l’affidamento collettivo. Di conseguenza, è stato corretto ritenere i due reati della stessa indole, con l’effetto di interrompere il decorso della prescrizione della pena relativa al primo reato.

Conclusioni

La sentenza in esame consolida un principio di grande rilevanza pratica. Chi ha subito una condanna e, durante il periodo di prescrizione della pena, commette un nuovo reato, non potrà beneficiare dell’estinzione della sanzione se il nuovo illecito è considerato della stessa indole del precedente. La valutazione non si ferma alla lettera della legge, ma scende nel concreto, analizzando la sostanza dei reati. Nel caso dei delitti contro la fede pubblica, come la falsificazione di documenti e banconote, il legame è talmente stretto da rendere pacifica la qualificazione di “stessa indole”, con tutte le conseguenze negative per il condannato in fase esecutiva.

Quando due reati possono essere considerati della stessa indole?
Due reati sono considerati della stessa indole non solo quando violano la stessa disposizione di legge, ma anche quando presentano caratteri fondamentali comuni, desunti dalla natura dei fatti, dalle modalità di esecuzione o dai moventi che li hanno determinati, come la lesione dello stesso bene giuridico.

La falsificazione di una patente e la contraffazione di banconote sono reati della stessa indole?
Sì. Secondo la sentenza, entrambi i reati sono contenuti nel Titolo VII del codice penale (“Dei delitti contro la fede pubblica”) e sono posti a tutela del medesimo bene: la fiducia dei cittadini nella genuinità dei documenti e dei mezzi di pagamento. Pertanto, sono pacificamente della stessa indole.

Qual è l’effetto della commissione di un reato della stessa indole sulla prescrizione di una pena precedente?
La commissione di un reato della stessa indole durante il decorso del tempo necessario per la prescrizione di una pena precedente interrompe tale decorso. Di conseguenza, il condannato non può beneficiare dell’estinzione della pena per il semplice passare del tempo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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