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Rapina lieve entità: no attenuante se violenta

Un individuo ha impugnato la sua condanna per rapina, chiedendo l’applicazione della nuova attenuante per la rapina di lieve entità, introdotta dalla Corte Costituzionale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che tale attenuante non può essere concessa quando, nonostante il basso valore dei beni sottratti, le modalità dell’azione sono particolarmente violente, come nel caso di aggressioni a più persone.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rapina di Lieve Entità: Quando la Violenza Esclude l’Attenuante

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 45592/2024) ha fornito un’importante precisazione sull’applicazione della nuova attenuante per la rapina di lieve entità, introdotta dalla Corte Costituzionale. Anche se il valore dei beni rubati è minimo, l’attenuante non può essere concessa se l’azione è stata compiuta con particolare violenza. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere i limiti di applicazione di questa nuova circostanza.

I Fatti del Caso: Una Rapina Violenta per un Bottino Modesto

Il caso riguarda un uomo condannato in primo grado e in appello per rapina impropria. L’imputato, dopo aver sottratto beni di modestissimo valore, per garantirsi la fuga aveva posto in essere una serie di atti violenti: aveva calciato un cliente anziano, colpito la cassiera, strappandole una catenina dal collo, e spinto una guardia giurata contro degli scaffali. A fronte di questa condotta, il suo difensore ha presentato ricorso in Cassazione, basandosi su una novità giurisprudenziale di grande rilievo.

Il Ricorso in Cassazione e la Questione sulla Rapina di Lieve Entità

Il ricorso si fondava sulla sentenza n. 86 del 2024 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 628 del codice penale nella parte in cui non prevedeva una diminuzione di pena per i fatti di rapina connotati da una minore gravità complessiva. Secondo la difesa, il trattamento sanzionatorio applicato al suo assistito era ormai contrario alla legge e doveva essere rideterminato alla luce di questo nuovo principio.

L’intervento della Corte Costituzionale con la Sentenza n. 86/2024

La Corte Costituzionale, con la citata sentenza, ha introdotto una “valvola di sicurezza” nel sistema sanzionatorio della rapina. Ha stabilito che la pena deve essere diminuita fino a un terzo quando “per la natura, la specie, i mezzi, le modalità o circostanze dell’azione, ovvero per la particolare tenuità del danno o del pericolo, il fatto risulti di lieve entità”. Lo scopo è evitare sanzioni sproporzionate per fatti che, pur integrando il reato di rapina, non presentano i profili di allarme sociale che giustificano le aspre pene previste per tale delitto.

Le Motivazioni della Cassazione: La Violenza Prevale sulla Lieve Entità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, argomentando in modo chiaro e netto. I giudici hanno sottolineato che, per valutare se un fatto costituisca una rapina di lieve entità, non si può guardare solo al valore economico del danno. È necessaria una valutazione complessiva che tenga conto di tutti gli elementi indicati dalla Corte Costituzionale, in particolare le “modalità dell’azione”.

Nel caso specifico, il giudice di primo grado aveva già evidenziato la gravità della condotta dell’imputato. Gli atti di violenza perpetrati nei confronti di più persone, tra cui un anziano, dimostravano una pericolosità sociale elevata che impediva di qualificare il fatto come “di lieve entità”. La violenza utilizzata era sproporzionata e rendeva irrilevante il modesto valore della refurtiva.

Distinzione tra Danno Patrimoniale e Gravità Complessiva del Fatto

La Corte ha inoltre operato una distinzione cruciale tra l’attenuante comune del danno di “speciale tenuità” (art. 62 n. 4 c.p.), che si concentra solo sull’aspetto economico, e la nuova attenuante della rapina di lieve entità. Quest’ultima richiede un giudizio più ampio, che può portare a escludere la sua applicazione anche in presenza di un danno patrimoniale minimo, qualora altri elementi, come la violenza, connotino il fatto di una particolare gravità.

Le Conclusioni: Nessuno Sconto di Pena per la Rapina Violenta

La decisione della Cassazione stabilisce un principio fondamentale: la nuova attenuante per la rapina di lieve entità non è un automatismo legato al valore del bottino. Il giudice deve sempre effettuare una valutazione globale della condotta del reo. Se le modalità dell’azione sono particolarmente gravi e violente, come nel caso esaminato, non vi è spazio per alcuna riduzione di pena, poiché la gravità del comportamento prevale sulla tenuità del danno economico. Questa pronuncia ribadisce che la tutela della persona offesa e la pericolosità sociale dell’autore del reato restano elementi centrali nella commisurazione della pena.

La nuova attenuante per rapina di lieve entità si applica sempre se il valore della refurtiva è basso?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’attenuante non si applica se, nonostante il modesto valore dei beni rubati, le modalità dell’azione sono particolarmente violente e gravi, come nel caso di aggressioni a più persone.

Che differenza c’è tra l’attenuante del danno di “speciale tenuità” e quella del “fatto di lieve entità” per la rapina?
L’attenuante del danno di “speciale tenuità” (art. 62 n. 4 c.p.) riguarda esclusivamente l’aspetto patrimoniale del danno. La nuova attenuante del “fatto di lieve entità”, introdotta dalla Corte Costituzionale, ha una portata più ampia e richiede una valutazione complessiva del fatto, considerando natura, mezzi, modalità dell’azione e la tenuità del danno o del pericolo.

È possibile ottenere una riduzione di pena per una rapina commessa prima della sentenza della Corte Costituzionale n. 86/2024?
In linea di principio sì, poiché le norme penali più favorevoli al reo hanno efficacia retroattiva. Tuttavia, come dimostra questa sentenza, la sua applicazione non è automatica e dipende da una valutazione del giudice sulla gravità complessiva del fatto, che può escluderla in caso di violenza sproporzionata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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