LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rapina di lieve entità: ricorso generico inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per rapina aggravata. L’imputato invocava l’applicazione dell’attenuante della rapina di lieve entità, introdotta dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 86/2024. Tuttavia, la Suprema Corte ha ritenuto il motivo generico e ha escluso l’applicabilità dell’attenuante a causa della gravità complessiva del fatto, caratterizzato dall’uso di un’arma impropria (un cacciavite), lesioni alla vittima e il valore non modico del bene sottratto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rapina di Lieve Entità: Quando la Genericità del Ricorso Porta all’Inammissibilità

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 12524/2025) offre un’importante lezione sull’applicazione della nuova attenuante per la rapina di lieve entità, introdotta dalla Corte Costituzionale con la storica sentenza n. 86/2024. Il caso dimostra che non basta invocare genericamente la nuova norma per ottenere uno sconto di pena, ma è necessario argomentare in modo specifico perché i fatti contestati possano essere considerati di minima gravità. Analizziamo insieme la vicenda.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale ha origine da una condanna per i reati di rapina aggravata, lesioni e danneggiamento emessa dal Tribunale di Benevento. La sentenza veniva confermata dalla Corte di Appello di Napoli. L’imputato decideva quindi di presentare ricorso per cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza d’appello.

Tra i vari motivi, spiccava l’ultimo, basato sulla sopravvenuta sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 628 del codice penale nella parte in cui non prevedeva una diminuzione di pena per i fatti di rapina di lieve entità. L’imputato chiedeva, quindi, il riconoscimento di questa nuova ipotesi attenuata.

I Motivi del Ricorso e la Rapina di Lieve Entità

Il ricorrente basava la sua difesa su quattro motivi principali:
1. Errata valutazione dell’attendibilità della persona offesa.
2. Insussistenza dell’aggravante dell’uso di un’arma impropria.
3. Mancata riqualificazione del reato da rapina a esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
4. Mancato riconoscimento dell’ipotesi di rapina di lieve entità alla luce della nuova giurisprudenza costituzionale.

La Corte di Cassazione ha rapidamente liquidato i primi tre motivi come inammissibili, in quanto generici, ripetitivi di doglianze già respinte in appello o non proposti correttamente nei precedenti gradi di giudizio. L’attenzione si è quindi concentrata sul quarto motivo, il più innovativo e di maggior interesse giuridico.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte, pur riconoscendo la rilevanza della sentenza della Corte Costituzionale, ha dichiarato il quarto motivo manifestamente infondato. Secondo gli Ermellini, l’attenuante della rapina di lieve entità non può essere applicata automaticamente, ma richiede una valutazione complessiva del fatto, che nel caso di specie presentava evidenti profili di gravità.

I giudici hanno sottolineato come dalla sentenza impugnata emergessero chiaramente elementi ostativi al riconoscimento della lieve entità:
* La natura del bene sottratto: un telefono cellulare, considerato un bene di valore non modico.
* L’uso di un’arma impropria: l’imputato aveva utilizzato un cacciavite per compiere la rapina, un mezzo che aumenta la pericolosità dell’azione.
* Le conseguenze sulla vittima: erano state procurate lesioni alla persona offesa.
* La condotta complessiva: l’imputato aveva posto in essere anche un ulteriore danneggiamento.

La Corte ha stabilito che, per ottenere l’applicazione dell’attenuante, il ricorrente avrebbe dovuto fornire “specifiche ragioni” a sostegno del possibile inquadramento del fatto come azione di “lieve entità”. Al contrario, il ricorso si era limitato a un’invocazione generica della nuova sentenza costituzionale, senza contestualizzarla rispetto ai fatti specifici del processo. Questa genericità ha reso il motivo inammissibile.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un importante monito per la difesa. L’introduzione dell’attenuante per la rapina di lieve entità è una conquista di civiltà giuridica, ma la sua applicazione non è scontata. Per poterne beneficiare, è indispensabile che il ricorso non si limiti a menzionare la norma, ma articoli una difesa puntuale, analizzando tutti gli indici di gravità del reato (modalità dell’azione, mezzi, valore del danno, pericolo causato) e dimostrando perché, nel caso concreto, essi convergano verso un giudizio di minima offensività. In assenza di un’argomentazione specifica e dettagliata, il motivo di ricorso rischia di essere qualificato come generico e, di conseguenza, inammissibile, precludendo ogni possibilità di revisione della pena.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi sono proposti in modo generico, quando ripropongono questioni già valutate e respinte nei gradi di merito senza nuove argomentazioni, oppure quando i motivi non sono stati specificamente sollevati in appello.

Cosa si intende per rapina di ‘lieve entità’?
Si intende un fatto di rapina che, valutato nel suo complesso, risulta di gravità contenuta. I parametri per questa valutazione includono la natura, la specie, i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione, nonché la particolare tenuità del danno o del pericolo per la vittima.

Perché in questo caso non è stata riconosciuta la rapina di lieve entità?
Non è stata riconosciuta perché il fatto è stato ritenuto complessivamente grave. Gli elementi decisivi sono stati l’uso di un’arma impropria (un cacciavite), le lesioni fisiche procurate alla vittima, l’ulteriore danneggiamento e il valore non modico del bene sottratto (un telefono cellulare). Inoltre, il ricorso dell’imputato era generico e non ha fornito argomenti specifici per sostenere la lieve entità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati