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Rapina di lieve entità: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9477/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per rapina impropria per aver sottratto merce di basso valore e spintonato un addetto alla vigilanza. Il caso è cruciale perché affronta l’applicazione della nuova attenuante per ‘rapina di lieve entità’, introdotta dalla Corte Costituzionale. La Cassazione ha stabilito che non basta invocare genericamente la nuova norma, ma è necessario specificare gli elementi ulteriori (modalità dell’azione, mezzi, etc.) che rendono il fatto lieve nel suo complesso, specialmente se è già stata riconosciuta l’attenuante del danno di speciale tenuità.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rapina di Lieve Entità: Quando si Applica la Nuova Attenuante?

La recente introduzione dell’attenuante per la rapina di lieve entità da parte della Corte Costituzionale (sentenza n. 86/2024) ha aperto nuovi scenari difensivi. Tuttavia, una recente pronuncia della Corte di Cassazione, la n. 9477 del 2025, mette in guardia: non basta invocare la nuova norma. È necessario argomentare in modo specifico, dimostrando perché l’intero fatto, e non solo il danno economico, sia da considerarsi di modesta gravità. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un uomo condannato per rapina impropria. Dopo aver sottratto un pantalone e una maglietta per un valore complessivo di circa 24 euro da un esercizio commerciale, l’uomo si era allontanato verso la sua auto. Raggiunto da un addetto alla vigilanza e dalla responsabile del negozio, li aveva spintonati per riuscire a fuggire e garantirsi il possesso della merce rubata. Sia in primo grado che in appello, i giudici avevano qualificato il fatto come rapina impropria, pur riconoscendo l’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62, n. 4 c.p.).

Il Ricorso in Cassazione e l’Invito alla “Lieve Entità”

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su diversi motivi. Il punto più rilevante riguardava la richiesta di applicare la nuova attenuante del fatto di rapina di lieve entità, introdotta dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 86 del 2024. Secondo la difesa, la vicenda presentava tutti i presupposti per essere considerata “lieve”, data l’esiguità del profitto e l’assenza di minacce gravi. Inoltre, si contestava la qualificazione come rapina, chiedendo di derubricare il fatto a furto, e si lamentava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

Le Motivazioni della Cassazione sulla rapina di lieve entità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo chiarimenti fondamentali sull’applicazione della nuova attenuante. I giudici hanno sottolineato che il motivo di ricorso era generico. La difesa si era limitata a invocare la sentenza della Corte Costituzionale senza specificare su quali elementi concreti, diversi dal mero danno economico già valutato, si fondasse la richiesta.

La Suprema Corte ha spiegato la differenza cruciale tra le due attenuanti:
1. Attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.): Riguarda specificamente il pregiudizio economico e, nei reati plurioffensivi come la rapina, anche l’impatto sulla persona offesa. Si concentra sul risultato del reato.
2. Attenuante del fatto di lieve entità (Corte Cost. n. 86/2024): Ha una portata più ampia. Valuta la gravità complessiva del reato considerando non solo il danno, ma anche la natura, la specie, i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione (parametri simili a quelli dell’art. 133 c.p.). Si concentra sull’intera condotta.

La Cassazione ha affermato che, sebbene le due attenuanti siano astrattamente compatibili, per ottenere il riconoscimento di quella per rapina di lieve entità quando è già stata concessa quella per il danno lieve, la difesa deve allegare elementi “ulteriori”. Deve cioè dimostrare che anche le modalità dell’azione (ad esempio, una violenza minima, l’assenza di pianificazione, la natura estemporanea del gesto) contribuiscono a qualificare l’intero episodio come di modesto disvalore.

Nel caso di specie, il ricorso non conteneva questa specificazione. Di conseguenza, è stato ritenuto inammissibile per genericità. La Corte ha inoltre respinto gli altri motivi, ribadendo che anche una semplice spinta è sufficiente a integrare la violenza richiesta per la rapina impropria e che la scelta del rito abbreviato non può giustificare di per sé la concessione delle attenuanti generiche.

Le Conclusioni

La sentenza n. 9477/2025 della Corte di Cassazione stabilisce un principio operativo di grande importanza per gli operatori del diritto. L’introduzione dell’attenuante per la rapina di lieve entità rappresenta una significativa “valvola di sicurezza” per adeguare la pena alla reale gravità del fatto. Tuttavia, il suo riconoscimento non è automatico. La difesa ha l’onere di articolare un’argomentazione specifica e dettagliata, che vada oltre il semplice valore esiguo della refurtiva. È necessario analizzare l’intera dinamica delittuosa e dimostrare, con elementi concreti, perché l’azione nel suo complesso meriti una valutazione di minor gravità e, di conseguenza, una sanzione più mite.

Quando una spinta è sufficiente per configurare il reato di rapina impropria?
Secondo la Corte, qualsiasi uso di energia fisica nei confronti della vittima, come una spinta o un urto, finalizzato a mantenere il possesso della cosa rubata o a garantirsi la fuga, integra l’elemento della violenza necessario per il reato di rapina impropria.

È possibile applicare la nuova attenuante per “rapina di lieve entità” se è già stata concessa quella per il danno di speciale tenuità?
Sì, le due attenuanti sono astrattamente compatibili. Tuttavia, per ottenere anche l’attenuante del fatto di lieve entità, la difesa deve dimostrare, con argomenti specifici, che anche altri aspetti della condotta (come le modalità, i mezzi utilizzati, le circostanze dell’azione) contribuiscono a rendere il fatto complessivamente di minima gravità, oltre al solo danno patrimoniale già considerato.

Perché il ricorso che invocava la nuova attenuante è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico. La difesa si è limitata a citare la nuova sentenza della Corte Costituzionale senza indicare gli elementi concreti e specifici della vicenda che avrebbero dovuto fondare la valutazione di “lieve entità” del fatto nel suo complesso, al di là del valore economico della merce sottratta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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