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Rapina di lieve entità: la Cassazione annulla condanna

Un uomo, condannato per rapina impropria per aver rubato una confezione di minestrone e minacciato il personale, ha ottenuto l’annullamento della sentenza dalla Corte di Cassazione. La decisione si fonda sulla recente sentenza della Corte Costituzionale n. 86/2024, che ha introdotto l’attenuante della ‘rapina di lieve entità’, imponendo al giudice di merito una nuova valutazione della pena in base alla reale offensività del fatto.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Rapina di Lieve Entità: La Cassazione Apre a Pene Più Mite

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha segnato un punto di svolta nella valutazione del reato di rapina, accogliendo il principio della rapina di lieve entità. Questa decisione, in linea con un fondamentale intervento della Corte Costituzionale, annulla una condanna per rapina impropria, aprendo la strada a sanzioni più proporzionate per fatti di minima offensività. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso emblematico.

Il Fatto: Dalla Sottrazione di una Zuppa alla Condanna per Rapina

Il caso ha origine da un episodio apparentemente banale: la sottrazione di una confezione di minestrone da un negozio. La situazione è degenerata quando l’autore del furto, una volta scoperto, ha minacciato di morte l’addetto alla sicurezza e il responsabile del punto vendita per garantirsi la fuga. Questa condotta ha trasformato il furto in rapina impropria.

Nei primi due gradi di giudizio, l’imputato era stato condannato, pur con il riconoscimento delle attenuanti generiche e per il danno patrimoniale di speciale tenuità. L’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando l’eccessività della pena inflitta rispetto alla reale gravità del fatto.

Il Ricorso in Cassazione e l’Importanza della Nuova Norma sulla rapina di lieve entità

Il punto cruciale della vicenda è un cambiamento normativo avvenuto durante il giudizio di Cassazione. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 86 del 2024, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 628 del codice penale nella parte in cui non prevedeva una diminuzione di pena per i casi di rapina di particolare tenuità.

Questa pronuncia estende al delitto di rapina un principio già affermato per l’estorsione, riconoscendo che anche la rapina, pur avendo un minimo edittale elevato, può manifestarsi attraverso condotte di bassissimo impatto, sia personale che patrimoniale. Si tratta di un novum normativo che la Cassazione ha il dovere di applicare, anche d’ufficio.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato. La motivazione della decisione si basa interamente sulla necessità di adeguare il giudizio al nuovo quadro normativo delineato dalla Corte Costituzionale. Gli Ermellini hanno sottolineato che la precedente formulazione dell’art. 628 c.p. violava gli articoli 3 e 27 della Costituzione, poiché non permetteva al giudice di differenziare adeguatamente la sanzione tra rapine di estrema gravità e fatti, come quello in esame, caratterizzati da un danno irrisorio e da una violenza contenuta.

L’impossibilità di applicare una diminuzione di pena per la rapina di lieve entità creava una sproporzione tra il fatto commesso e la pena inflitta, violando il principio di proporzionalità e la funzione rieducativa della pena.

Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello limitatamente alla determinazione della pena. Il caso è stato rinviato a un’altra sezione della Corte d’appello di Genova, che avrà il compito di riesaminare i fatti e valutare se ricorra l’ipotesi di lieve entità, applicando, in caso affermativo, la corrispondente diminuzione di pena.

Le Conclusioni

Questa sentenza rappresenta un’importante affermazione del principio di proporzionalità nel diritto penale. Stabilisce che, anche per reati gravi come la rapina, la pena deve essere sempre commisurata all’effettiva offensività della condotta. L’introduzione giurisprudenziale dell’attenuante per la rapina di lieve entità obbliga i giudici a un’analisi più attenta e circostanziata dei fatti, evitando automatismi sanzionatori che possono risultare ingiusti in casi di minima gravità. Per gli operatori del diritto, si tratta di uno strumento in più per garantire che la risposta sanzionatoria dello Stato sia equa e aderente alla realtà concreta del singolo episodio criminale.

Cosa si intende per ‘rapina di lieve entità’?
Si tratta di un’ipotesi di rapina in cui il fatto, valutato complessivamente per la natura, la specie, i mezzi, le modalità, le circostanze dell’azione e la particolare tenuità del danno o del pericolo, risulta di gravità molto contenuta, giustificando una pena diminuita.

Perché la precedente norma sulla rapina è stata dichiarata incostituzionale?
La Corte Costituzionale ha ritenuto che la norma violasse i principi di uguaglianza e proporzionalità (art. 3 Cost.) e la funzione rieducativa della pena (art. 27 Cost.), poiché non consentiva al giudice di adeguare la sanzione alla minima offensività di alcuni specifici episodi di rapina, equiparandoli a fatti molto più gravi.

Qual è la conseguenza della decisione della Cassazione in questo caso specifico?
La sentenza della Corte d’appello è stata annullata limitatamente alla determinazione della pena. Il caso torna a un nuovo giudice d’appello, che dovrà valutare se il fatto (la sottrazione di una confezione di minestrone seguita da minacce) possa essere qualificato come ‘rapina di lieve entità’ e, in tal caso, applicare una riduzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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