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Rapina di lieve entità: Cassazione annulla con rinvio

La Corte di Cassazione ha analizzato il caso di un uomo condannato per rapina impropria per aver sottratto merce di basso valore in un supermercato e usato violenza per fuggire. Pur respingendo la richiesta di derubricare il reato a furto, la Corte ha accolto il motivo relativo all’applicazione della nuova attenuante della rapina di lieve entità, introdotta da una sentenza della Corte Costituzionale. Di conseguenza, ha annullato la sentenza d’appello con rinvio, ordinando un nuovo giudizio per valutare la riduzione della pena.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rapina di Lieve Entità: La Cassazione Apre alla Riduzione della Pena

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 45395/2024) ha affrontato un tema di grande attualità: l’applicazione dell’attenuante della rapina di lieve entità. Questa decisione, scaturita da un caso di furto in un supermercato, apre importanti prospettive sulla valutazione della gravità del reato di rapina, alla luce di un fondamentale intervento della Corte Costituzionale. Analizziamo i dettagli del caso e le motivazioni dei giudici.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un episodio avvenuto in un supermercato. Un uomo veniva condannato per rapina impropria ai sensi dell’art. 628, secondo comma, del codice penale. L’imputato, dopo aver sottratto sei confezioni di tonno per un valore di circa 45 euro, veniva fermato da un addetto alla vigilanza. Per assicurarsi la fuga con la merce, l’uomo non si limitava a divincolarsi, ma spingeva violentemente la guardia giurata, facendola cadere a terra.

L’Iter Giudiziario

Sia il Tribunale che la Corte di Appello confermavano la condanna per rapina impropria. I giudici di merito ritenevano che la violenza esercitata contro l’addetto alla vigilanza fosse sufficiente a qualificare il fatto come rapina e non come semplice furto, come invece sostenuto dalla difesa.

I Motivi del Ricorso e la questione della rapina di lieve entità

L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:

1. Errata qualificazione giuridica del fatto: La difesa sosteneva che l’azione dovesse essere considerata un furto (art. 624 c.p.) e non una rapina, poiché la violenza era stata minima e limitata a un semplice divincolarsi.
2. Riconoscimento della lieve entità: In subordine, si chiedeva l’applicazione dell’attenuante del fatto di lieve entità. Questa richiesta si fondava su una recentissima sentenza della Corte Costituzionale (n. 86 del 2024), la quale ha dichiarato incostituzionale l’art. 628 c.p. nella parte in cui non prevedeva una diminuzione di pena per i casi di rapina di particolare tenuità.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha esaminato entrambi i motivi con esiti differenti.

Sul primo punto, i giudici hanno dichiarato il motivo inammissibile per aspecificità. La difesa, secondo la Corte, si era limitata a riproporre una tesi già respinta nei gradi di merito, senza confrontarsi specificamente con le motivazioni della sentenza d’appello. I giudici di secondo grado avevano chiaramente stabilito che l’imputato non si era solo divincolato, ma aveva aggredito la guardia spingendola violentemente. Questa ricostruzione dei fatti, confermata in due gradi di giudizio (c.d. “doppia conforme”), non poteva essere messa in discussione in sede di legittimità.

Sul secondo punto, invece, la Corte ha accolto il ricorso. La questione della rapina di lieve entità era divenuta procedibile solo dopo la sentenza della Corte Costituzionale, emessa successivamente alla decisione d’appello. Pertanto, la doglianza era ammissibile. La Cassazione ha osservato che la Corte d’Appello, pur non potendo applicare la nuova attenuante, aveva già riconosciuto elementi di minor gravità, concedendo le attenuanti generiche e fissando la pena base al minimo. Questi elementi lasciavano intendere che il fatto potesse rientrare nei connotati della lieve entità.

Tuttavia, stabilire se l’attenuante speciale sia effettivamente applicabile richiede una valutazione di merito che non spetta alla Corte di Cassazione. Il giudice del rinvio dovrà verificare se, oltre agli elementi già considerati per le attenuanti generiche, sussistano ulteriori profili di meritevolezza che giustifichino un’ulteriore riduzione della pena, senza incorrere in una doppia valutazione favorevole dello stesso elemento.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla mancata valutazione dell’attenuante del fatto di lieve entità. Il caso è stato rinviato a un’altra sezione della Corte di Appello, che dovrà riesaminare il punto e decidere se ridurre la pena alla luce della nuova normativa introdotta dalla Consulta. Questa sentenza conferma l’immediata applicabilità dei principi sanciti dalla Corte Costituzionale e sottolinea la necessità per i giudici di merito di valutare in concreto la gravità di ogni singola rapina, distinguendo i fatti di modesta entità da quelli più allarmanti.

Quando una rapina può essere considerata di “lieve entità”?
Una rapina può essere considerata di lieve entità quando, per la natura, la specie, i mezzi, le modalità o circostanze dell’azione, ovvero per la particolare tenuità del danno o del pericolo, il fatto risulti complessivamente meno grave. La valutazione finale spetta al giudice di merito, caso per caso.

Perché la Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di qualificare il reato come semplice furto?
La Corte ha respinto la richiesta perché il ricorso è stato ritenuto “aspecifico”. La difesa non ha contestato efficacemente la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito, i quali avevano accertato che l’imputato non si era limitato a divincolarsi, ma aveva usato una violenza concreta contro la guardia giurata, spingendola a terra.

Cosa accade ora all’imputato?
La sentenza di condanna è stata annullata parzialmente. Il processo torna a una diversa sezione della Corte di Appello, la quale dovrà effettuare un nuovo giudizio limitatamente alla possibilità di applicare l’attenuante del fatto di lieve entità. Se l’attenuante verrà riconosciuta, la pena inflitta all’imputato sarà ridotta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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