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Rapina con travisamento: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di due individui condannati per rapina aggravata. Il ricorso verteva principalmente sulla contestazione dell’aggravante della rapina con travisamento, sostenendo che un semplice berretto non fosse sufficiente a integrarla. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che qualsiasi alterazione dell’aspetto, anche minima, idonea a rendere difficoltoso il riconoscimento, configura l’aggravante. Ha inoltre precisato che, essendo una circostanza oggettiva, si estende a tutti i concorrenti nel reato. Rigettate anche le richieste di attenuanti per la restituzione solo parziale della refurtiva.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rapina con travisamento: basta un berretto per l’aggravante?

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 8327/2024, offre un’importante analisi sulla rapina con travisamento, un tema che solleva spesso dubbi interpretativi. La Corte si è chiesta se l’uso di un semplice copricapo, come un berretto di lana, sia sufficiente a configurare la specifica circostanza aggravante prevista dal codice penale. Questa decisione chiarisce i confini dell’aggravante e le sue implicazioni per tutti i concorrenti nel reato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza della Corte di Appello che confermava la condanna di due imputati per il reato di rapina aggravata in concorso. La condanna, emessa in primo grado con rito abbreviato, prevedeva una pena di quattro anni e dieci mesi di reclusione, oltre a una multa, per ciascuno degli imputati. Avverso tale decisione, entrambi hanno proposto ricorso per cassazione tramite i loro difensori.

I Motivi del Ricorso e la questione della rapina con travisamento

I ricorsi presentati alla Suprema Corte si fondavano su motivi simili, incentrati su tre punti principali:

1. Errata applicazione dell’aggravante del travisamento: I difensori sostenevano che l’aver indossato un semplice berretto di lana non potesse essere considerato un travisamento idoneo a rendere difficoltoso il riconoscimento, come richiesto dalla norma.
2. Diniego dell’attenuante della riparazione del danno: Si contestava il mancato riconoscimento dell’attenuante di cui all’art. 62, n. 6, c.p., nonostante la confessione avesse contribuito al recupero della refurtiva.
3. Diniego delle attenuanti generiche: Si lamentava che i giudici di merito non avessero tenuto conto dell’ammissione dei fatti e del comportamento processuale positivo.

Il fulcro della questione legale ruotava attorno alla definizione di ‘travisamento’ e alla sua applicabilità nel caso concreto, dove uno degli esecutori indossava un berretto e l’altro un cappuccio e uno scaldacollo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i ricorsi, ritenendoli infondati. L’analisi della Corte è stata meticolosa e ha toccato tutti i punti sollevati dalla difesa.

Per quanto riguarda l’aggravante della rapina con travisamento, i giudici hanno ribadito un principio consolidato: per la sussistenza di tale circostanza è sufficiente una lieve alterazione dell’aspetto esteriore, ottenuta con qualsiasi mezzo, anche rudimentale, purché sia concretamente idonea a rendere più difficile il riconoscimento della persona. Nel caso specifico, l’esecutore materiale della rapina non solo indossava un cappuccio, ma aveva il volto parzialmente coperto da uno scaldacollo. Questa alterazione è stata giudicata pienamente sufficiente a costituire travisamento.

Un punto cruciale della decisione riguarda l’estensione di tale aggravante al complice, il quale indossava solo un berretto e si era tenuto a distanza. La Corte ha chiarito che il travisamento è una circostanza di natura oggettiva, che caratterizza l’azione delittuosa nel suo complesso. Pertanto, essa si comunica a tutti i concorrenti nel reato, anche a chi non era materialmente travisato, purché ne fosse a conoscenza. Il fatto che il complice fosse presente e consapevole delle modalità esecutive ha reso corretta l’applicazione dell’aggravante anche nei suoi confronti.

Relativamente alle attenuanti, la Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito. L’attenuante della riparazione del danno è stata negata perché la restituzione della refurtiva era stata solo parziale, mentre la legge richiede una riparazione totale ed effettiva. Anche le attenuanti generiche sono state correttamente negate sulla base della personalità negativa degli imputati, desunta dai precedenti penali e dalle modalità efferate del reato.

Le Conclusioni

La sentenza in esame consolida un importante principio di diritto penale: l’aggravante del travisamento non richiede maschere elaborate o travestimenti complessi. Qualsiasi mezzo che ostacoli, anche solo parzialmente, il riconoscimento del reo è sufficiente a integrarla. Inoltre, la sua natura oggettiva ne determina l’estensione a tutti i concorrenti, rafforzando la responsabilità penale di chi partecipa a un reato commesso con tali modalità. La decisione sottolinea ancora una volta come le circostanze attenuanti non siano un automatismo, ma debbano essere valutate rigorosamente alla luce del comportamento complessivo dell’imputato e della gravità dei fatti.

Indossare un semplice berretto è sufficiente per configurare l’aggravante del travisamento in una rapina?
Sì, secondo la Corte è sufficiente qualsiasi alterazione dell’aspetto, anche rudimentale, purché sia concretamente idonea a rendere più difficile il riconoscimento della persona. La valutazione va fatta caso per caso, considerando l’intero contesto dell’azione criminale.

L’aggravante del travisamento si applica anche al complice che non era mascherato?
Sì. Trattandosi di una circostanza aggravante di natura oggettiva che caratterizza la modalità dell’azione, si estende a tutti i concorrenti nel reato, a condizione che fossero consapevoli di tale modalità esecutiva.

La restituzione parziale della refurtiva dà diritto a un’attenuante?
No. Per il riconoscimento della circostanza attenuante speciale della riparazione del danno (art. 62, n. 6, c.p.), la legge richiede che il risarcimento o la restituzione siano totali ed effettivi. Una restituzione solo parziale non è sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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