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Rapina aggravata: la Cassazione conferma la condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati condannati per rapina aggravata ai danni di una persona anziana e indebito utilizzo di carta di credito. La Corte ha confermato la sussistenza delle aggravanti dell’età della vittima e del travisamento (uso di mascherina), ritenendo che l’età avanzata fosse palese e che il travisamento facesse parte del piano concordato, anche per il complice che attendeva in auto. La condanna per rapina aggravata è stata quindi definitivamente confermata.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rapina aggravata: età della vittima e travisamento valgono anche per il complice

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un caso di rapina aggravata, fornendo chiarimenti cruciali sulla responsabilità dei concorrenti nel reato e sulla valutazione delle circostanze aggravanti, come l’età avanzata della vittima e l’uso di mascherine per nascondere il volto. La Corte ha confermato la condanna per due persone, respingendo le loro argomentazioni difensive e ribadendo principi fondamentali in materia.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda due individui condannati in primo e secondo grado per aver commesso una rapina ai danni di una donna di 74 anni. Uno dei due, con il volto coperto da una mascherina chirurgica, aveva strappato con violenza la borsa alla vittima, facendola cadere a terra. Il complice lo attendeva in auto per garantirsi la fuga. Successivamente, i due avevano utilizzato la carta di credito sottratta per effettuare prelievi per un totale di 420 euro. La Corte di Appello aveva confermato la sentenza di primo grado, che li riteneva colpevoli di rapina aggravata dal travisamento, dall’età della persona offesa e di indebito utilizzo di carta di credito.

L’analisi della Cassazione sulla rapina aggravata e le sue circostanze

La difesa degli imputati ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su diversi motivi, tutti respinti dalla Suprema Corte. L’analisi si è concentrata in particolare su due aggravanti contestate:

1. L’età della vittima: La difesa sosteneva che non vi fosse prova che gli imputati fossero consapevoli dell’età superiore ai 65 anni della vittima, dato che l’aggressione era avvenuta alle sue spalle. La Corte ha respinto questa tesi, affermando che l’età di una persona non si desume solo dal volto, ma anche dalla postura, dall’andatura e dalla complessiva figura. Secondo una massima di esperienza, una persona di 74 anni si muove diversamente da una più giovane. È logico ritenere, secondo i giudici, che la vittima sia stata scelta proprio per la sua apparente fragilità, che la rendeva un bersaglio più facile.

2. Il travisamento: Si contestava l’estensione dell’aggravante del travisamento (l’uso della mascherina) anche al complice che era rimasto in auto. La Cassazione ha chiarito che, quando un reato è frutto di un accordo tra più persone, tutti i concorrenti rispondono degli elementi che rientrano nel piano comune. Il travisamento dell’esecutore materiale era chiaramente parte dell’accordo per commettere la rapina, quindi anche il complice ne risponde. Il fatto che avessero a disposizione altri mezzi (passamontagna) non utilizzati è stato ritenuto irrilevante, poiché anche una semplice mascherina chirurgica è idonea a ostacolare il riconoscimento.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili perché manifestamente infondati. Oltre a confermare la sussistenza delle aggravanti, i giudici hanno rigettato anche gli altri motivi di appello. In particolare, la richiesta di una pena più mite basata sulla condizione di emarginazione sociale degli imputati è stata respinta. La Corte ha evidenziato la loro lunga e allarmante carriera criminale, che dimostrava una precisa scelta di vita basata sul delitto per procurarsi mezzi di sostentamento, e non una situazione di necessità occasionale.

Anche la richiesta di applicare l’attenuante della rapina di lieve entità è stata implicitamente negata, data la gravità della condotta, caratterizzata da ben due aggravanti. Infine, la pena inflitta è stata giudicata adeguatamente motivata e non sproporzionata, in linea con i criteri di legge.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce alcuni principi chiave in materia di rapina aggravata. In primo luogo, la vulnerabilità derivante dall’età avanzata è un fattore che può essere desunto da elementi oggettivi e palesi, senza necessità di una conoscenza anagrafica precisa da parte dell’aggressore. In secondo luogo, nel concorso di persone nel reato, chi partecipa a un piano criminale condivide la responsabilità per tutte le modalità esecutive previste, come il travisamento del complice. La decisione sottolinea come il sistema penale tenda a punire più severamente chi sceglie deliberatamente vittime fragili e agisce con premeditazione per garantirsi l’impunità.

Anche il complice che fa da ‘palo’ risponde dell’aggravante del travisamento se non si è coperto il volto?
Sì. Secondo la Corte, se il reato è frutto di un accordo che prevedeva il travisamento da parte dell’esecutore materiale, l’aggravante si estende a tutti i concorrenti, incluso chi svolge il ruolo di palo, poiché fa parte del piano criminoso condiviso.

Perché l’età avanzata della vittima è considerata un’aggravante anche se gli aggressori non conoscevano la sua data di nascita?
Perché, secondo la Corte, l’età avanzata di una persona si desume non solo dal volto ma anche da elementi palesi come la postura e l’andatura. Si presume che i criminali abbiano scelto la vittima proprio in ragione della sua apparente fragilità legata all’età, rendendola un bersaglio più facile e l’azione più grave.

La condizione di difficoltà economica può giustificare una pena più lieve per reati come la rapina aggravata?
No. La Corte ha specificato che la condizione di emarginazione sociale non assume rilevanza per diminuire la pena quando è presente una reiterazione di condotte illecite che dimostrano una precisa scelta di trarre dal delitto i propri mezzi di sostentamento, e non una necessità momentanea.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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