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Raccolta abusiva di scommesse: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un operatore condannato per raccolta abusiva di scommesse. La sentenza sottolinea che la semplice riproposizione in Cassazione di motivi già rigettati in appello, senza una critica specifica alla decisione impugnata, rende il ricorso inammissibile. La Corte ha ribadito che l’assenza delle necessarie autorizzazioni e l’intermediazione illecita configurano il reato, a prescindere da presunte violazioni del diritto europeo.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Raccolta Abusiva di Scommesse: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema della raccolta abusiva di scommesse, fornendo chiarimenti cruciali sui requisiti di ammissibilità del ricorso. Il caso riguarda un operatore condannato per aver gestito un centro scommesse senza le necessarie autorizzazioni. La Suprema Corte ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, stabilendo un principio fondamentale: non basta riproporre le stesse argomentazioni dell’appello, ma è necessaria una critica puntuale e specifica della sentenza impugnata. Analizziamo la decisione per comprenderne la portata.

I Fatti di Causa

Il procedimento trae origine dalla condanna di un soggetto per il reato previsto dall’articolo 4 della Legge 401/1989. La Corte di Appello di Caltanissetta aveva confermato la sentenza di primo grado, che riteneva l’imputato colpevole di aver esercitato un’attività di raccolta di scommesse in assenza delle concessioni e delle licenze richieste dalla legge. L’imputato, non rassegnandosi alla condanna a sei mesi di reclusione, ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a tre motivi principali.

I Motivi del Ricorso

L’imputato ha basato la sua difesa su tre argomentazioni:
1. Violazione di legge e vizio di motivazione: Sosteneva che il fatto non costituisse reato alla luce della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (sentenza Placanica), che tutela la libertà di stabilimento. A suo dire, una richiesta di autorizzazione ai sensi dell’art. 88 t.u.l.p.s. era stata presentata, costituendo il presupposto per lamentare la violazione del diritto comunitario.
2. Particolare tenuità del fatto: Chiedeva l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., in virtù della sua incensuratezza e delle modalità di realizzazione del fatto.
3. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis c.p.

La Decisione della Cassazione sulla raccolta abusiva di scommesse

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale, ribadendo la funzione specifica del giudizio di legittimità. I giudici hanno chiarito che il ricorso per cassazione non può essere una mera ripetizione dei motivi di appello, ma deve consistere in una critica argomentata e specifica rivolta contro le ragioni della decisione della Corte d’Appello.

Le Motivazioni

La sentenza approfondisce diversi aspetti di natura sia processuale che sostanziale.

La Genericità e Reiterazione dei Motivi d’Appello

Il cuore della decisione risiede nel concetto di specificità del ricorso. La Corte ha osservato che i primi due motivi erano una “pedissequa reiterazione” di quelli già presentati e correttamente respinti dalla Corte territoriale. Un ricorso che si limita a riproporre le stesse doglianze, ignorando di fatto la motivazione della sentenza d’appello, perde la sua funzione tipica, che è quella di criticare il provvedimento impugnato. Di conseguenza, un simile ricorso è solo apparentemente specifico e deve essere dichiarato inammissibile.

La Configurabilità del Reato di Raccolta Abusiva di Scommesse

Nel merito, la Cassazione ha smontato la tesi difensiva basata sulla giurisprudenza europea. Ha chiarito che, per escludere il reato, l’imputato avrebbe dovuto dimostrare una “ragione discriminatoria” da parte dello Stato italiano nel negargli le concessioni. Inoltre, le indagini avevano rivelato che l’imputato non si limitava a trasmettere dati a un bookmaker estero, ma gestiva direttamente la raccolta e l’incasso tramite un proprio conto gioco, realizzando un’intermediazione illecita. Questa condotta, unita alla mancanza dell’autorizzazione di cui all’art. 88 t.u.l.p.s., integra pienamente il reato, rendendo irrilevante il rapporto con l’operatore straniero.

Sulle Circostanze Attenuanti Generiche

Infine, riguardo al mancato riconoscimento delle attenuanti, la Corte ha introdotto il principio dell'”inammissibilità originaria”. Sebbene la Corte d’Appello non avesse motivato sul punto, il motivo d’appello originario era talmente generico da essere inammissibile fin dall’inizio. La sentenza di primo grado, d’altronde, aveva giustificato il diniego evidenziando il comportamento processuale negativo dell’imputato (che aveva nascosto le apparecchiature e negato gli addebiti). Pertanto, un motivo originariamente inammissibile non può essere “sanato” dal silenzio del giudice d’appello e non può formare oggetto di un valido ricorso per cassazione.

Le Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione ribadisce due importanti lezioni. Sul piano processuale, un ricorso per cassazione deve essere un atto di critica mirata e argomentata contro la sentenza di secondo grado, non un semplice replay dei motivi d’appello. Sul piano sostanziale, conferma che l’esercizio dell’attività di raccolta scommesse richiede il pieno rispetto della normativa nazionale e il possesso di tutte le licenze e concessioni. L’appello a principi europei non può fungere da scudo per coprire attività organizzate in modo illecito e non trasparente.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso per cassazione è inammissibile quando si limita a ripetere pedissequamente i motivi già presentati e respinti in appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata. In tal caso, il ricorso è considerato generico e non assolve alla sua funzione.

La normativa europea giustifica sempre la raccolta di scommesse per un operatore senza licenza italiana?
No. Secondo la sentenza, per escludere il reato l’operatore deve dimostrare di essere stato illegittimamente escluso dalle gare per l’assegnazione delle concessioni a causa di una discriminazione. Inoltre, il reato sussiste comunque se l’intermediario italiano svolge un’attività illecita, come l’uso di un proprio conto gioco per raccogliere le scommesse dei clienti, rendendo di fatto irrilevante il rapporto con il bookmaker straniero.

Cosa accade se la Corte d’Appello non risponde a un motivo di ricorso?
Se il motivo d’appello era fin dall’inizio inammissibile per genericità, il silenzio della Corte d’Appello su quel punto non sana il vizio originario. Di conseguenza, quel motivo non può essere validamente riproposto come oggetto di ricorso per cassazione, in quanto viziato da un'”inammissibilità originaria”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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