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Querela tardiva e reati: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante un caso di appropriazione indebita, affrontando la questione della querela tardiva. Il reato, inizialmente procedibile d’ufficio, è divenuto procedibile a querela a seguito di una riforma legislativa. La Corte ha stabilito che la valutazione sulla validità della querela va effettuata con riferimento al momento dell’entrata in vigore della nuova legge, rendendo irrilevanti eventuali irregolarità precedenti. Di conseguenza, la querela presentata dalla persona offesa è stata ritenuta idonea a sostenere l’azione penale. La Corte ha inoltre ribadito che l’inammissibilità del ricorso impedisce di rilevare l’eventuale prescrizione del reato maturata successivamente alla sentenza d’appello.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Querela tardiva: quando è valida per i reati diventati procedibili a querela?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale della procedura penale: la validità di una querela tardiva per reati che, al momento della loro commissione, erano procedibili d’ufficio ma che, a seguito di una modifica normativa, sono diventati procedibili solo a querela di parte. La pronuncia chiarisce che il momento determinante per valutare la condizione di procedibilità è quello dell’entrata in vigore della nuova legge, sanando di fatto eventuali ‘irregolarità’ precedenti. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di appropriazione indebita aggravata, confermata sia in primo grado che in appello. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali. In primo luogo, sosteneva la tardività della querela. Al momento del fatto (maggio 2017), il reato era procedibile d’ufficio. Tuttavia, una riforma del 2018 (D.Lgs. n. 36/2018) ha modificato il regime, rendendolo procedibile a querela. La querela era stata sporta il 29 marzo 2018, poco prima dell’entrata in vigore della nuova legge (aprile 2018), e secondo la difesa era tardiva. In secondo luogo, l’imputato eccepiva l’intervenuta prescrizione del reato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le argomentazioni della difesa. I giudici hanno fornito importanti chiarimenti sull’applicazione della disciplina transitoria in materia di procedibilità e sul rapporto tra inammissibilità del ricorso e prescrizione.

La validità della querela tardiva dopo la riforma

Il punto centrale della decisione riguarda la gestione della querela tardiva. La Corte ha ribadito un orientamento giurisprudenziale consolidato. Quando una legge modifica il regime di procedibilità di un reato, trasformandolo da procedibile d’ufficio a procedibile a querela, la valutazione sulla sussistenza di tale condizione deve essere ‘ancorata’ al momento in cui la nuova normativa entra in vigore.

La disciplina transitoria prevista dalla riforma (art. 12 del D.Lgs. n. 36/2018) è stata creata proprio per gestire questi casi, stabilendo che il termine per presentare la querela decorre dalla data di entrata in vigore della legge stessa. Pertanto, qualsiasi atto precedente che manifesti la volontà di punire della persona offesa, anche se formalmente irregolare o ‘tardivo’ secondo le vecchie regole (che peraltro non la richiedevano), acquista piena validità al subentrare del nuovo regime. Ignorare questa volontà sarebbe irragionevole e contrario allo spirito della norma.

L’Inammissibilità del Ricorso e la Prescrizione

Per quanto riguarda il secondo motivo, la Corte ha applicato un altro principio fermo: l’inammissibilità del ricorso preclude la possibilità di rilevare l’eventuale prescrizione del reato maturata successivamente alla sentenza impugnata. Nel caso specifico, il reato commesso a maggio 2017 si sarebbe prescritto a novembre 2024. Poiché la sentenza d’appello era del 21 maggio 2024, a quella data il termine di prescrizione non era ancora decorso. L’inammissibilità del ricorso ‘cristallizza’ la situazione processuale a quel momento, impedendo al giudice di legittimità di considerare eventi successivi come la maturazione della prescrizione.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano sulla necessità di dare un’interpretazione logica e coerente alle norme transitorie. I giudici hanno spiegato che il legislatore, nel modificare il regime di procedibilità, ha inteso dare alla persona offesa una nuova opportunità di esercitare il proprio diritto di querela. Il momento cruciale è quello dell’entrata in vigore della nuova legge. Da quel giorno, le valutazioni sulla ritualità della querela devono essere fatte secondo le nuove disposizioni. Trattare una querela presentata prima come un atto irrilevante solo perché ‘tardiva’ rispetto a un termine che non era ancora applicabile sarebbe illogico. Al contrario, tale atto è una chiara manifestazione della volontà punitiva che la nuova legge intende tutelare.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione conferma un principio di fondamentale importanza pratica: le modifiche legislative sul regime di procedibilità dei reati vanno interpretate in modo da salvaguardare la volontà della persona offesa. La nozione di querela tardiva va contestualizzata: un atto che potrebbe apparire tale in un dato momento può diventare pienamente efficace quando la legge cambia. Inoltre, viene ribadito il rigido principio secondo cui un ricorso inammissibile non consente di beneficiare della prescrizione maturata dopo la decisione di appello, sottolineando l’importanza di presentare impugnazioni fondate su motivi solidi e pertinenti.

Cosa succede se un reato diventa procedibile a querela dopo essere stato commesso?
La legge prevede una disciplina transitoria. Il termine per la persona offesa per presentare la querela decorre dalla data di entrata in vigore della nuova legge o dal giorno in cui viene informata di tale facoltà.

Una querela presentata prima della modifica di legge è valida anche se sarebbe stata considerata ‘tardiva’?
Sì, secondo la Corte di Cassazione. La valutazione sulla validità della querela va fatta al momento dell’entrata in vigore della nuova legge. Qualsiasi precedente manifestazione di volontà di punire da parte della persona offesa è considerata sufficiente a soddisfare la nuova condizione di procedibilità.

Se il ricorso in Cassazione è inammissibile, si può comunque ottenere la declaratoria di prescrizione del reato?
No. L’inammissibilità del ricorso preclude al giudice la possibilità di rilevare e dichiarare la prescrizione del reato che sia maturata in un momento successivo alla data della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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