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Querela tardiva: annullamento e statuizioni civili

La Corte di Cassazione annulla una sentenza di condanna per appropriazione indebita con una decisione articolata. Per una parte dei reati, dichiara l’estinzione per prescrizione, confermando però le statuizioni civili a carico dell’imputato. Per un’altra parte dei fatti, annulla la condanna per mancanza di una querela tempestiva (querela tardiva), revocando in questo caso anche le relative statuizioni civili. La sentenza chiarisce la distinzione tra estinzione del reato e improcedibilità dell’azione penale e i loro diversi effetti sul risarcimento del danno.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Querela Tardiva: Quando la Condanna Penale Viene Annullata ma il Risarcimento Resta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla differenza tra estinzione del reato per prescrizione e improcedibilità per querela tardiva, e sulle loro diverse conseguenze per le statuizioni civili. La Corte ha annullato una condanna per appropriazione indebita, ma con esiti opposti per quanto riguarda l’obbligo risarcitorio dell’imputato, a seconda della causa di annullamento. Questo caso evidenzia l’importanza cruciale dei termini processuali e la distinzione tra responsabilità penale e civile.

I Fatti del Caso

Il caso riguardava due distinti gruppi di accuse. Il primo gruppo (capo A) si riferiva a reati commessi in un arco temporale dal 2009 al dicembre 2016. Il secondo gruppo (capo 1) era invece oggetto di una denuncia-querela presentata solo il 29 agosto 2019, dopo che la parte offesa aveva scoperto ulteriori illeciti a seguito della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. L’imputato, condannato nei gradi di merito, ha proposto ricorso in Cassazione lamentando, tra le altre cose, l’intervenuta prescrizione per i primi reati e vizi procedurali legati alla querela per i secondi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza impugnata senza rinvio, ma con una motivazione duplice e distinta per i due capi di imputazione.

1. Reati del capo A): Per questi fatti, commessi tra il 2009 e il 2016, la Corte ha dichiarato l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Tuttavia, ha esplicitamente confermato le statuizioni civili. Ciò significa che, sebbene la responsabilità penale sia venuta meno, l’obbligo di risarcire il danno alla parte civile è rimasto valido ed efficace.

2. Reati del capo 1): Per questi fatti, la Corte ha rilevato che la querela era stata presentata tardivamente. A causa di una successione di leggi nel tempo, il reato di appropriazione indebita era diventato procedibile a querela. La denuncia del 29 agosto 2019 è stata ritenuta una querela tardiva, in quanto presentata ben oltre il termine di novanta giorni dalla conoscenza del fatto (individuata nel 5 febbraio 2019). Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’improcedibilità dell’azione penale e, a differenza del caso precedente, ha revocato anche le relative statuizioni civili.

Le Motivazioni: Prescrizione e Querela Tardiva a Confronto

La sentenza si fonda sulla netta distinzione tra le due cause di estinzione del procedimento penale e i loro effetti sulla domanda civile.

L’impatto della prescrizione sulle statuizioni civili

Quando un reato si estingue per prescrizione, la responsabilità penale dell’imputato non viene accertata in via definitiva. Tuttavia, se nei precedenti gradi di giudizio è stata pronunciata una condanna (anche non definitiva) al risarcimento del danno, questa può sopravvivere alla declaratoria di prescrizione. Il giudicato progressivo formatosi sull’accertamento del fatto illecito ai fini civili impedisce che la prescrizione del reato travolga anche l’obbligazione risarcitoria. In questo caso, la condanna al pagamento delle spese a favore della parte civile è stata quindi confermata.

L’effetto della querela tardiva sulla procedibilità

Diversa è la situazione in caso di querela tardiva. La querela è una condizione di procedibilità: la sua assenza, o la sua presentazione fuori termine, impedisce al giudice di iniziare o proseguire il processo penale. L’improcedibilità non riguarda il merito del reato, ma la stessa possibilità per lo Stato di esercitare l’azione penale. Questo vizio originario travolge l’intero procedimento relativo a quei fatti, inclusa qualsiasi statuizione civile. Non essendosi mai potuta validamente instaurare l’azione penale, non può sussistere nemmeno una condanna accessoria al risarcimento del danno.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Corte di Cassazione ribadisce due principi fondamentali con importanti implicazioni pratiche:

1. La prescrizione estingue il reato, ma non cancella l’illecito civile: La vittima di un reato prescritto può ancora ottenere il risarcimento del danno se una condanna in tal senso era già stata emessa nei gradi di merito. La responsabilità civile sopravvive a quella penale.

2. La tempestività della querela è cruciale: Per i reati procedibili a querela, il rispetto del termine per la sua presentazione è un requisito non sanabile. Una querela tardiva determina l’improcedibilità dell’azione penale e impedisce al giudice di pronunciarsi sia sulla colpevolezza sia sul risarcimento del danno in sede penale, costringendo la parte civile a intraprendere un separato giudizio civile.

Cosa succede se un reato si estingue per prescrizione dopo una condanna non definitiva?
L’azione penale si conclude con una declaratoria di estinzione del reato. Tuttavia, secondo questa sentenza, le statuizioni civili relative al risarcimento del danno, già decise nei precedenti gradi di giudizio, possono essere confermate e rimanere valide.

Perché una querela è stata considerata tardiva in questo caso?
La querela è stata considerata tardiva perché, a seguito di una modifica legislativa che ha reso il reato procedibile solo su querela, essa è stata presentata oltre il termine di novanta giorni dalla data in cui la persona offesa ha avuto piena conoscenza dei fatti, individuata dalla Corte nella data di notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

L’annullamento di una condanna penale comporta sempre la revoca del risarcimento del danno?
No. Come dimostra questa sentenza, dipende dal motivo dell’annullamento. Se l’annullamento è dovuto a prescrizione del reato, le statuizioni civili possono essere confermate. Se, invece, è dovuto a un vizio di procedibilità come una querela tardiva, vengono revocate anche le statuizioni civili perché l’azione penale non avrebbe mai potuto essere validamente esercitata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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