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Querela straniero senza interprete: è valida?

La Corte di Cassazione ha stabilito che la querela presentata da uno straniero che non conosce la lingua italiana è pienamente valida anche in assenza di un interprete. In un caso di tentato furto, la difesa aveva impugnato la convalida dell’arresto sostenendo la nullità della querela della vittima straniera. La Corte ha respinto il ricorso, affermando che non esiste un obbligo di legge di nominare un interprete per la persona offesa, a differenza dell’indagato. Vige il principio di tassatività delle nullità, secondo cui un atto è nullo solo se previsto espressamente dalla legge, cosa che non accade per la querela straniero senza interprete.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Querela straniero senza interprete: è valida? La Cassazione fa chiarezza

La validità di una querela sporta da uno straniero senza interprete è una questione procedurale di grande rilevanza pratica, specialmente in contesti metropolitani e turistici. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un’analisi decisiva su questo punto, stabilendo un principio chiaro: l’assenza di un traduttore durante la redazione della denuncia da parte della persona offesa non ne compromette la validità. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I fatti del caso: un tentativo di furto in metropolitana

La vicenda ha origine da un tentativo di furto ai danni di una turista mentre viaggiava sulla metropolitana di una grande città. La polizia giudiziaria, intervenuta prontamente, arrestava in flagranza di reato un individuo. Successivamente, il Tribunale convalidava l’arresto, applicando una misura cautelare non detentiva nei confronti dell’indagato per il reato di tentato furto aggravato.

La persona offesa, una cittadina straniera, sporgeva querela presso gli uffici delle forze dell’ordine. Durante l’udienza di convalida, emergeva che la vittima parlava la lingua inglese.

Il ricorso e la validità della querela straniero senza interprete

La difesa dell’indagato presentava ricorso in Cassazione contro il provvedimento di convalida. Il motivo principale del ricorso era l’assenza di motivazione in merito alla validità della querela. Secondo il ricorrente, poiché la persona offesa non conosceva l’italiano e non era stata assistita da un interprete al momento della denuncia, l’atto doveva considerarsi nullo.

La questione giuridica posta alla Corte era quindi la seguente: è necessaria la presenza di un interprete affinché la querela presentata da una persona straniera (alloglotta) sia valida ed efficace?

La decisione della Cassazione sulla querela straniero senza interprete

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato e confermando la piena validità della querela. I giudici hanno chiarito che non sussiste alcun vizio di nullità nella stesura dell’atto di querela anche se la persona offesa non conosce la lingua italiana e non è presente un traduttore.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si basano su un principio fondamentale del diritto processuale penale: il principio di tassatività delle nullità, sancito dall’art. 177 c.p.p. Secondo questo principio, un atto processuale può essere dichiarato nullo solo nei casi espressamente previsti dalla legge.

La Corte ha specificato che l’obbligo di nominare un interprete è previsto per l’indagato che non comprende la lingua italiana, al fine di garantire il suo diritto di difesa (art. 143-bis c.p.p.). Tale obbligo, tuttavia, non è esteso alle persone diverse dall’indagato, come la persona offesa o i testimoni. Di conseguenza, la mancata nomina di un interprete per la vittima straniera non è una causa di nullità o inutilizzabilità della sua denuncia.

I giudici hanno inoltre osservato che, nel caso specifico, non era nemmeno stato formalmente dichiarato che la vittima non comprendesse l’italiano. In ogni caso, anche se non lo avesse compreso, si possono configurare due scenari, entrambi legittimi:

1. La persona offesa, pur non parlando fluentemente, comprende l’italiano a un livello sufficiente per rendere le sue dichiarazioni.
2. L’agente verbalizzante è in grado di comprendere la lingua straniera parlata dalla vittima (in questo caso, l’inglese) e di tradurre fedelmente le sue dichiarazioni nel verbale redatto in italiano.

Entrambe le situazioni garantiscono la genuinità della manifestazione di volontà querelatoria e la corretta verbalizzazione dei fatti.

Le conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: la garanzia dell’interprete è un presidio del diritto di difesa, riservato all’indagato. Per la persona offesa straniera, l’assenza di un traduttore non inficia la validità della querela. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: snellisce le procedure di denuncia, evitando che cavilli formali possano ostacolare l’azione penale, soprattutto per reati predatori commessi in luoghi ad alta frequentazione turistica. Si conferma che la sostanza della dichiarazione e la volontà di perseguire il colpevole prevalgono su formalismi non richiesti dalla legge.

La querela presentata da uno straniero che non parla italiano è valida se manca un interprete?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la querela è pienamente valida. L’obbligo di nominare un interprete è previsto dalla legge solo per l’indagato, al fine di garantirne il diritto di difesa, e non si estende alla persona offesa.

Perché l’assenza di un interprete per la vittima non rende nulla la querela?
Perché nel diritto processuale penale vige il principio di tassatività delle nullità (art. 177 c.p.p.). Questo significa che un atto è nullo solo se la legge lo prevede espressamente. La legge non prevede la nullità della querela per la mancata nomina di un interprete per la persona offesa.

Cosa si presume se un verbale di querela è in italiano ma la vittima è straniera?
La Corte ha spiegato che si può desumere, in assenza di prova contraria, che la persona offesa comprendesse la lingua italiana oppure che l’agente che ha raccolto la denuncia fosse in grado di comprendere la lingua della vittima e di riportare correttamente le sue dichiarazioni in italiano nel verbale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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