LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Querela per furto: la legittimazione del possessore

Un individuo occupa un’abitazione vuota e sottrae energia elettrica. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, stabilendo che la legittimazione alla querela spetta non solo al proprietario, ma anche a chi ha un rapporto di fatto qualificato con l’immobile, come il figlio del proprietario che ne deteneva la custodia. La Corte ha inoltre escluso lo stato di necessità e la particolare tenuità del fatto a causa dei danni concreti arrecati.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Legittimazione alla Querela: Anche il Possessore di Fatto Può Denunciare il Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale in materia di diritto penale: la legittimazione alla querela. Chi ha il diritto di chiedere che la giustizia persegua il colpevole di un reato come il furto o l’invasione di un edificio? Solo il proprietario formale del bene? La Suprema Corte, con la sentenza n. 14353/2024, offre una risposta chiara, ampliando la nozione di “persona offesa” e valorizzando il rapporto di fatto con il bene.

I Fatti del Caso: Occupazione Abusiva e Furto di Energia

Il caso riguarda un uomo che, trovandosi in difficoltà economiche e personali, aveva occupato abusivamente un’abitazione al momento disabitata. Per poter vivere nell’immobile, aveva forzato una finestra e manomesso il contatore dell’energia elettrica per usufruire della corrente. A seguito di questi fatti, veniva condannato per furto di energia elettrica e invasione di edifici. L’imputato decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la presunta invalidità della querela sporta nei suoi confronti.

L’Appello e i Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato basava la sua difesa su più punti:
1. Difetto di querela: Sosteneva che la querela per il furto di energia elettrica fosse invalida perché sporta dal custode dell’immobile e non dall’ente erogatore, unico vero danneggiato. Per l’invasione dell’edificio, contestava la validità della querela perché presentata dal figlio del proprietario e non dal proprietario stesso.
2. Stato di necessità: Invocava la scriminante dello stato di necessità, affermando di aver agito spinto da una condizione di indigenza e dalla mancanza di un tetto, aggravata dal freddo invernale.
3. Particolare tenuità del fatto: Chiedeva l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., sostenendo che il danno complessivo fosse minimo.

La Decisione della Cassazione sulla Legittimazione alla Querela

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, soffermandosi in modo particolare sul tema della legittimazione alla querela. I giudici hanno chiarito che, per il reato di invasione di edificio, la persona offesa non è solo il proprietario formale. Il figlio del proprietario, pur non essendo il titolare del diritto di proprietà, era pienamente legittimato a sporgere querela. Egli, infatti, aveva vissuto in quella casa, vi manteneva la residenza e ne aveva la custodia di fatto, dato che il padre, invalido, se ne era disinteressato. Questo rapporto concreto e qualificato con l’immobile (il cosiddetto “possesso”) è sufficiente a conferirgli la qualifica di persona offesa dal reato.

Il Rigetto dello Stato di Necessità e della Particolare Tenuità del Fatto

La Corte ha respinto anche le altre argomentazioni difensive. Lo stato di necessità è stato escluso perché la condizione di difficoltà dell’imputato era stata, secondo la ricostruzione, “volontariamente causata” da liti con i familiari e, in ogni caso, non era “altrimenti evitabile”. Inoltre, le menzogne dell’imputato circa la durata dell’occupazione e le modalità di ingresso hanno minato la sua credibilità. Nemmeno la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto ha trovato accoglimento. I giudici hanno ritenuto che il danno patrimoniale non fosse affatto lieve, dovendo la parte lesa sostenere i costi per la riparazione della finestra forzata, la sostituzione della serratura, la sistemazione dell’alloggio e il pagamento delle utenze di acqua e luce consumate illecitamente.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati. In primo luogo, ha ribadito che, in sede di legittimità, non possono essere sollevate questioni (come quella relativa a chi fosse la persona offesa per il furto di energia) che non erano state specificamente dedotte nei precedenti gradi di giudizio. Sul punto centrale, la legittimazione del figlio del proprietario, la Corte ha richiamato l’orientamento delle Sezioni Unite, secondo cui il bene giuridico protetto dal reato di furto non è solo la proprietà, ma anche il possesso, inteso come relazione di fatto con la cosa. Di conseguenza, chiunque sia titolare di tale posizione di fatto ha la qualifica di persona offesa e può validamente sporgere querela. Infine, le motivazioni relative al rigetto dello stato di necessità e della tenuità del fatto si fondano su una valutazione concreta del danno e della condotta, escludendo che potessero rientrare nei presupposti richiesti dalla legge per l’applicazione di tali istituti.

Le Conclusioni

La sentenza n. 14353/2024 rafforza un principio di grande rilevanza pratica: la tutela penale si estende oltre il mero diritto di proprietà, proteggendo anche le situazioni di fatto qualificate come il possesso o la detenzione. Questo significa che chiunque abbia una relazione stabile e riconosciuta con un bene (un affittuario, un comodatario, un familiare che se ne prende cura) ha il diritto di attivarsi per la sua protezione, sporgendo querela in caso di reati. La decisione serve anche da monito sull’applicazione rigorosa delle cause di giustificazione come lo stato di necessità, che non possono essere invocate per risolvere situazioni di disagio autoprocurate o comunque altrimenti gestibili.

Chi può sporgere una querela per furto o invasione di un immobile?
Non solo il proprietario legale, ma anche chi ha il possesso o la custodia di fatto del bene, come un familiare che se ne occupa e vi mantiene la residenza, in quanto titolare di una relazione di fatto tutelata dalla legge.

Quando si può invocare lo “stato di necessità” per giustificare l’occupazione di un immobile?
Secondo la Corte, lo stato di necessità può essere invocato solo quando il pericolo di un danno grave alla persona non è stato causato volontariamente dal soggetto e non era evitabile in altro modo. Non può essere usato per giustificare azioni derivanti da situazioni di disagio auto-procurate, come liti familiari.

Un danno come la rottura di un vetro o il pagamento di utenze rubate può essere considerato di “particolare tenuità”?
No. La Corte ha stabilito che i costi necessari per riparare i danni causati dall’effrazione (finestra rotta, serratura cambiata) e per pagare il consumo illecito di acqua e luce costituiscono un danno patrimoniale che impedisce di qualificare il fatto come di particolare tenuità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati