Querela per Furto: Chi ha il Diritto di Sporgerla? La Visione della Cassazione
Quando si subisce un furto, una delle prime azioni da compiere è sporgere querela. Ma chi è esattamente legittimato a farlo? Solo il proprietario del bene sottratto o anche altre figure? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo aspetto cruciale, chiarendo il perimetro della nozione di “persona offesa” e confermando che la legittimazione a presentare una querela per furto è più ampia di quanto si possa pensare. Il caso analizzato offre spunti fondamentali per comprendere la tutela penale del patrimonio.
I Fatti di Causa
Due soggetti, condannati in Corte d’Appello per il reato di furto aggravato in concorso, hanno proposto ricorso per Cassazione. La loro difesa si basava su un unico, ma fondamentale, motivo: l’assenza della necessaria condizione di procedibilità. In altre parole, sostenevano che la querela alla base del procedimento penale non fosse valida.
L’Unico Motivo di Ricorso: Il Difetto della Condizione di Procedibilità
Secondo i ricorrenti, la querela era stata sporta da una persona non legittimata a farlo, ovvero il responsabile della sicurezza dell’esercizio commerciale dove era avvenuto il furto. A loro avviso, solo il legale rappresentante della società proprietaria dei beni avrebbe avuto il potere di presentare validamente la querela. Questa tesi mirava a far cadere l’intero impianto accusatorio per un vizio procedurale iniziale.
La Querela per Furto e la Legittimazione del Detentore
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, definendolo “manifestamente infondato”. I giudici hanno chiarito che il concetto di persona offesa dal reato di furto non coincide esclusivamente con il proprietario del bene. Il bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice non è solo la proprietà, ma anche il possesso o la detenzione della cosa mobile altrui.
La Corte ha ribadito un principio consolidato, secondo cui la titolarità del diritto di querela spetta a chiunque abbia una relazione di fatto con il bene, qualificabile come detenzione. Questo include anche il possesso che si costituisce in modo clandestino o illecito, a dimostrazione di quanto sia ampia la tutela offerta dall’ordinamento.
Il Ruolo del Responsabile della Sicurezza
Nello specifico, la figura del responsabile della sicurezza di un’attività commerciale è stata considerata titolare di una “detenzione qualificata”. Anche se non è il proprietario dei beni e non ne ha la rappresentanza legale, ha il compito di custodirli e proteggerli. Questa responsabilità gli conferisce un potere di fatto sui beni che lo legittima a sporgere querela per tutelarli da aggressioni esterne come il furto. La Corte ha sottolineato che tale legittimazione sussiste anche se il responsabile non era fisicamente presente al momento del fatto, poiché la sua posizione di garanzia è stabile e non legata alla presenza contingente.
Le Motivazioni della Decisione
La decisione della Suprema Corte si fonda su due importanti precedenti giurisprudenziali. Il primo, una sentenza delle Sezioni Unite (n. 40354/2013), ha stabilito che la nozione di possesso rilevante ai fini del delitto di furto comprende qualsiasi relazione di fatto con la cosa, non richiedendo necessariamente la disponibilità fisica diretta. Il secondo (sentenza n. 3736/2019) ha specificamente riconosciuto al responsabile della sicurezza la qualifica di detentore qualificato, e quindi la legittimazione a proporre querela.
Di conseguenza, la Corte ha concluso che i giudici di merito avevano correttamente ritenuto valida la querela presentata dal responsabile della sicurezza, rendendo il motivo di ricorso palesemente infondato. L’inammissibilità del ricorso ha comportato la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Le Conclusioni
L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Ampliando la legittimazione a sporgere querela per furto anche a figure come i responsabili della sicurezza, si garantisce una tutela più efficace e immediata del patrimonio, specialmente in contesti commerciali e aziendali. Questa interpretazione riconosce che la protezione penale non si limita al diritto di proprietà in senso stretto, ma si estende a tutte quelle situazioni di fatto in cui un soggetto ha un potere di custodia e vigilanza sui beni, rafforzando così gli strumenti di contrasto alla criminalità predatoria.
Chi può sporgere querela per il reato di furto?
La querela può essere sporta non solo dal proprietario del bene, ma da chiunque ne abbia il possesso o la detenzione qualificata, intesa come una relazione di fatto con la cosa che implica un potere di custodia e vigilanza sulla stessa.
Il responsabile della sicurezza di un negozio può sporgere querela per un furto?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il responsabile della sicurezza è titolare di una detenzione qualificata dei beni presenti nell’esercizio commerciale e, di conseguenza, è pienamente legittimato a sporgere querela, anche se non è il proprietario e non era fisicamente presente al momento del reato.
Qual è la conseguenza se un ricorso in Cassazione viene giudicato manifestamente infondato?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile perché manifestamente infondato, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro a titolo di sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 37024 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 37024 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 28/10/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: MAURATE COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 29/11/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
NOME e NOME COGNOME hanno proposto ricorso avverso la sentenza indicata in epigrafe e con la quale sono stati condannati per il reato previsto dagli artt.110, 624, 625, nn.2 e 5, cod.pen..
L’unico motivo di ricorso, attinente alla dedotta assenza della necessaria condizione di procedibilità, è manifestamente infondato.
Difatti, la Corte ha fatto coerente applicazione del principio in forza del quale il bene giuridico protetto dal delitto di furto è individuabile non solo nella propriet o nei diritti reali personali o di godimento, ma anche nel possesso – inteso come relazione di fatto che non richiede la diretta fisica disponibilità – che si configur anche in assenza di un titolo giuridico e persino quando esso si costituisce in modo clandestino o illecito, con la conseguenza che anche al titolare di tale posizione di fatto spetta la qualifica di persona offesa e, di conseguenza, la legittimazione a proporre querela (Sez. U, n. 40354 del 18/07/2013, COGNOME, Rv. 255975); essendo stata specificamente ritenuta titolare del potere di proporre querela anche la figura del responsabile della sicurezza dell’esercizio, anche quando non sia munito dei poteri di rappresentanza del proprietario, in quanto titolare della detenzione qualificata della cosa in custodia, che è compresa nel bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice (Sez. 5, n. 3736 del 04/12/2018, dep. 2019, Lafleur, Rv. 275342).
Ne consegue che, coerentemente, i giudici di merito hanno ritenuto sussistente la relativa legittimazione in capo al responsabile della sicurezza, anche se fisicamente non presente al momento del fatto.
Segue, a norma dell’articolo 616 cod. proc. pen., la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese del procedimento ed al pagamento a favore della Cassa delle ammende, non emergendo ragioni di esonero, della somma di euro tremila ciascuno a titolo di sanzione pecuniaria.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila ciascuno in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 28 ottobre 2025
ic:.)
Il Consigliere estensore
4a Présidente
NOME COGNOME
13/nOV 2025