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Querela per furto: chi può presentarla in un negozio?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto di merce per un valore di 305 euro. L’ordinanza stabilisce due principi chiave: primo, il responsabile della sicurezza di un esercizio commerciale è pienamente legittimato a sporgere querela per furto, in quanto detentore qualificato dei beni. Secondo, un danno economico di 305 euro non può essere considerato di ‘speciale tenuità’ ai fini della concessione della relativa attenuante. La Corte ha quindi confermato la condanna e ha aggiunto il pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle Ammende.

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Pubblicato il 30 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Querela per Furto: Chi è Legittimato a Sporgerla in un Esercizio Commerciale?

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 25712/2024, offre importanti chiarimenti su due aspetti cruciali del diritto penale applicati ai furti in esercizi commerciali. Il primo riguarda chi ha il diritto di sporgere la querela per furto, mentre il secondo si concentra sui criteri per la concessione dell’attenuante del danno di speciale tenuità. La decisione analizza il caso di un tentato furto in un supermercato, fornendo principi guida utili per operatori del settore e legali. Questo articolo esamina in dettaglio la vicenda processuale, le argomentazioni delle parti e la decisione finale della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla condanna, confermata in secondo grado dalla Corte di Appello di Roma, di un uomo per il reato di tentato furto, previsto dagli articoli 56 e 624 del codice penale. L’imputato era stato sorpreso mentre cercava di sottrarre merce per un valore complessivo di 305 euro, nello specifico 45 confezioni di pinoli, un alimento di pregio destinato alla vendita.

La condanna era stata fissata in due mesi e venti giorni di reclusione, oltre a una multa di cinquanta euro.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due principali motivi di doglianza:

1. Violazione di legge sulla rappresentanza: Si contestava la validità della querela, sostenendo che non fosse stata fornita la prova della fonte dei poteri di rappresentanza della persona che l’aveva sporta, ovvero il responsabile della sicurezza del supermercato.
2. Vizio di motivazione sull’attenuante: Si lamentava il diniego ingiustificato della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità, prevista dall’articolo 62, n. 4, del codice penale.

La Legittimazione del Responsabile Sicurezza alla Querela per Furto

La Corte di Cassazione ha ritenuto il primo motivo manifestamente infondato, aderendo a un orientamento giurisprudenziale consolidato. I giudici hanno chiarito che, ai fini della procedibilità per un furto commesso in un supermercato, il responsabile della sicurezza è legittimato a proporre querela. Questo diritto non deriva necessariamente da un potere di rappresentanza formale conferito dal proprietario, ma dalla sua posizione di titolare della detenzione qualificata della merce.

La detenzione qualificata è una relazione di fatto con il bene che è protetta dalla norma incriminatrice del furto. Il responsabile della sicurezza, avendo il compito di custodire la merce, ne è il detentore qualificato e, pertanto, ha un interesse diretto e personale a richiederne la tutela penale. La sua semplice qualificazione come tale dinanzi alle forze dell’ordine è stata ritenuta prova sufficiente della sua legittimazione, in assenza di contestazioni e considerato il rischio di sanzioni per dichiarazioni false.

L’Attenuante del Danno di Speciale Tenuità e la Querela per Furto

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte ha ribadito che la concessione dell’attenuante del danno di speciale tenuità richiede che il pregiudizio economico causato alla vittima sia lievissimo, quasi irrisorio. L’analisi non deve limitarsi al solo valore nominale della cosa sottratta, ma deve considerare anche eventuali ulteriori effetti dannosi. È irrilevante, invece, la capacità economica della persona offesa di sopportare il danno.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha giudicato il ricorso inammissibile. Sul primo punto, ha confermato che il responsabile della sicurezza di un negozio, in quanto detentore qualificato dei beni, ha pieno titolo a sporgere querela per furto, senza necessità di dimostrare una procura formale da parte della proprietà. Sul secondo punto, i giudici hanno ritenuto che il valore dei beni sottratti, pari a 305 euro, e la loro natura (merce di pregio destinata alla rivendita), escludessero la possibilità di qualificare il danno come di ‘speciale tenuità’. Un simile valore economico non può essere considerato ‘irrisorio’.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza n. 25712/2024 rafforza due principi fondamentali. Primo, la tutela penale contro il furto in un esercizio commerciale può essere attivata efficacemente dal personale preposto alla sicurezza, semplificando le procedure di denuncia. Secondo, la valutazione per l’applicazione dell’attenuante del danno lieve deve essere rigorosa e oggettiva, basandosi sul valore effettivo del pregiudizio e non sulla condizione economica della vittima. La decisione ha quindi portato alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende.

Il responsabile della sicurezza di un supermercato può sporgere querela per furto?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che il responsabile della sicurezza è legittimato a presentare la querela perché è considerato ‘titolare della detenzione qualificata’ della merce, ovvero ha un rapporto di custodia e controllo sui beni che lo abilita a chiederne la tutela penale.

Quando si applica l’attenuante del danno di ‘speciale tenuità’?
Questa attenuante si applica solo quando il pregiudizio economico causato è ‘lievissimo’, ovvero di valore quasi irrisorio. La valutazione tiene conto non solo del valore del bene sottratto, ma anche di eventuali altri danni conseguenti, mentre è irrilevante la capacità economica della vittima di sopportare la perdita.

Un danno economico di 305 euro è considerato di ‘speciale tenuità’?
No. Secondo la Corte, un valore di 305 euro, specialmente se riferito a merce di pregio destinata alla rivendita (come 45 confezioni di pinoli), non può essere considerato ‘lievissimo’ e quindi non giustifica la concessione dell’attenuante del danno di speciale tenuità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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