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Querela per furto: chi può presentarla in negozio?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per furto in un supermercato. L’imputato sosteneva l’invalidità della querela per furto presentata dal responsabile del punto vendita. La Corte ha ribadito che non solo il proprietario, ma chiunque abbia la detenzione qualificata dei beni (come un direttore o un addetto) è legittimato a sporgere querela. È stata inoltre confermata la decisione di non concedere le attenuanti generiche a causa dei numerosi precedenti penali del ricorrente.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Querela per Furto: Il Dipendente del Supermercato Può Sporgerla?

La questione della validità di una querela per furto presentata non dal proprietario legale ma da un dipendente di un esercizio commerciale è un tema ricorrente nelle aule di tribunale. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata sull’argomento, chiarendo in modo definitivo chi possiede la legittimazione ad agire in questi casi. L’analisi della Corte offre spunti fondamentali per comprendere la tutela giuridica estesa non solo alla proprietà, ma anche al possesso e alla detenzione dei beni.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato per furto all’interno di un supermercato. L’imputato aveva impugnato la sentenza della Corte d’Appello, sollevando diverse eccezioni, tra cui quella principale relativa alla validità della querela. Secondo la difesa, la denuncia era stata sporta dal responsabile del supermercato, un soggetto che, a suo dire, non aveva la qualifica formale per rappresentare la società proprietaria e, quindi, non era legittimato a presentare la querela.

I Motivi del Ricorso

Il ricorrente basava la sua difesa su tre motivi principali:
1. Violazione di legge sulla procedibilità: Si contestava la validità della querela per furto, sostenendo che il responsabile del supermercato non avesse fornito alcuna prova documentale della sua qualifica e del suo potere di rappresentanza.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si lamentava il diniego delle circostanze attenuanti generiche, ritenuto ingiustificato.
3. Vizio motivazionale sulla recidiva: Si criticava la motivazione della Corte territoriale in merito alla ritenuta recidiva.

La richiesta finale era l’annullamento della sentenza impugnata.

L’Analisi della Corte sulla Querela per Furto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi infondati e riproduttivi di censure già correttamente esaminate e respinte nei gradi di merito. Il punto cruciale della decisione riguarda la legittimazione a proporre querela.

Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato, richiamando una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite (n. 40354/2013). Secondo tale orientamento, il bene giuridico protetto dal delitto di furto non è solo la proprietà o altri diritti reali, ma anche il semplice possesso, inteso come relazione di fatto con la cosa. Questa relazione non richiede un titolo giuridico formale e può esistere anche se costituita in modo clandestino o illecito.

Di conseguenza, la qualifica di persona offesa e la legittimazione a proporre querela spettano anche al titolare di questa posizione di fatto. Nel contesto di un supermercato, questa posizione è ricoperta da chiunque abbia una detenzione qualificata della merce.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che la motivazione della Corte d’Appello era logica, congrua e corretta in diritto. In primo luogo, per quanto riguarda la querela per furto, è stato chiarito che figure come il direttore, il caporeparto, il responsabile della sicurezza e persino il cassiere sono titolari di una detenzione qualificata dei beni. Essi hanno il potere-dovere di custodire, gestire o alienare la merce nell’ambito delle loro mansioni. Pertanto, la semplice auto-qualificazione come ‘responsabile’ del supermercato da parte di chi ha sporto la querela è stata ritenuta sufficiente per radicare in capo a lui il potere di agire, a prescindere da una formale delega di rappresentanza da parte della proprietà.

In secondo luogo, riguardo al diniego delle attenuanti generiche e alla valutazione della recidiva, la Corte ha sottolineato come la decisione del giudice di merito fosse ampiamente giustificata. È stato preso in esame il curriculum criminale dell’imputato, costellato di numerose e recenti condanne per reati contro il patrimonio. Questi precedenti, uniti all’assenza di qualsiasi segno di ravvedimento e alle violazioni delle misure cautelari, delineavano un quadro di elevata e incontenibile pericolosità sociale. La Corte ha ritenuto che la condotta criminosa non fosse un episodio isolato, ma la prosecuzione di un percorso criminale consolidato, giustificando pienamente sia l’applicazione dell’aggravante della recidiva sia il diniego delle attenuanti.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione conferma un principio di diritto di grande rilevanza pratica: la tutela contro il furto si estende oltre la mera titolarità formale del bene. Chiunque abbia una responsabilità di fatto sulla merce, come un dipendente con compiti di gestione o custodia, è considerato persona offesa dal reato e, pertanto, ha il pieno diritto di sporgere querela. Questa decisione non solo snellisce le procedure, ma garantisce anche una protezione più efficace e immediata contro i reati predatori negli esercizi commerciali. Il rigetto del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria suggellano la posizione netta della giurisprudenza su questo tema.

Chi è legittimato a presentare una querela per furto commesso in un supermercato?
Non solo il proprietario o il legale rappresentante, ma chiunque abbia una posizione di detenzione qualificata della merce. Questo include il responsabile del negozio, il caporeparto, l’addetto alla sicurezza o il cassiere, in quanto titolari di una relazione di fatto con i beni che implica un potere di gestirli, custodirli o disporne.

Perché la Corte ha negato le circostanze attenuanti generiche all’imputato?
La Corte ha negato le attenuanti a causa del significativo curriculum criminale del ricorrente, caratterizzato da plurime e recenti condanne per reati contro il patrimonio. Tale profilo indicava un’elevata pericolosità sociale, un’assenza di ravvedimento e un concreto pericolo di ricaduta nel crimine, elementi che superavano qualsiasi possibile fattore a suo favore.

Cosa significa che il bene giuridico protetto dal reato di furto non è solo la proprietà?
Significa che la norma penale non tutela unicamente il diritto di proprietà in senso stretto, ma anche qualsiasi relazione di fatto con il bene, come il possesso o la detenzione. Di conseguenza, anche chi non è proprietario ma detiene legittimamente un bene (ad esempio, il responsabile di un negozio rispetto alla merce esposta) è considerato persona offesa dal furto e può tutelarsi legalmente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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