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Querela per furto: chi può presentarla in negozio?

La Corte di Cassazione ha stabilito che un dipendente di un esercizio commerciale, come un cassiere, ha il diritto di presentare una querela per furto. Questo diritto deriva dalla sua “detenzione qualificata” dei beni e non richiede una delega formale dal proprietario. La Corte ha annullato una precedente decisione di un tribunale che aveva archiviato un caso per mancanza di una querela valida, chiarendo che la relazione di fatto del dipendente con la merce è sufficiente a legittimarlo come persona offesa. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Querela per furto: la Cassazione conferma il diritto del dipendente

La presentazione di una valida querela per furto è un passo fondamentale per avviare un procedimento penale. Ma cosa succede quando il furto avviene all’interno di un negozio? Chi ha il diritto di sporgere querela? Solo il proprietario o anche i dipendenti presenti? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 23172 del 2025, offre un chiarimento decisivo su questo punto, ampliando la nozione di “persona offesa” e riconoscendo un ruolo attivo al personale del punto vendita.

I fatti del caso

Il caso trae origine da un procedimento per furto aggravato di merci presso un esercizio commerciale. Il Tribunale di primo grado aveva dichiarato il non luogo a procedere, ritenendo che mancasse una valida querela. Secondo il giudice, le querele presentate da una dipendente e dalla responsabile del negozio non erano valide perché non provenivano dal legale rappresentante della società proprietaria dei beni.

Contro questa decisione, il Procuratore Generale ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che il Tribunale avesse commesso un errore di diritto, ignorando la legittimazione dei soggetti che avevano effettivamente sporto querela.

La questione giuridica: chi può presentare una querela per furto?

Il cuore della questione legale ruota attorno all’identificazione della “persona offesa” dal reato di furto in un contesto commerciale. La procedibilità del reato, infatti, dipende dalla volontà di questa figura. È solo il titolare del diritto di proprietà sulla merce sottratta o anche chi, pur non essendo proprietario, ha un legame qualificato con essa?

La Corte di Cassazione è stata chiamata a stabilire se la responsabile di un punto vendita o una sua dipendente-cassiera potessero validamente presentare una querela per furto, indipendentemente da una delega formale del proprietario.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sul diritto di querela

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza del Tribunale e rinviando il caso per un nuovo giudizio. Le motivazioni si basano su un consolidato orientamento giurisprudenziale che interpreta in modo estensivo la figura della persona offesa.

Il concetto di “persona offesa” e “detenzione qualificata”

Richiamando anche una pronuncia delle Sezioni Unite, i giudici hanno ribadito che il bene giuridico protetto dal reato di furto non è solo la proprietà, ma anche il possesso e la detenzione. Di conseguenza, la persona offesa non è soltanto il proprietario, ma chiunque abbia una “detenzione qualificata” della cosa. Questa si concretizza in una relazione di fatto con il bene che implica un potere autonomo di custodia, gestione e controllo, anche ai fini della vendita.

L’irrilevanza della delega formale

La Cassazione ha chiarito che il potere di sporgere querela per il detentore qualificato è autonomo e non deriva da una delega del proprietario. Nel caso specifico, la cassiera di un supermercato, così come la responsabile del punto vendita, è titolare di una detenzione qualificata della merce esposta. Il suo ruolo non si limita alla mera gestione della cassa, ma include la custodia e la salvaguardia dei beni nell’interesse dell’esercizio commerciale. Pertanto, è pienamente legittimata a presentare la querela per furto in caso di sottrazione della merce.

Le conclusioni: implicazioni pratiche per i commercianti

La sentenza ha importanti conseguenze pratiche. Riconosce che il personale di un negozio non è un mero esecutore, ma un custode dei beni aziendali. Questo rafforza la tutela contro i furti, consentendo un intervento immediato e legittimo da parte di chi si trova sul posto al momento del reato. Gli esercenti commerciali possono quindi sentirsi più sicuri, sapendo che i loro dipendenti, in particolare quelli con ruoli di responsabilità e controllo sulla merce, possono attivare la tutela penale senza la necessità di attendere l’intervento del legale rappresentante, rendendo più efficace e tempestiva la risposta giudiziaria ai reati contro il patrimonio.

Un dipendente di un negozio può presentare una querela per furto?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, un dipendente che ha la “detenzione qualificata” della merce, come una cassiera o la responsabile di un punto vendita, è considerato “persona offesa” e può legittimamente sporgere querela.

È necessaria una delega scritta del proprietario affinché un dipendente possa sporgere querela?
No. La sentenza chiarisce che il diritto di querela per chi detiene in modo qualificato un bene è autonomo e non dipende da una delega formale del proprietario. Nasce direttamente dalla relazione di custodia e gestione che il dipendente ha con la merce.

Chi è considerato “persona offesa” nel reato di furto secondo questa sentenza?
La “persona offesa” non è solo il proprietario dei beni, ma chiunque abbia su di essi un potere di fatto che si configura come “detenzione qualificata”, ovvero un autonomo potere di custodia, gestione e controllo, anche se esercitato nell’interesse di altri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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