LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Querela per furto: chi può denunciare in negozio?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21182/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato per furto. Il punto centrale è la legittimazione alla querela per furto: la Corte ha ribadito che il responsabile di un esercizio commerciale, in virtù del suo “ius possessionis” sulla merce, può validamente sporgere querela, anche se non è il proprietario o un rappresentante legale dell’azienda.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Querela per furto: chi può denunciare un taccheggio in negozio?

La questione della legittimazione a sporgere una querela per furto in un esercizio commerciale è un tema di grande rilevanza pratica. Chi ha il diritto di avviare l’azione penale quando viene sottratta della merce? Solo il proprietario o anche il responsabile del punto vendita? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento decisivo, confermando un principio fondamentale a tutela di chi gestisce quotidianamente un’attività commerciale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato per furto. L’imputato, attraverso i suoi legali, ha impugnato la sentenza della Corte d’Appello, portando la questione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione. Sebbene i dettagli specifici del furto non siano il fulcro della decisione, l’elemento centrale del ricorso riguardava, con ogni probabilità, un vizio procedurale legato alla validità della querela che aveva dato inizio al procedimento penale. L’obiettivo era ottenere l’annullamento della condanna sostenendo che la persona che aveva sporto denuncia non ne avesse il titolo.

La Decisione della Corte sulla querela per furto

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. Di conseguenza, la condanna è diventata definitiva. La Corte ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione, sebbene sintetica, è estremamente chiara nel ribadire un principio giuridico consolidato.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nel concetto di “ius possessionis”. La Corte ha spiegato che il responsabile di un esercizio commerciale, anche se non è il proprietario legale dei beni in vendita e non ha poteri di rappresentanza formale, detiene un legittimo diritto di possesso sulla merce. Questa merce è da lui detenuta ed esposta al pubblico per la vendita.

Questo potere di fatto sulla cosa (ius possessionis) è sufficiente a conferirgli la legittimazione a sporgere querela per proteggere i beni da atti illeciti come il furto. La Corte ha sottolineato che la posizione del responsabile del negozio non è quella di un mero custode, ma di un soggetto che ha un interesse diretto e qualificato alla tutela dei beni che gli sono affidati. La sua relazione con la merce è tale da essere giuridicamente rilevante e meritevole di protezione attraverso la possibilità di attivare l’azione penale.

Citando una precedente sentenza (Sez. 6, n. 1037 del 15/06/2012), i giudici hanno rafforzato l’idea che la legittimazione a querelare non spetta solo al titolare del diritto di proprietà, ma anche a chi esercita un potere di fatto sulla cosa, come appunto il responsabile di un negozio.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche per la gestione della sicurezza nei punti vendita. La decisione conferma che:

1. Rapidità di intervento: I responsabili dei negozi, store manager o direttori di punto vendita possono sporgere immediatamente querela in caso di furto, senza dover attendere l’intervento del proprietario legale della società o di un procuratore speciale. Questo snellisce le procedure e garantisce una risposta più rapida ed efficace.
2. Certezza del diritto: Viene offerta una chiara indicazione alle Forze dell’Ordine, che possono raccogliere la querela dal responsabile presente sul posto con la certezza della sua validità procedurale.
3. Tutela rafforzata: Il principio dello ius possessionis rafforza la tutela del patrimonio aziendale, riconoscendo a chi opera in prima linea gli strumenti giuridici per difenderlo attivamente.

Chi può sporgere querela per un furto avvenuto in un negozio?
Secondo la Corte di Cassazione, la querela può essere validamente sporta dal responsabile dell’esercizio commerciale, anche se non è il proprietario della merce.

Perché il responsabile di un negozio può denunciare un furto?
Può farlo perché detiene il cosiddetto “ius possessionis”, ovvero un diritto di possesso sulla merce esposta al pubblico. Questa relazione di fatto con i beni gli conferisce la legittimazione a proteggerli legalmente.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta che il ricorso non venga esaminato nel merito. La decisione impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati