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Querela furto supermercato: la Cassazione decide

Un soggetto ricorre in Cassazione dopo una condanna per tentato furto aggravato in un supermercato. I motivi del ricorso riguardano la validità della querela sporta dal vicedirettore, la sussistenza del mezzo fraudolento e il trattamento sanzionatorio. La Corte Suprema dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che la querela per furto in supermercato è valida se presentata dal direttore o vicedirettore, in quanto titolari di una detenzione qualificata dei beni. Viene inoltre confermata l’aggravante del mezzo fraudolento, non per il semplice uso di uno zaino, ma per la condotta coordinata e ingannevole dei complici volta a distrarre il personale.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Querela Furto Supermercato: La Cassazione Conferma la Legittimità del Vicedirettore

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione torna a fare chiarezza su alcuni aspetti cruciali relativi al reato di furto nei supermercati. La pronuncia analizza la validità della querela furto supermercato sporta da un dipendente con ruolo direttivo e la configurabilità dell’aggravante del mezzo fraudolento. La decisione offre importanti spunti di riflessione per operatori del diritto e responsabili della grande distribuzione.

I Fatti del Caso: Tentato Furto e Ricorso in Cassazione

Il caso riguarda un individuo condannato nei primi due gradi di giudizio per concorso in tentato furto aggravato, commesso all’interno di un esercizio commerciale. La tecnica utilizzata era quella classica: mentre un complice distraeva il personale di cassa pagando merce di poco valore, l’imputato recuperava uno zaino, precedentemente riempito di prodotti, da un punto non direttamente visibile e tentava di allontanarsi.

Contro la sentenza della Corte d’Appello, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, sollevando tre questioni principali:
1. L’illegittimità della querela, in quanto presentata dalla vicedirettrice del supermercato, a suo dire priva dei poteri di rappresentanza del proprietario.
2. L’insussistenza della circostanza aggravante del mezzo fraudolento.
3. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche nella massima estensione e di altri benefici di legge.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. I giudici di legittimità hanno ritenuto i motivi del ricorso riproduttivi di censure già correttamente esaminate e respinte dal giudice di merito, oltre che manifestamente infondati alla luce della consolidata giurisprudenza.

La Legittimità della Querela Furto Supermercato

Il punto più interessante della decisione riguarda la validità della querela. La Cassazione ha ribadito un principio ormai consolidato: ai fini della procedibilità per il reato di furto in un supermercato, il direttore o il vicedirettore dell’esercizio sono legittimati a proporre querela.

Questo diritto non deriva da un formale potere di rappresentanza conferito dal proprietario, ma dalla posizione di detenzione qualificata che essi ricoprono rispetto alla merce esposta. Tale posizione rientra nel bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice, conferendo loro il diritto di attivare la tutela penale. La Corte ha richiamato precedenti pronunce, tra cui una delle Sezioni Unite, che hanno stabilito in modo definitivo questo principio, rendendo il motivo di ricorso palesemente infondato.

L’Aggravante del Mezzo Fraudolento: Non Solo lo Zaino

Anche la censura relativa all’aggravante del mezzo fraudolento è stata respinta. La Corte ha specificato che l’aggravante non era stata riconosciuta semplicemente per l’uso di uno zaino per nascondere la merce. Il carattere fraudolento della condotta risiedeva, piuttosto, nelle specifiche modalità dell’azione: una vera e propria messinscena coordinata tra i due concorrenti. La distrazione del personale di cassa, attuata da un complice con il pretesto di un piccolo pagamento, era l’elemento chiave che, unito all’occultamento della merce, integrava quell’astuzia e quell’inganno richiesti per la configurazione del mezzo fraudolento.

Le Motivazioni sul Trattamento Sanzionatorio

Infine, la Corte ha giudicato inammissibili anche i motivi relativi al trattamento sanzionatorio. I giudici di merito avevano adeguatamente motivato il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche in misura prevalente, sottolineando l’assenza di elementi positivi da valorizzare e, al contrario, evidenziando le modalità preordinate della condotta. Queste stesse modalità hanno portato ad escludere la particolare tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131-bis c.p. La concessione di altri benefici di legge è stata negata sulla base delle condizioni di “assoluta marginalità sociale” dell’imputato, che non permettevano di formulare una prognosi favorevole circa la sua futura astensione dal commettere reati.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame, pur non introducendo nuovi principi, consolida importanti orientamenti giurisprudenziali. Per le aziende della grande distribuzione, conferma che i responsabili dei punti vendita (direttori e vicedirettori) hanno pieno titolo per sporgere querela, semplificando e velocizzando le procedure di denuncia. Sul piano giuridico, ribadisce che la valutazione del mezzo fraudolento non deve essere statica, ma dinamica, analizzando l’intera condotta del reo e dei suoi complici per individuare quegli elementi di astuzia che aggravano il reato. La decisione sottolinea come la pianificazione e la coordinazione di un’azione criminosa siano elementi che pesano negativamente sia sulla qualificazione del fatto sia sulla valutazione della pena.

Chi può sporgere querela per un furto in un supermercato?
Secondo la Corte di Cassazione, il direttore o il vicedirettore del supermercato sono legittimati a sporgere querela, anche se non hanno poteri formali di rappresentanza da parte del proprietario. Questo perché detengono una “detenzione qualificata” della merce, che è un interesse protetto dalla legge.

Quando un furto in supermercato è aggravato dal mezzo fraudolento?
L’aggravante del mezzo fraudolento non si basa solo sull’occultamento della merce (ad esempio in uno zaino). Si configura quando viene posta in essere un’azione astuta e ingannevole, come nel caso di specie, dove un complice ha deliberatamente distratto il personale di cassa per permettere all’altro di agire indisturbato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano considerati una semplice riproposizione di questioni già valutate e correttamente respinte nei precedenti gradi di giudizio, e perché si ponevano in contrasto con principi di diritto ormai consolidati nella giurisprudenza della Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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