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Querela furto supermercato: chi può presentarla?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto aggravato. La sentenza chiarisce la validità della querela furto supermercato presentata dal responsabile della sicurezza, in quanto titolare di una detenzione qualificata dei beni. Inoltre, conferma il valore probatorio del riconoscimento fotografico eseguito in fase di indagini e la legittimità del diniego delle attenuanti generiche in presenza di precedenti penali specifici e recenti.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Querela Furto Supermercato: La Cassazione Chiarisce Chi Può Sporgerla

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14286/2024, è tornata su un tema di grande rilevanza pratica: la validità della querela furto supermercato. La decisione offre spunti fondamentali sulla legittimazione a sporgere querela da parte del personale di sicurezza e sul valore probatorio di alcuni atti di indagine, come il riconoscimento fotografico. Analizziamo insieme i punti salienti di questa pronuncia.

Il Caso: Tentato Furto e Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di tentato furto aggravato, commesso all’interno di un esercizio commerciale. La condanna, emessa dal Tribunale di primo grado, era stata confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato ha quindi proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a diversi motivi, tra cui la presunta invalidità della querela, l’inutilizzabilità del riconoscimento fotografico e la mancata concessione delle attenuanti generiche.

Analisi dei Motivi del Ricorso

Il ricorso si fondava su tre argomentazioni principali, tutte respinte dalla Suprema Corte.

La Validità della Querela Furto Supermercato

Il primo motivo di ricorso contestava la procedibilità dell’azione penale per inidoneità della querela. Secondo la difesa, l’atto non era valido. La Cassazione ha ritenuto questo motivo manifestamente infondato. La Corte ha sottolineato che la querela era stata sporta da una testimone oculare e che, in ogni caso, la giurisprudenza consolidata riconosce al responsabile della sicurezza di un supermercato la legittimazione a proporre querela. Questo perché tale figura è titolare della ‘detenzione qualificata’ della merce, ovvero detiene i beni per conto del proprietario con un dovere di custodia. La sua posizione rientra quindi nella tutela offerta dalla norma penale.

Il Valore del Riconoscimento Fotografico

Il ricorrente lamentava l’inutilizzabilità del riconoscimento fotografico, poiché non erano state rispettate le formalità previste dall’art. 213 del codice di procedura penale. Anche questo motivo è stato giudicato infondato. I giudici hanno chiarito che l’individuazione fotografica di un soggetto, compiuta nel corso delle indagini preliminari, assume una forza probatoria che prescinde dalle modalità formali tipiche del riconoscimento in senso stretto. Si tratta di un elemento di prova che il giudice può liberamente valutare insieme agli altri.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Infine, l’imputato si doleva della mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. La Corte ha respinto la doglianza, definendola generica e manifestamente infondata. La decisione del giudice di merito di negare le attenuanti era basata su una motivazione logica e priva di vizi: la ‘negativa personalità dell’imputato’, desunta dai suoi numerosi precedenti penali, anche specifici e recenti. La Cassazione ha ribadito che il giudice non è tenuto ad analizzare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma è sufficiente che motivi la sua scelta sulla base degli elementi ritenuti decisivi.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto basato su motivi manifestamente infondati e, in parte, sulla pedissequa reiterazione di argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. La Suprema Corte ha confermato la correttezza della sentenza impugnata, ritenendo le motivazioni dei giudici di merito logiche, coerenti e in linea con i principi giurisprudenziali consolidati. La decisione sulla querela, sul riconoscimento fotografico e sulle attenuanti generiche è stata pertanto pienamente avallata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida alcuni principi di notevole importanza pratica. In primo luogo, stabilisce che per la querela furto supermercato è legittimato ad agire non solo il proprietario legale dell’esercizio commerciale, ma anche chi ha la detenzione qualificata della merce, come un responsabile della sicurezza. In secondo luogo, ribadisce che gli atti di indagine, come l’individuazione tramite fotografia, hanno pieno valore probatorio anche se non seguono le rigide formalità previste per gli atti dibattimentali. Infine, ricorda che la concessione delle attenuanti generiche è una valutazione discrezionale del giudice di merito, che può essere legittimamente negata in presenza di una personalità dell’imputato che denoti una propensione a delinquere, come dimostrato da precedenti penali.

Chi è legittimato a sporgere querela per un furto commesso in un supermercato?
Secondo la sentenza, è legittimato a proporre querela non solo il proprietario, ma anche il responsabile della sicurezza dell’esercizio commerciale, in quanto è considerato titolare della detenzione qualificata della merce in custodia.

Un riconoscimento fotografico effettuato durante le indagini preliminari senza le formalità dell’art. 213 c.p.p. è utilizzabile come prova?
Sì, la Corte ha stabilito che l’individuazione fotografica di un soggetto compiuta nel corso delle indagini preliminari assume una forza probatoria che prescinde dalle modalità formali tipiche del riconoscimento, e può essere valutata dal giudice.

Perché la Corte può negare la concessione delle attenuanti generiche?
La Corte può negare le attenuanti generiche in base a una valutazione della personalità dell’imputato. Nel caso di specie, il diniego è stato ritenuto legittimo a causa della ‘negativa personalità dell’imputato, gravato da numerosi precedenti penali, anche specifici e recenti’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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