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Querela furto: chi può presentarla oltre al proprietario

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che dichiarava improcedibile un’accusa di furto. La querela furto, presentata da una cassiera, era stata ritenuta invalida per un vizio di delega. La Suprema Corte ha chiarito che anche chi detiene il bene per custodia o vendita ha un diritto autonomo di sporgere querela, a prescindere dalla volontà del proprietario.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Querela per Furto: Chi Può Sporgerla Davvero? La Cassazione Chiarisce il Ruolo del Detentore

Il diritto di presentare una querela furto non è una prerogativa esclusiva del proprietario del bene sottratto. Anche chi ha una semplice relazione di fatto con la cosa, come un dipendente di un negozio, può avere la legittimazione ad agire. Con la sentenza n. 7193/2024, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale, annullando una decisione che aveva dichiarato l’improcedibilità di un procedimento penale per un vizio formale nella delega a querelare, senza considerare la posizione autonoma del querelante.

Il Caso: Una Querela Ritenuta Invalida

Il caso ha origine da un procedimento per furto a carico di due minori. Il Tribunale per i Minorenni di Sassari aveva dichiarato l’improcedibilità del reato per difetto di querela. La querela, infatti, era stata sporta dalla cassiera del punto vendita dove era avvenuto il furto. Il giudice di primo grado aveva ritenuto la querela invalida perché la delega ricevuta dal legale rappresentante della società proprietaria del negozio presentava dei vizi formali, rendendola inefficace ai sensi dell’art. 122 del codice di procedura penale.

Il Ricorso del Procuratore e la questione sulla querela furto

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica ha proposto ricorso per cassazione. La tesi dell’accusa era semplice ma cruciale: il Tribunale aveva commesso un errore di diritto. Invece di fermarsi all’analisi formale della delega, avrebbe dovuto valutare se la cassiera, in quanto persona con una relazione autonoma e qualificata con la merce (la deteneva per la vendita), avesse un proprio e autonomo diritto a sporgere querela, indipendentemente dalla volontà del proprietario.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso del Procuratore. Ha annullato la sentenza impugnata e ha rinviato il caso alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio, che dovrà attenersi ai principi di diritto enunciati. La Suprema Corte ha censurato l’approccio del Tribunale, giudicato eccessivamente formalistico e non in linea con l’orientamento consolidato della giurisprudenza.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione risiede nel principio, già sancito dalle Sezioni Unite con la celebre sentenza ‘Sciuscio’ (n. 40354/2013), secondo cui il bene giuridico tutelato dal reato di furto non è la proprietà, ma il possesso o la detenzione della cosa mobile. Il possesso, in ambito penale, ha un’accezione più ampia rispetto a quella civilistica dell’art. 1140 c.c. e ricomprende qualsiasi relazione di fatto con il bene, purché non sia meramente occasionale.

Di conseguenza, il diritto di querela furto spetta a chiunque sia titolare di tale relazione qualificata con la cosa sottratta. La Cassazione afferma che la querela è proponibile non solo dal titolare del bene, ma anche dal soggetto che vanti una ‘detenzione qualificata’, come quella per fini di custodia o di vendita.

Nel caso specifico, la cassiera del punto vendita, avendo la merce nella sua disponibilità per venderla, era a tutti gli effetti una detentrice qualificata. Questa posizione le conferiva una legittimazione autonoma a sporgere querela per tutelare quella relazione di fatto con il bene, violata dal furto. L’eventuale invalidità della procura speciale rilasciata dal legale rappresentante diventava, a quel punto, irrilevante.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche. Rafforza la tutela contro i reati predatori, come i furti in esercizi commerciali, chiarendo che i dipendenti (commessi, cassieri, responsabili di reparto) che hanno la gestione o la custodia della merce possono agire tempestivamente sporgendo querela, senza dover attendere un’investitura formale e spesso macchinosa da parte dei legali rappresentanti delle aziende. Ciò garantisce una reazione più rapida ed efficace dell’azione penale, evitando che cavilli burocratici possano portare all’impunità dei colpevoli. La decisione conferma che il diritto penale tutela le situazioni di fatto, riconoscendo il valore della relazione diretta che una persona ha con i beni che le sono affidati.

Chi può sporgere querela per il reato di furto?
Secondo la sentenza, la querela per furto può essere presentata non solo dal proprietario del bene, ma anche da chiunque abbia una detenzione qualificata sulla cosa, come chi la detiene per ragioni di custodia o di vendita.

La querela presentata da una cassiera per un furto avvenuto nel negozio in cui lavora è valida?
Sì, è valida. La cassiera ha una relazione autonoma con la merce (detenzione qualificata a fini di vendita) che la legittima a sporgere querela, indipendentemente da una delega formale e dalla sua validità.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la precedente sentenza di improcedibilità?
La Corte ha annullato la sentenza perché il giudice di merito aveva erroneamente focalizzato la sua attenzione su un presunto vizio formale della delega a querelare, omettendo di valutare se la querelante (la cassiera) avesse un diritto autonomo a proporla in qualità di detentrice qualificata del bene sottratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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