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Querela e furto aggravato: la Cassazione chiarisce

Un uomo viene condannato per simulazione di reato e furto aggravato di energia. La Corte di Cassazione, con la sentenza 4321/2024, annulla la condanna per furto per mancanza della necessaria querela, condizione di procedibilità introdotta da una recente riforma. Viene confermata invece la condanna per la falsa denuncia. Il caso viene rinviato alla Corte d’Appello per la rideterminazione della pena relativa al solo reato di simulazione.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto aggravato: se manca la querela non c’è condanna

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4321 del 2024, ha offerto un importante chiarimento sull’applicazione delle nuove norme in materia di procedibilità per il reato di furto aggravato, sottolineando il ruolo cruciale della querela della persona offesa. La decisione ha portato all’annullamento di una condanna per furto di energia, pur confermando la colpevolezza dell’imputato per un altro reato, quello di simulazione. Analizziamo i dettagli di questa pronuncia e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Tra Simulazione di Reato e Furto di Energia

La vicenda giudiziaria riguarda un imputato condannato in primo e secondo grado per due distinti capi d’imputazione:
1. Simulazione di reato (art. 367 c.p.): Per aver falsamente denunciato il furto di una macchina per caffè che, in realtà, aveva ceduto a terzi.
2. Furto aggravato (art. 625 c.p.): Per aver manomesso il contatore di una società di fornitura energetica al fine di sottrarre energia elettrica.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione contestando entrambe le accuse. Per la simulazione di reato, ha sostenuto di aver agito in buona fede e per errore, senza alcun vantaggio personale, non essendo assicurato contro il furto. Per il furto di energia, ha sollevato una questione procedurale fondamentale: la mancanza della querela da parte della società elettrica, ritenendola una condizione indispensabile per procedere penalmente.

L’Analisi della Corte di Cassazione e il ruolo della querela

La Suprema Corte ha esaminato separatamente i due motivi di ricorso, giungendo a conclusioni opposte.

La Simulazione di Reato

Sul punto della falsa denuncia, i giudici hanno rigettato il ricorso. La Corte ha ritenuto che i giudici di merito avessero valutato in modo logico e congruo le prove, escludendo l’ipotesi di un semplice errore in buona fede. La responsabilità per questo reato è stata quindi confermata e dichiarata irrevocabile.

Il Furto Aggravato e la Mancanza di Querela

La parte più rilevante della sentenza riguarda il furto di energia. La difesa ha correttamente evidenziato che il D.Lgs. 150/2022 (la cosiddetta “Riforma Cartabia”) ha modificato il regime di procedibilità per molti reati, tra cui diverse ipotesi di furto aggravato, subordinandolo alla presentazione di una querela di parte.

Nel caso specifico, la società energetica si era limitata a presentare una denuncia tramite un suo procuratore speciale. La Corte di Cassazione ha chiarito che tale denuncia, provenendo da un incaricato di pubblico servizio, rappresenta un atto dovuto e obbligatorio, ma non può essere equiparata a una querela. Quest’ultima, infatti, è un atto che deve contenere la chiara e libera manifestazione di volontà della persona offesa di perseguire penalmente l’autore del fatto.

Poiché la società non ha mai sporto una formale querela, è venuta a mancare la condizione di procedibilità per il reato di furto contestato.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda sulla rigorosa applicazione del nuovo regime di procedibilità introdotto dalla riforma. La legge ha esteso la necessità della querela a numerose fattispecie di furto aggravato, limitando la procedibilità d’ufficio solo a eccezioni specifiche (come il furto commesso su cose destinate a pubblico servizio). Nel caso in esame, tale specifica circostanza aggravante non era stata contestata all’imputato. Di conseguenza, in assenza di una formale querela da parte della società energetica, l’azione penale non poteva essere proseguita. La denuncia presentata, pur essendo un atto legittimo, non era sufficiente a integrare questo requisito essenziale.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente al capo relativo al furto aggravato, perché l’azione penale non poteva essere iniziata per mancanza di querela. Ha invece rigettato il ricorso per il reato di simulazione. Di conseguenza, il caso è stato rinviato a un’altra sezione della Corte d’Appello di Bologna con il compito di rideterminare la pena esclusivamente per il reato di simulazione di reato, la cui colpevolezza è ormai definitiva.

Perché la condanna per furto aggravato è stata annullata?
La condanna è stata annullata perché, a seguito della riforma legislativa (D.Lgs. 150/2022), per quel tipo di reato è diventata necessaria la querela della persona offesa, e in questo caso la società fornitrice di energia non l’aveva presentata.

Qual è la differenza tra la denuncia presentata dalla società e la querela richiesta dalla legge?
La Corte ha specificato che la denuncia effettuata da un incaricato di pubblico servizio è un atto dovuto e obbligatorio. La querela, invece, è una manifestazione volontaria e facoltativa della persona offesa che esprime il desiderio di perseguire penalmente il colpevole. La prima non può sostituire la seconda quando questa è richiesta come condizione di procedibilità.

Cosa succede ora all’imputato?
L’imputato è stato definitivamente prosciolto dall’accusa di furto. Tuttavia, la sua condanna per il reato di simulazione di reato è diventata definitiva. Il processo torna alla Corte d’Appello solo per ricalcolare la pena relativa a quest’ultimo delitto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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