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Quasi-flagranza: arresto valido dopo le indagini

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di furto in cui gli indagati, arrestati dopo che la polizia aveva visionato le immagini di videosorveglianza, hanno contestato la validità dell’arresto per mancanza di flagranza. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che si configura la quasi-flagranza quando esiste una stretta e ininterrotta continuità tra la commissione del reato, l’indagine immediata e il ritrovamento dei sospettati in possesso della refurtiva. Ha inoltre confermato che il responsabile di un esercizio commerciale è legittimato a sporgere querela.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Quasi-flagranza: Quando l’Arresto è Legittimo Anche Dopo Aver Visionato i Video?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26169/2024, torna a pronunciarsi su un tema cruciale della procedura penale: i confini dell’arresto in stato di quasi-flagranza. La decisione offre chiarimenti fondamentali su quando le forze dell’ordine possono procedere all’arresto anche se non hanno assistito direttamente al reato, ma sono intervenute subito dopo, basandosi su elementi raccolti nell’immediato, come le immagini di videosorveglianza. La sentenza, inoltre, ribadisce chi è legittimato a sporgere querela per furti commessi in esercizi commerciali.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda quattro persone arrestate per una serie di furti aggravati commessi in una farmacia e in un supermercato. L’arresto non è avvenuto durante la commissione dei reati, ma in un momento successivo. Le forze dell’ordine, allertate, si erano recate presso uno degli esercizi commerciali derubati, avevano acquisito le immagini delle telecamere di sicurezza e, sulla base di queste, avevano rapidamente rintracciato e fermato gli autori, trovandoli ancora in possesso della refurtiva. Il Tribunale di Latina convalidava l’arresto, ma i difensori degli indagati proponevano ricorso per cassazione.

I Motivi del Ricorso: Querela e Quasi-Flagranza in Discussione

La difesa ha basato il ricorso su due motivi principali:

1. Carenza di una valida querela: Si sosteneva che le denunce-querele fossero state presentate da persone non legittimate a rappresentare legalmente gli enti offesi (la farmacia e il supermercato).
2. Violazione dell’art. 382 c.p.p.: Secondo i ricorrenti, l’arresto era illegittimo perché avvenuto fuori dai casi di flagranza o quasi-flagranza. L’intervento della polizia, essendo basato su indagini successive (la visione dei filmati), avrebbe interrotto quella continuità temporale e logica richiesta dalla legge.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i motivi inammissibili, ritenendoli infondati e, in parte, generici. Le motivazioni della decisione sono di grande interesse pratico.

Sulla Legittimità della Querela

La Corte ha ribadito un orientamento consolidato: per i furti commessi all’interno di un esercizio commerciale, è legittimato a sporgere querela non solo il legale rappresentante della società, ma anche il responsabile gestionale o chiunque abbia il possesso o la custodia dei beni aziendali. Questo perché il bene giuridico protetto è anche la detenzione qualificata della cosa. Nel caso di specie, le querele erano state sporte dal contitolare della farmacia e da un’assistente di filiale del supermercato, figure ritenute pienamente legittimate a tale atto.

La Definizione di Quasi-Flagranza secondo la Cassazione

Il punto centrale della sentenza riguarda la corretta interpretazione della quasi-flagranza. La Corte ha spiegato che questo stato non richiede la diretta percezione del reato da parte della polizia giudiziaria. Ciò che conta è l’esistenza di una stretta contiguità tra la commissione del fatto e la successiva sorpresa del presunto autore con le ‘cose’ o le ‘tracce’ del reato.

Il Collegio ha precisato che deve esserci un susseguirsi ininterrotto di azioni: la condotta del reo e l’intervento degli operanti a seguito dell’individuazione di prove evidenti. Nel caso analizzato, la sequenza è stata la seguente:

1. Commissione del reato.
2. Immediato allarme alle forze dell’ordine.
3. Intervento della polizia che visiona i filmati.
4. Ricerca e rintraccio degli autori, avvenuti senza soluzione di continuità.
5. Scoperta dei sospettati ancora in possesso della refurtiva.

Questa catena di eventi, strettamente collegata nel tempo e nella logica, integra pienamente i requisiti della quasi-flagranza, rendendo l’arresto pienamente legittimo.

Conclusioni

La sentenza n. 26169/2024 della Corte di Cassazione rafforza un’interpretazione pragmatica ed efficace dell’istituto della quasi-flagranza. Viene confermato che l’utilizzo di strumenti moderni come la videosorveglianza, se impiegato nell’immediatezza del fatto, non interrompe il nesso di continuità richiesto per l’arresto. La decisione fornisce quindi una guida chiara per le forze dell’ordine, legittimando un intervento rapido ed efficiente basato su prove concrete raccolte subito dopo la commissione di un reato, e allo stesso tempo tutela il diritto, semplificando la procedura di querela nei contesti commerciali.

Chi può validamente sporgere querela per un furto commesso in un supermercato o in una farmacia?
La querela può essere validamente proposta dal responsabile gestionale o da chiunque sia il compossessore dei beni aziendali (es. un direttore di filiale o un assistente delegato), anche se non è formalmente investito dei poteri di rappresentanza legale del proprietario.

Un arresto è legittimo se la polizia individua il colpevole solo dopo aver visionato le immagini di videosorveglianza?
Sì, l’arresto è legittimo. Se la visione delle immagini, il rintracciamento del sospettato e il suo fermo avvengono in una sequenza temporale e logica ininterrotta subito dopo il reato, si configura lo stato di quasi-flagranza, che giustifica l’arresto.

Cosa si intende per ‘stretta contiguità’ nel concetto di quasi-flagranza?
Per ‘stretta contiguità’ si intende un susseguirsi di eventi senza una significativa interruzione temporale o logica. Deve esistere un legame diretto e immediato tra la commissione del reato e la successiva scoperta del presunto colpevole con le prove (come la refurtiva o altri elementi riconducibili al crimine).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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