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Puntatore laser e tenuità del fatto: la Cassazione

Un soggetto viene condannato per il porto ingiustificato di un puntatore laser. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21133/2024, conferma che tale condotta costituisce reato, ma annulla la decisione del Tribunale per mancanza di motivazione sul diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e della sospensione condizionale della pena. Il caso viene rinviato per una nuova valutazione su questi specifici punti.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Puntatore Laser: Quando il Porto è Reato e Quando si Applica la Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, è tornata a pronunciarsi su un tema di apparente semplicità ma denso di implicazioni giuridiche: il porto ingiustificato di un puntatore laser. La decisione offre spunti fondamentali per comprendere non solo quando tale condotta integra un reato, ma anche come i giudici debbano valutare l’applicazione di istituti premiali come la non punibilità per particolare tenuità del fatto.

I Fatti del Caso

Un uomo veniva condannato dal Tribunale di Rimini alla pena di mille euro di ammenda per il reato di porto senza giustificato motivo di un puntatore laser. L’oggetto, classificato come “Class III laser product” e con una potenza massima inferiore a 5000 milliwatt, era stato trovato nella sua disponibilità mentre era impegnato a vendere oggetti per strada. Il Tribunale aveva ritenuto la sua condotta penalmente rilevante, negando al contempo l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e la concessione della sospensione condizionale della pena.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basato su tre motivi principali:

1. Errata qualificazione del reato: La difesa sosteneva che l’etichetta del dispositivo non specificasse la sottoclasse (3A o 3B), elemento cruciale per determinarne la pericolosità e, quindi, la rilevanza penale. In assenza di un accertamento tecnico, si sarebbe dovuto applicare il principio del favor rei.
2. Mancata applicazione della tenuità del fatto: Il ricorrente lamentava che il Tribunale avesse respinto la richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. con una motivazione illogica, basata unicamente sulla “effettiva pericolosità dell’oggetto” senza considerare le modalità non allarmanti della condotta e il contegno tranquillo tenuto durante il controllo.
3. Diniego della sospensione condizionale: La motivazione del diniego era ritenuta contraddittoria e apodittica, basata su un generico giudizio di futura pericolosità in contrasto con la formale incensuratezza dell’imputato.

L’Analisi della Corte sul Reato di Porto di Puntatore Laser

La Cassazione ha respinto il primo motivo di ricorso, confermando che il porto del puntatore laser in questione costituisce reato. Secondo i giudici, il fatto che l’etichettatura fosse non conforme alle normative tecniche, omettendo indicazioni precise sulla sottoclasse, non escludeva la responsabilità. Al contrario, questa mancanza indicava una produzione in spregio alle norme di sicurezza. Il Tribunale aveva correttamente valutato la potenziale offensività dell’oggetto basandosi sulle sue caratteristiche (lunghezza d’onda, potenza) e sulle circostanze concrete del porto (in tasca, per strada, senza un motivo giustificabile), considerandolo uno strumento atto a offendere la persona.

Le Motivazioni: l’Annullamento per Tenuità del Fatto e Sospensione della Pena

La Corte ha invece accolto il secondo e il terzo motivo, annullando la sentenza con rinvio su questi punti. La motivazione del Tribunale sul diniego della tenuità del fatto è stata giudicata insufficiente. Il giudice di merito si era limitato a richiamare la “effettiva pericolosità dell’oggetto”, un elemento che però serve a configurare il reato stesso, non a escludere la tenuità del fatto. Per applicare o negare l’art. 131-bis c.p., il giudice deve compiere una valutazione complessa e congiunta di tutti gli indici previsti dall’art. 133 c.p., come le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’esiguità del pericolo. In questo caso, tale valutazione complessiva era mancata.

Analogamente, il diniego della sospensione condizionale della pena è stato ritenuto viziato. La motivazione era apodittica, cioè affermata senza una reale dimostrazione, e contraddittoria, poiché un generico giudizio negativo sul futuro comportamento dell’imputato si scontrava con l’ammissione della sua incensuratezza.

Le Conclusioni: Le Implicazioni della Sentenza

La decisione della Cassazione stabilisce due principi chiari. Primo, il porto ingiustificato di un puntatore laser con elevate capacità offensive è un reato, anche se l’etichetta del prodotto è imprecisa. Secondo, e più importante, la sola pericolosità astratta dello strumento non è sufficiente a giustificare il diniego automatico di benefici come la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Il giudice ha il dovere di fornire una motivazione completa, che analizzi la condotta nel suo complesso e non si fermi alla mera qualificazione del reato. Questa sentenza rafforza l’onere motivazionale del giudice, garantendo che le decisioni sulla punibilità e sulla concessione dei benefici di legge siano frutto di un’analisi approfondita e non di automatismi.

È sempre reato portare con sé un puntatore laser?
No. Il reato sussiste quando un puntatore laser di classe pari o superiore a 3B viene portato fuori dalla propria abitazione o sue appartenenze senza un giustificato motivo. La valutazione tiene conto della potenziale offensività dello strumento e delle circostanze specifiche del porto.

Perché la Cassazione ha annullato la sentenza pur confermando che il fatto costituisce reato?
La Corte ha annullato la sentenza perché, sebbene il fatto fosse stato correttamente qualificato come reato, il giudice di merito non aveva motivato in modo adeguato e completo il diniego di due benefici richiesti dall’imputato: la non punibilità per particolare tenuità del fatto e la sospensione condizionale della pena.

Cosa significa che il giudice deve valutare la “complessiva offensività del fatto” per concedere la tenuità?
Significa che il giudice non può fermarsi a considerare solo la pericolosità dell’oggetto (il puntatore laser), che è un elemento costitutivo del reato. Deve invece analizzare tutti gli aspetti concreti della condotta, come le modalità dell’azione, il grado di colpevolezza dell’agente e l’entità del danno o del pericolo effettivamente causati, per stabilire se l’offesa al bene giuridico tutelato sia, nel complesso, di lieve entità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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