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Prova stato di ebbrezza: l’alcoltest è sufficiente

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 9604/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’automobilista condannata per guida in stato di ebbrezza con l’aggravante di aver causato un incidente. La Corte ha ribadito che la prova stato di ebbrezza è validamente fornita dall’esito positivo dell’alcoltest, e spetta alla difesa dimostrare vizi specifici dello strumento, non essendo sufficiente un generico richiamo alla mancata taratura.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prova Stato di Ebbrezza: per la Cassazione l’Alcoltest è Pienamente Valido

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito importanti chiarimenti sul valore della prova stato di ebbrezza ottenuta tramite etilometro. La pronuncia conferma un orientamento consolidato: l’esito positivo dell’alcoltest costituisce prova legale e spetta all’imputato l’onere di dimostrare, con elementi concreti, eventuali vizi dello strumento. Approfondiamo i dettagli di questa decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Una conducente veniva condannata in primo e secondo grado per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver provocato un incidente stradale. I test effettuati con l’etilometro avevano registrato valori alcolemici molto elevati (3,24 g/l e 3,12 g/l), ben al di sopra della soglia massima prevista dalla legge. Inoltre, l’automobilista presentava sintomi evidenti di alterazione alcolica. L’incidente era consistito nel ribaltamento della vettura, avvenuto senza apparenti cause esterne e in assenza di segni di frenata.
La difesa dell’imputata proponeva ricorso in Cassazione, lamentando l’erronea applicazione della legge e sostenendo che la prova dello stato di ebbrezza non fosse stata raggiunta con certezza, contestando l’affidabilità dell’apparecchio e la sussistenza del nesso causale tra l’ebbrezza e l’incidente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente le decisioni dei giudici di merito. I giudici hanno respinto le argomentazioni difensive, ritenendole un tentativo di ottenere una nuova valutazione delle prove, non consentita in sede di legittimità, e prive di fondamento giuridico.

Le Motivazioni sulla Prova Stato di Ebbrezza

La Corte ha ribadito un principio cardine: l’esito positivo dell’alcoltest è una prova sufficiente dello stato di ebbrezza. Di conseguenza, l’onere della prova si inverte: non è l’accusa a dover dimostrare il perfetto funzionamento dell’apparecchio, ma è la difesa a dover fornire la prova contraria. Tale prova deve consistere in elementi specifici e concreti che dimostrino vizi di strumentazione, errori legati all’omologazione o la mancata effettuazione dei controlli periodici.

Distinzione rispetto agli Autovelox

Un punto cruciale della motivazione riguarda il mancato accoglimento del parallelo con la sentenza della Corte Costituzionale n. 113 del 2015 sugli autovelox. La Cassazione ha specificato che i principi di quella sentenza, che impongono verifiche periodiche di funzionalità e taratura per i misuratori di velocità, non sono estensibili agli etilometri. Questi ultimi, infatti, sono regolati da un apparato normativo specifico che ne disciplina le caratteristiche e i controlli, rendendo le due tipologie di strumenti non assimilabili.

Le Motivazioni sull’Aggravante dell’Incidente Stradale

Anche riguardo all’aggravante dell’aver provocato un incidente, la Corte ha ritenuto la motivazione della Corte d’Appello logica e congrua. Le modalità del sinistro (ribaltamento autonomo, assenza di frenata e di turbative esterne) erano state correttamente interpretate come una diretta conseguenza della ‘impoverita capacità di governare il veicolo’ da parte della conducente, a causa dell’elevato tasso alcolemico riscontrato. Il nesso causale tra lo stato di ebbrezza e l’incidente è stato quindi pienamente confermato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza. Per chi si trova ad affrontare un’accusa di guida in stato di ebbrezza, emerge chiaramente che una contestazione generica dell’affidabilità dell’alcoltest è destinata a fallire. La difesa deve essere in grado di allegare e dimostrare fatti specifici, come un difetto di omologazione, la mancata manutenzione documentata o errori procedurali nell’esecuzione del test. In assenza di tali elementi, la prova stato di ebbrezza fornita dall’etilometro, specialmente se corroborata da sintomi fisici, è considerata pienamente valida e sufficiente per una condanna.

L’esito dell’alcoltest è sufficiente per dimostrare lo stato di ebbrezza?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’esito positivo dell’alcoltest costituisce prova dello stato di ebbrezza. L’onere di fornire la prova contraria, dimostrando vizi o errori dello strumento, spetta alla difesa dell’imputato.

Le regole sulla taratura periodica degli autovelox si applicano anche agli etilometri (alcoltest)?
No. La Corte ha chiarito che i principi affermati dalla Corte Costituzionale per gli autovelox non sono trasferibili agli etilometri, poiché questi ultimi sono soggetti a un diverso e specifico apparato normativo che ne regola caratteristiche e controlli.

Quando un incidente stradale è considerato un’aggravante della guida in stato di ebbrezza?
L’incidente costituisce un’aggravante quando è riconducibile, con un nesso di causalità, alla ridotta capacità di guida del conducente a causa del suo stato di ebbrezza. Le modalità del sinistro (es. uscita di strada autonoma, assenza di frenata) possono essere elementi decisivi per dimostrare tale collegamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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