Prova Decisiva in Cassazione: Quando il Ricorso è Inammissibile
Nel processo penale, la richiesta di ammissione di una prova decisiva può rappresentare un momento cruciale, specialmente in sede di impugnazione. Tuttavia, non basta etichettare una prova come tale per ottenerne l’ammissione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come i motivi di ricorso debbano essere specifici e non meramente ripetitivi, pena la dichiarazione di inammissibilità.
I Fatti del Caso
Un cittadino straniero veniva condannato in primo e secondo grado per i reati di falsità materiale e uso di atto falso, specificamente per aver utilizzato una patente di guida contraffatta. La Corte d’Appello, pur riconoscendo le circostanze attenuanti generiche, confermava la responsabilità penale, rideterminando la pena in quattro mesi di reclusione.
L’imputato decideva di ricorrere per cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: l’omessa assunzione di una prova decisiva. Nello specifico, si lamentava del rigetto della sua richiesta di rinnovazione dell’istruttoria in appello, finalizzata a disporre una perizia tecnica sulla patente di guida sequestrata.
La Questione della Prova Decisiva in Cassazione
Il ricorrente sosteneva che solo una perizia avrebbe potuto accertare con certezza la falsità del documento, rendendo tale accertamento una prova decisiva per l’esito del giudizio. La difesa riteneva che, senza questo esame tecnico, la condanna si basasse su elementi insufficienti.
La Corte di Cassazione, tuttavia, ha respinto completamente questa tesi, dichiarando il ricorso inammissibile per due ragioni fondamentali, strettamente interconnesse.
La Mancanza di Specificità del Ricorso
In primo luogo, i giudici di legittimità hanno osservato che il motivo presentato era una ‘pedissequa reiterazione’ di quanto già esposto e rigettato dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni, ma deve contenere una critica specifica e argomentata contro le ragioni della sentenza impugnata. Ripetere le stesse doglianze rende il motivo ‘apparente’ e non specifico, violando così uno dei requisiti essenziali per l’ammissibilità dell’impugnazione.
La Non Decisività della Prova Richiesta
In secondo luogo, e in modo ancora più sostanziale, la Corte ha sottolineato che il ricorso non si confrontava con un passaggio cruciale della sentenza d’appello. Durante il processo, un testimone della polizia giudiziaria aveva dichiarato di non riconoscere la fotocopia della patente mostratagli in aula, ma solo perché lui, durante le indagini, aveva visionato e sequestrato il documento originale. La fotocopia agli atti era, appunto, la copia di quell’originale. Questa testimonianza, secondo i giudici di merito, era sufficiente a comprovare che l’imputato avesse detenuto e mostrato la patente falsa. Di conseguenza, l’esito di una perizia sulla fotocopia o sul documento originale non avrebbe cambiato le sorti del processo: la prova non era, quindi, ‘decisiva’.
Le Motivazioni della Corte
La Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato: non è possibile dedurre in sede di legittimità il vizio di omessa assunzione di una prova quando il ricorso si fonda su motivi generici e ripetitivi. Inoltre, la decisività di una prova va valutata in concreto. Se il giudice di merito ha già a disposizione elementi sufficienti per formare il proprio convincimento e motiva adeguatamente sulla non necessità di un ulteriore accertamento, la sua decisione è incensurabile in Cassazione, a meno di un vizio logico palese, che in questo caso non sussisteva.
La testimonianza dell’agente aveva già chiuso il cerchio probatorio, dimostrando il possesso e l’uso del documento falso. La richiesta di perizia diventava, a quel punto, superflua e non decisiva, e il suo rigetto da parte della Corte d’Appello era stato legittimo e ben motivato.
Conclusioni
Questa ordinanza conferma che la strada del ricorso per cassazione è stretta e richiede un’estrema precisione tecnica. Per lamentare la mancata ammissione di una prova decisiva, non è sufficiente affermarne l’importanza, ma è necessario:
1. Formulare motivi di ricorso specifici, che critichino puntualmente le argomentazioni della sentenza impugnata, senza limitarsi a ripetere istanze già respinte.
2. Dimostrare che la prova richiesta sia effettivamente ‘decisiva’, ovvero capace da sola di portare a un proscioglimento, e che la sua assenza non sia colmata da altri elementi probatori già presenti nel processo.
In assenza di questi requisiti, il ricorso è destinato all’inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Quando un motivo di ricorso in Cassazione può essere considerato non specifico?
Quando si limita a ripetere pedissequamente gli stessi argomenti già presentati e respinti nel giudizio di appello, senza una critica argomentata e puntuale della sentenza impugnata.
Perché la richiesta di una perizia su un documento può essere ritenuta non una prova decisiva?
Può essere ritenuta non decisiva se altre prove già acquisite, come la testimonianza di un agente che ha visionato l’originale, sono sufficienti a dimostrare il fatto (in questo caso, il possesso e l’uso del documento falso), rendendo l’esito della perizia ininfluente ai fini della decisione.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso per cassazione?
Il ricorso viene rigettato senza un esame nel merito della questione, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29006 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29006 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 02/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato in EGITTO il 01/08/1984
avverso la sentenza del 25/10/2024 della CORTE D’APPELLO DI BOLOGNA
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Rilevato che NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Bologna, che ha parzialmente riformato, riconoscendo le circostanze attenuanti generiche, quella del Tribunale di Forlì, condannando il ricorrente alla pena di me quattro di reclusione in relazione al delitto previsto dagli artt. 477 e 482 cod. pen.;
Considerato che il motivo di ricorso – che lamenta omessa assunzione di una prova decisiva in ordine al rigetto della richiesta di rinnovazione istruttoria avente ad oggetto la sulla patente di guida – non è deducibile in sede di legittimità, in quanto fondato su motivi si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello e puntualmente disat dalla Corte di merito, dovendosi gli stessi considerare non specifici ma soltanto apparenti, quanto omettono di assolvere la tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso (Sez. 2, n. 42046 del 17/07/2019, Boutartour, Rv. 277710; Sez. 3, n. 44882 del 18/07/2014, COGNOME e altri, Rv. 260608 ; Sez. 6, n. 20377 del 11/03/2009, COGNOME e alt Rv. 243838). Inoltre, il motivo non si confronta con la parte della sentenza in cui si dava che il teste di polizia giudiziaria non riconosceva nella fotocopia della patente mostratagli q che ebbe a vedere durante le indagini, ma solo perché all’epoca vide l’originale di quel documento poi sequestrato: si trattava, comunque, della fotocopia di quell’originale, il che comprovava, la Corte di appello, che l’imputato aveva detenuto e mostrato la patente falsa, cosicché sentenza impugnata evidenzia la non decisività dell’accertamento istruttorio; ad ogni buon conto,
va anche evidenziato come va richiamato il consolidato orientamento per cui in tema di giudizio di appello, poiché il vigente codice di rito pone una presunzione di completezza della istrutt
dibattimentale svolta in primo grado, la rinnovazione, anche parziale, del dibattimento carattere eccezionale e può essere disposta solo qualora il giudice ritenga di non poter decider
allo stato degli atti (Sez. U, n. 12602 del 17/12/2015, dep. 2016, COGNOME Rv. 266820 – 0
Pertanto, mentre la decisione di procedere a rinnovazione deve essere specificamente motivata, occorrendo dar conto dell’uso del potere discrezionale derivante dalla acquisita consapevolezza
di non poter decidere allo stato degli atti, nel caso, viceversa, di rigetto, la decisione può
sorretta anche da motivazione implicita nella stessa struttura argonnentativa posta a base dell pronuncia di merito, che evidenzi la sussistenza di elementi sufficienti per una valutazione –
senso positivo o negativo – sulla responsabilità, con la conseguente mancanza di necessità di rinnovare il dibattimento (Sez. 5, n. 15320 del 10/12/2009 – dep. 2010, COGNOME, Rv. 246859;
mass. conf. N. 8891 del 2000 Rv. 217209 – 01, N. 47095 del 2009 Rv. 245996 – 01);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 2 luglio 2025