Prova Dattiloscopica: Quando una Sola Impronta Basta per la Condanna
Nel processo penale, la ricerca della verità si affida a elementi concreti e scientificamente validi. Tra questi, la prova dattiloscopica assume un ruolo di primo piano. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza il suo valore, confermando come anche una singola impronta digitale possa essere sufficiente a fondare un giudizio di colpevolezza. Analizziamo insieme questa importante decisione.
I Fatti del Caso: Il Furto e la Condanna
Il caso nasce da una condanna per furto in abitazione. Un individuo veniva ritenuto colpevole di essersi impossessato di una somma di 290 euro in contanti, sottraendola dall’abitazione della vittima. La condanna nei primi due gradi di giudizio si basava in modo determinante sul ritrovamento di un’impronta digitale dell’imputato sulla scena del crimine. La Corte d’Appello, pur riconoscendo le attenuanti generiche, aveva confermato la responsabilità penale, rideterminando la pena in quattro mesi di reclusione e 120 euro di multa.
I Motivi del Ricorso: La Prova Dattiloscopica e le Sanzioni Sostitutive
L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando due principali vizi della sentenza d’appello.
In primo luogo, contestava la valutazione della prova dattiloscopica, sostenendo una violazione di legge e un difetto di motivazione. A suo dire, l’impronta da sola non poteva costituire una prova certa della sua colpevolezza.
In secondo luogo, si doleva del mancato accesso alle sanzioni sostitutive della pena detentiva, introdotte dalla recente riforma legislativa. La difesa riteneva che la Corte d’Appello avesse ingiustamente negato tale beneficio, senza una motivazione adeguata.
La Decisione della Cassazione e il Valore della Prova Dattiloscopica
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo su tutta la linea le argomentazioni difensive. La decisione si fonda su principi consolidati sia in tema di valutazione della prova che di concessione dei benefici di legge.
La Piena Attendibilità dell’Impronta Digitale
Sul primo punto, i giudici hanno chiarito che le critiche alla prova dattiloscopica erano una mera riproposizione di argomenti già correttamente esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire un orientamento giurisprudenziale pacifico: il risultato delle indagini dattiloscopiche offre “piena garanzia di attendibilità”.
Una singola impronta digitale può costituire fonte di prova autonoma, senza necessità di ulteriori elementi di conferma, a condizione che presenti almeno sedici punti caratteristici uguali per forma e posizione. Tale evidenza scientifica fornisce la certezza che la persona a cui appartiene si sia trovata sul luogo del delitto. In assenza di una giustificazione alternativa e credibile sulla sua presenza, tale prova è pienamente utilizzabile per fondare un giudizio di colpevolezza.
Il Diniego delle Sanzioni Sostitutive
Anche il secondo motivo di ricorso è stato giudicato infondato e ripetitivo. La Corte ha confermato la correttezza della decisione dei giudici di merito di negare le sanzioni sostitutive. Tale diniego era basato su una valutazione negativa della personalità dell’imputato, desunta dalla sua biografia criminale. La presenza di diversi precedenti per reati contro il patrimonio e due per evasione delineava un quadro di “continuità criminale” che rendeva impossibile formulare una prognosi positiva circa il corretto adempimento delle prescrizioni legate a una misura alternativa al carcere.
Le Motivazioni della Corte
La motivazione della Suprema Corte è lineare e si ancora a principi giuridici solidi. L’inammissibilità del ricorso deriva dal fatto che l’imputato non ha sollevato questioni di legittimità, ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione del merito dei fatti, compito precluso alla Corte di Cassazione. I giudici hanno sottolineato come la Corte d’Appello avesse fornito una motivazione logica e coerente sia sulla certezza probatoria derivante dall’impronta digitale, sia sulle ragioni ostative all’applicazione delle sanzioni sostitutive. La valutazione della personalità dell’imputato e dei suoi precedenti penali è un giudizio di fatto che, se adeguatamente motivato, non può essere censurato in sede di legittimità.
Conclusioni
L’ordinanza in esame rafforza due importanti principi. In primo luogo, il valore quasi assoluto della prova dattiloscopica come strumento di accertamento della verità processuale, quando i rilievi sono eseguiti correttamente. In secondo luogo, chiarisce che l’accesso a benefici come le sanzioni sostitutive non è automatico, ma è subordinato a una valutazione complessiva della personalità del condannato e delle sue possibilità di reinserimento sociale. Una storia criminale significativa, specialmente se caratterizzata da recidiva, rappresenta un ostacolo concreto alla concessione di misure alternative alla detenzione.
Una singola impronta digitale è sufficiente per una condanna penale?
Sì, secondo la Corte di Cassazione il risultato delle indagini dattiloscopiche offre piena garanzia di attendibilità. Può costituire fonte di prova anche da sola, senza elementi sussidiari di conferma, purché evidenzi almeno sedici punti caratteristici uguali per forma e posizione, in quanto fornisce la certezza della presenza di una persona sul luogo del delitto.
Perché possono essere negate le sanzioni sostitutive alla pena detentiva?
Le sanzioni sostitutive possono essere negate quando il giudice formula una prognosi negativa sulla capacità del condannato di rispettare le prescrizioni. Nel caso specifico, le modalità della condotta e la personalità dell’imputato, con diversi precedenti per reati contro il patrimonio e per evasione, sono state ritenute ostative all’applicazione di tali sanzioni.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate. La condanna diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nel dispositivo.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20613 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20613 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME NOME a CARBONIA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 13/03/2023 della CORTE APPELLO di CAGLIARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
Con sentenza resa in data 13 marzo 2023 la Corte d’appello di Cagliari ha parzia riformato la sentenza emessa, in data 4 novembre 2021, dal Tribunale di Cagliari nei co di NOMENOME in quanto dichiarato colpevole del reato di cui zIll’art. 624-bis c.p. perché, al fine di trarne profitto per sé, s’impossessava della somma complessiva di eur contanti, sottraendola alla persona offesa che la custodiva all’interno della sua rideterminando la pena in mesi quattro ed euro 120 di multa, riconosciute le cir attenuanti generiche.
Avverso la sentenza propone ricorso, a mezzo del provo difensore, l’impu deducendo violazione di legge con riferimento all’art. 192, co. 2, c.p.p. e vizio di m in ordine alla affermazione di responsabilità dell’imputato. Il secondo motivo lamen di motivazione in relazione al diniego dell’applicazione delle sanzioni sostitutive di 53 della L. 689/81, novellata dalla L. 150/2022.
Considerato che il primo motivo è riproduttivo di profili di censura già adeguat vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito, atteso d’appello aveva dato atto che, in riferimento alla valutazione della prova dattilosc possa che richiamarsi il consolidato orientamento della giurisprudenza di legittimità cui il risultato delle indagini dattiloscopiche offra piena garanzia di attendib costituire fonte di prova senza elementi sussidiari di conferma anche nel caso in relative all’impronta di un solo dito, sempre che evidenzino almeno sedici punti car uguali per forma e posizione. Ciò in quanto fornisce la certezza che la persona con alla quale detta verifica sia effettuata si sia trovata sul luogo del delitto, con l che legittimamente è utilizzabile dal giudice ai fini del giudizio di cdipevolezza, in giustificazioni su detta presenza (pag. 8 sent. impugnata).
3.1 Atteso che anche il secondo motivo è meramente reii:erativo di censur adeguatamente vagliate dai giudici di merito, laddove i giudici di secondo grado avev escluso i presupposti sostanziali per l’applicazione di alcuna delle sanzioni sostitu che le modalità della condotta e la personalità dell’imputato, quale ricavabile biografia criminale che riporta diversi precedenti per reati contro il patrimonio, ol precedenti per evasione, attestante una continuità criminale, si palesano ost formulazione di una prognosi positiva circa l’adempimento delle prescrizioni co all’eventuale applicazione della sanzione sostitutiva.
3.2 Considerato che all’inammissibilità del ricorso segue per legge la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali ed al versamento di una somma in f della cassa delle ammende che appare conforme a giustizia stabilire nella misura indi dispositivo.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento dell processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 14.03.2024