Prova Cessione Stupefacenti: Video e Intercettazioni Bastano?
La recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale in materia di reati legati agli stupefacenti: quali elementi sono necessari per raggiungere la prova della cessione di stupefacenti? In particolare, è sempre indispensabile una perizia tecnica che accerti la natura della sostanza? La Suprema Corte, con una decisione chiara, ha stabilito che in determinate circostanze le prove logiche, come le videoriprese e le intercettazioni, possono essere più che sufficienti per fondare una condanna, anche in assenza di un’analisi di laboratorio.
I Fatti di Causa
Il caso trae origine da un’indagine che ha portato alla condanna di due soggetti per cessione di modiche quantità di cocaina in un locale pubblico. Le prove a loro carico erano state raccolte principalmente attraverso attività di video ripresa all’interno della taverna dove avvenivano i fatti e intercettazioni ambientali. Uno degli imputati era stato filmato mentre, in più occasioni, poggiava la sostanza stupefacente su un tavolo, la consumava insieme ad altri avventori e ne cedeva una parte a terzi.
Contro la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello, uno degli imputati ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. La difesa sosteneva che, in assenza di una prova scientifica (una perizia) sulla natura e sulla quantità della sostanza ceduta, la condanna fosse illegittima.
L’Analisi della Corte sulla Prova della Cessione di Stupefacenti
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, rigettando completamente le argomentazioni della difesa. I giudici hanno sottolineato come l’affermazione della responsabilità penale fosse basata su un solido compendio probatorio e su un “doppio conforme accertamento”, ovvero una valutazione concorde sia in primo grado che in appello.
Il punto centrale della decisione riguarda proprio la natura della prova della cessione di stupefacenti. La Corte ha chiarito che i giudici di merito hanno correttamente tratto la dimostrazione della colpevolezza dalle videoriprese e dalle intercettazioni. Da questi elementi emergevano in modo inequivocabile le modalità della condotta: l’imputato poneva la sostanza sul tavolo, la consumava e la condivideva con altri. Secondo la Cassazione, da tali modalità è possibile desumere logicamente sia la natura stupefacente della sostanza sia la sua qualità.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della sentenza d’appello è stata ritenuta dalla Suprema Corte “congrua e non manifestamente illogica”. Questo significa che il ragionamento seguito dai giudici di merito era coerente, logico e ben fondato sulle prove disponibili. La Corte ha specificato che la richiesta di una prova tramite perizia, in questo contesto, era “non pertinente”. La logica del fatto, cristallizzata nelle immagini e nei dialoghi intercettati, era così evidente da rendere superfluo un accertamento tecnico.
La condotta stessa dell’imputato e degli altri presenti, che trattavano e consumavano la sostanza in un modo tipicamente associato alla cocaina, costituiva una prova logica sufficiente a superare ogni ragionevole dubbio. Pertanto, la mancanza di un’analisi chimica non rappresentava una lacuna probatoria tale da inficiare la validità della condanna.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale nel processo penale: la prova di un reato non si basa esclusivamente su elementi scientifici, ma sul libero convincimento del giudice, che deve essere fondato su un quadro probatorio solido e coerente. Nel caso specifico della cessione di stupefacenti di lieve entità, la condotta osservata tramite strumenti di indagine come le videoriprese può essere sufficiente a dimostrare la natura della sostanza. La decisione ha importanti implicazioni pratiche, confermando che l’assenza di un sequestro e di una conseguente analisi di laboratorio non impedisce, a priori, di raggiungere una sentenza di condanna, a condizione che le altre prove raccolte siano univoche e logicamente concludenti.
È sempre necessaria una perizia chimica per provare la cessione di droga?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in presenza di un compendio probatorio solido, la natura stupefacente di una sostanza può essere desunta logicamente dalle modalità del fatto, come quelle riprese da un video, senza che sia indispensabile una perizia.
Le videoriprese in un locale possono costituire prova sufficiente per una condanna per spaccio?
Sì, la sentenza conferma che le attività di video ripresa dei luoghi, unitamente ad altri elementi come le intercettazioni ambientali, possono costituire un fondamento probatorio sufficiente per affermare la responsabilità penale per la cessione di stupefacenti.
Cosa si intende per motivazione ‘congrua e non manifestamente illogica’?
Significa che il ragionamento seguito dal giudice nella sentenza è coerente, logico e ben fondato sulle prove disponibili. Una motivazione con queste caratteristiche non può essere contestata in Cassazione per un presunto ‘vizio di motivazione’.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 12436 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 12436 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 15/03/2024
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME NOME nato a SASSARI il DATA_NASCITA NOME nato a SASSARI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 10/05/2023 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di SASSARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Ritenuto che il ricorso di COGNOME NOME, che deduce la violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione all’affermazione della responsabilità penale in relazione al reato di cui all’art. 73 comma 5 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (capi 43,44, 45) e segnatamente la correttezza della motivazione in assenza di prova della natura e quantità dello stupefacente ceduto è manifestamente infondato.
L’affermazione della responsabilità penale, oggetto di doppio conforme accertamento, si basa su un compendio probatorio costituito da attività di video ripresa dei luoghi (taverna ove sono avvenuti i fatti) e le intercettazioni ambientali da cui i giudici del merito hanno tratto la dimostrazione RAGIONE_SOCIALE cessioni di modiche quantità della sostanza stupefacente tipo cocaina a COGNOME NOME, COGNOME NOME, COGNOME NOME NOME NOME, come indicato nei capi di imputazione in ragione della video registrazione RAGIONE_SOCIALE condotta posta in essere dal COGNOME che poggiava, in tutti casi, lo stupefacente sul tavolo, lo inalava con gli NOME avventori, ne cedeva una parte ad NOME, da cui la prova logica della natura e qualità desunta dalle modalità del fatto. La motivazione è congrua e non manifestamente illogica da cui consegue la manifesta infondatezza dei motivi denunciati rilevando, quanto al motivo sub C) la non pertinenza al richiamo alla necessità di prova tramite perizia dello stupefacente oggetto di cessione.
Rilevato che il ricorso di COGNOME NOME è inammissibile per rinuncia al ricorso per cassazione effettuata personalmente in data 12/02/2024.
Rilevato che pertanto che i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili, con condanna dei ricorrenti al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della RAGIONE_SOCIALE Ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di C 3.000,00 in favore della RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE ammende.
Così deciso in Roma, il 15 marzo 2024
Il Consigl COGNOMECOGNOMENOME> ensore COGNOME
Il Presidente