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Protezione internazionale: sospende l’espulsione?

La Cassazione ha annullato un’ordinanza di espulsione perché il Tribunale non ha considerato la richiesta di protezione internazionale presentata dal detenuto il giorno prima dell’udienza. La Corte ha stabilito che tale richiesta, anche se fatta in carcere, sospende il procedimento e deve essere sempre valutata dal giudice.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Richiesta di Protezione Internazionale Blocca l’Espulsione? La Risposta della Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale riguardo al rapporto tra l’ordine di espulsione di un cittadino straniero e la sua richiesta di protezione internazionale. La pronuncia stabilisce che la domanda di asilo, anche se presentata in carcere e a ridosso dell’udienza, ha un effetto sospensivo immediato che il giudice è tenuto a considerare. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Corsa Contro il Tempo

La vicenda riguarda un detenuto straniero, destinatario di un provvedimento di espulsione emesso dal Magistrato di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione. L’interessato si era opposto a tale provvedimento e il Tribunale di Sorveglianza aveva fissato un’udienza per decidere nel merito.

Il giorno prima di tale udienza, il detenuto presenta presso l’ufficio matricola del carcere una richiesta formale di protezione internazionale. Ciononostante, il giorno seguente il Tribunale rigetta la sua opposizione, confermando di fatto l’espulsione. Secondo il Pubblico Ministero, la richiesta era inammissibile perché presentata tardivamente e senza specificare i motivi per cui l’espulsione avrebbe messo a rischio la sua incolumità. La difesa, al contrario, sosteneva che la sola presentazione della domanda fosse sufficiente a sospendere tutto. La questione è così giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

La domanda di protezione internazionale e i suoi effetti sul procedimento

Il cuore della questione giuridica era stabilire quale valore legale avesse una dichiarazione resa da un detenuto all’amministrazione penitenziaria e quali fossero le sue conseguenze su un procedimento di espulsione già in corso. La Cassazione ha offerto una lettura chiara e garantista, basandosi su principi fondamentali del nostro ordinamento.

La Corte ha ribadito che, ai sensi del codice di procedura penale, le dichiarazioni rese dal detenuto all’ufficio matricola “hanno efficacia come se fossero ricevute direttamente dall’autorità giudiziaria”. Questo significa che, dal punto di vista legale, la richiesta di asilo si considera pervenuta al giudice nel momento stesso in cui viene depositata in carcere, indipendentemente da eventuali ritardi nella comunicazione da parte dell’istituto penitenziario.

Lo Status di Richiedente Asilo

Di conseguenza, dal momento della presentazione della domanda, il detenuto acquisisce a tutti gli effetti lo status di richiedente protezione. La normativa europea e nazionale prevede espressamente che chi richiede asilo è autorizzato a rimanere nel territorio dello Stato fino a quando la sua domanda non sia stata decisa in via definitiva. Questo principio determina un effetto sospensivo automatico del provvedimento di espulsione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale di Sorveglianza per un grave vizio di motivazione. I giudici di merito, infatti, avevano completamente ignorato la richiesta di asilo, omettendo di valutarla. La Cassazione ha chiarito che il Tribunale era obbligato a pronunciarsi su questo nuovo elemento. La presentazione della domanda, anche in assenza di ulteriori dettagli, introduce nel procedimento la necessità di verificare la possibile sussistenza di cause ostative all’espulsione.

Queste cause, previste dall’articolo 19 del Testo Unico sull’Immigrazione, non sono un elenco tassativo, ma devono essere interpretate alla luce delle fonti internazionali, come la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e le Direttive UE. Il giudice deve quindi accertare se esistano rischi per lo straniero in caso di rimpatrio, indipendentemente dalla tempistica della richiesta.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La sentenza stabilisce un principio di diritto di notevole importanza: la richiesta di protezione internazionale presentata da un detenuto ha valore giuridico immediato e sospende ex lege qualsiasi procedura di espulsione in corso. Il giudice competente è tenuto a prenderne atto e a valutarla, anche se formalizzata a ridosso di una decisione. L’eventuale inerzia dell’amministrazione penitenziaria nel trasmettere gli atti non può ricadere sul richiedente. Questa decisione rafforza le garanzie difensive degli stranieri e riafferma il primato del diritto fondamentale alla protezione rispetto alle procedure amministrative di allontanamento.

Una richiesta di protezione internazionale presentata in carcere ha valore legale immediato?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, una dichiarazione resa dal detenuto all’ufficio matricola del carcere ha la stessa efficacia di una ricevuta direttamente dall’autorità giudiziaria e si considera pervenuta nel giorno stesso in cui è stata fatta.

La presentazione di una domanda di asilo sospende automaticamente il procedimento di espulsione?
Sì. La sentenza chiarisce che la presentazione della domanda conferisce al soggetto lo status di richiedente asilo, il quale, per legge, è autorizzato a rimanere nel territorio nazionale fino alla decisione sulla sua richiesta. Questo determina la sospensione dell’efficacia del provvedimento di espulsione.

Il giudice deve valutare una domanda di protezione internazionale anche se presentata all’ultimo minuto e senza dettagli?
Sì. La Corte ha stabilito che la presentazione della domanda introduce un elemento che deve essere obbligatoriamente valutato dal giudice della sorveglianza per verificare l’eventuale esistenza di cause che impediscono l’espulsione, a prescindere dalla tempistica o dal livello di dettaglio iniziale della richiesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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