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Proscioglimento e prescrizione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10922/2024, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due imputati condannati per reati finanziari. Gli imputati chiedevano il proscioglimento nel merito anziché la declaratoria di prescrizione. La Corte ha ribadito che la causa di estinzione del reato prevale, a meno che non emerga in modo palese e inconfutabile (ictu oculi) la prova dell’innocenza, condizione non riscontrata nel caso di specie.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Proscioglimento e Prescrizione: La Cassazione detta le Regole

Quando un reato si estingue per prescrizione, l’imputato ha ancora diritto a un proscioglimento nel merito, cioè a un’assoluzione piena per non aver commesso il fatto? A questa complessa domanda risponde la Corte di Cassazione con la sentenza n. 10922 del 2024, tracciando una linea netta tra le due diverse conclusioni del processo penale. La decisione sottolinea come la formula assolutoria più favorevole possa prevalere solo in presenza di prove di innocenza di immediata evidenza.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un procedimento penale per reati di natura finanziaria a carico di due individui. Dopo la condanna in primo grado, la Corte d’Appello aveva confermato la decisione. Gli imputati, tuttavia, hanno presentato ricorso per Cassazione, non tanto per contestare la prescrizione del reato, ormai maturata, quanto per ottenere un proscioglimento con formula piena. A loro avviso, le prove raccolte non erano sufficienti a sostenere una condanna e, pertanto, avrebbero dovuto essere assolti nel merito per insussistenza del fatto.

Il Dilemma: Proscioglimento nel Merito o Prescrizione?

Il cuore della questione giuridica risiede nell’interpretazione dell’articolo 129, comma 2, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce una gerarchia tra le diverse cause di chiusura del processo. In linea di principio, se emerge una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, il giudice deve dichiararla immediatamente. Tuttavia, se dagli atti risulta evidente che l’imputato doveva essere assolto con una formula più ampia (ad esempio, ‘perché il fatto non sussiste’ o ‘per non aver commesso il fatto’), il giudice deve pronunciare questa assoluzione. Il punto cruciale è definire cosa si intenda per ‘evidente’.

L’Argomentazione degli Imputati

I ricorrenti sostenevano che la Corte d’Appello avesse errato nel non procedere a una valutazione approfondita delle prove, limitandosi a constatare l’intervenuta prescrizione. Essi ritenevano che un’analisi più attenta avrebbe rivelato la loro innocenza, giustificando un proscioglimento nel merito, considerato più favorevole in quanto cancella ogni ombra di colpevolezza e previene possibili conseguenze negative in altri giudizi (civili o amministrativi).

Le Motivazioni della Cassazione sul Proscioglimento

La Suprema Corte ha respinto le argomentazioni dei ricorrenti, dichiarando i ricorsi inammissibili. Richiamando consolidati principi espressi dalle Sezioni Unite, i giudici hanno chiarito che la regola generale è la prevalenza della causa estintiva. L’eccezione, ovvero l’assoluzione nel merito, si applica solo quando la prova dell’innocenza è talmente chiara e palese da emergere ‘ictu oculi’, cioè a prima vista, dalla semplice lettura degli atti processuali, senza necessità di ulteriori analisi o complesse valutazioni.

La Cassazione ha specificato che una mera contraddittorietà o insufficienza della prova d’accusa non è sufficiente a giustificare il proscioglimento nel merito quando il reato è prescritto. È necessaria, invece, una prova positiva dell’innocenza dell’imputato. Nel caso in esame, le doglianze dei ricorrenti richiedevano una rivalutazione del materiale probatorio, un’attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione e che, in ogni caso, esula dal concetto di ‘evidenza’ richiesto dalla norma.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’interesse dell’imputato a un’assoluzione nel merito, pur legittimo, non può trasformare il giudizio di legittimità in una terza istanza di merito. Di fronte alla prescrizione, la via del proscioglimento con formula piena è percorribile solo in casi eccezionali, dove l’innocenza non sia oggetto di interpretazione ma un dato di fatto incontrovertibile che emerge dagli atti. Per gli imputati, ciò significa che, una volta maturata la prescrizione, la possibilità di ottenere un’assoluzione ‘più pulita’ è estremamente ridotta se le prove a proprio favore non sono schiaccianti e di immediata percezione.

Quando un giudice deve dichiarare il proscioglimento nel merito invece della prescrizione del reato?
Un giudice deve pronunciare il proscioglimento nel merito, nonostante la prescrizione, solo quando la prova dell’innocenza dell’imputato risulta ‘evidente’ dagli atti processuali. L’evidenza deve essere tale da poter essere constatata ‘ictu oculi’, cioè a colpo d’occhio, senza necessità di un’analisi approfondita o di una valutazione comparativa delle prove.

È sufficiente la mancanza di prove di colpevolezza per ottenere il proscioglimento nel merito se il reato è prescritto?
No. Secondo la sentenza, in presenza di una causa di estinzione del reato come la prescrizione, la semplice mancanza, insufficienza o contraddittorietà della prova di colpevolezza non è sufficiente per ottenere un proscioglimento nel merito. È richiesta una prova positiva e inconfutabile dell’innocenza.

Perché la Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili?
La Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili perché gli argomenti degli imputati non dimostravano un’evidente innocenza, ma richiedevano una nuova e approfondita valutazione delle prove. Questa attività non rientra nei poteri della Corte di Cassazione e non soddisfa il requisito di evidenza richiesto dall’art. 129, comma 2, c.p.p. per far prevalere l’assoluzione sulla prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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