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Procura speciale terzo: quando è necessaria nel riesame

La Corte di Cassazione ha confermato l’inammissibilità del ricorso di una società contro un sequestro preventivo. Il motivo risiede nella mancanza della procura speciale terzo, un requisito formale indispensabile quando a impugnare il provvedimento è un soggetto, come la società in questione, considerato terzo rispetto al procedimento penale avviato nei confronti del suo ex legale rappresentante per reati fiscali. La sentenza ribadisce che senza questo mandato specifico, il difensore non è legittimato a presentare l’istanza di riesame.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procura speciale terzo: La Cassazione sulla sua necessità nel riesame

Nel complesso mondo della procedura penale, i requisiti formali non sono meri cavilli, ma garanzie fondamentali per il corretto svolgimento del processo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 10462/2024) ha ribadito un principio cruciale: la necessità della procura speciale terzo per impugnare un sequestro preventivo. Questa decisione offre spunti importanti per comprendere quando una società, i cui beni sono stati sequestrati, può agire in giudizio e con quali modalità.

I Fatti del Caso: Sequestro per Reati Fiscali

La vicenda trae origine da un’indagine per reati fiscali a carico della ex legale rappresentante di una società a responsabilità limitata. L’accusa era di aver utilizzato crediti fittizi per compensare le imposte dovute, attraverso il modello F24. A seguito di questa indagine, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto un sequestro preventivo di una somma di denaro (oltre 52.000 euro) di pertinenza della società.

L’attuale legale rappresentante della società, ritenendo ingiusto il provvedimento, ha proposto istanza di riesame tramite il proprio difensore per ottenere la revoca del sequestro. La società, infatti, era proprietaria delle somme vincolate ma formalmente estranea alle accuse penali, che erano state mosse personalmente alla precedente amministratrice.

La Decisione del Tribunale del Riesame: Un Ostacolo Formale

Il Tribunale del Riesame ha dichiarato l’istanza inammissibile. La ragione non era legata al merito della questione (cioè se il sequestro fosse o meno fondato), ma a un vizio di forma. Secondo il Tribunale, la società era da considerarsi un “terzo interessato” rispetto al procedimento penale. In questi casi, la legge richiede che il difensore che presenta l’impugnazione sia munito di una procura speciale terzo, un mandato specifico che lo autorizzi a compiere quell’atto processuale per conto della società. Nel caso di specie, il difensore aveva un mandato generico, non sufficiente per legittimare la sua azione.

Il Ricorso in Cassazione sulla procura speciale terzo

Contro questa decisione, la società ha presentato ricorso in Cassazione. La difesa ha sostenuto che la società non fosse un semplice “terzo”, ma un soggetto direttamente coinvolto, poiché il suo attuale legale rappresentante era, a suo dire, indagato proprio in tale qualità. Se così fosse stato, non sarebbe stata necessaria una procura speciale. Tuttavia, questa argomentazione si è rivelata contraddittoria e non è stata adeguatamente provata.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale del Riesame. Gli Ermellini hanno chiarito diversi punti fondamentali:

1. Distinzione tra indagato e terzo: Il procedimento penale era a carico della persona fisica dell’ex amministratrice, non della società. Pertanto, dal punto di vista formale, la società è un soggetto terzo, i cui diritti patrimoniali sono stati incisi dal sequestro.
2. Indispensabilità della procura speciale: La giurisprudenza costante afferma che quando un terzo interessato impugna un provvedimento di sequestro, il suo difensore deve essere obbligatoriamente munito di procura speciale. Questo requisito garantisce la certezza della provenienza della volontà impugnatoria da parte del titolare del diritto.
3. Onere della prova: L’affermazione secondo cui l’attuale amministratore (o la società stessa) fosse indagato non è stata dimostrata. Anzi, in un altro atto dello stesso procedimento, il legale rappresentante aveva dichiarato di non essere personalmente sottoposto a indagini. Questa contraddizione ha indebolito ulteriormente la tesi difensiva.

La Corte ha quindi concluso che il ricorso era manifestamente infondato, in quanto non si confrontava adeguatamente con la corretta motivazione del provvedimento impugnato.

Conclusioni: L’Importanza dei Requisiti Formali

Questa sentenza ribadisce che nel diritto processuale penale la forma è sostanza. L’obbligo di conferire una procura speciale al proprio difensore non è un adempimento burocratico, ma un requisito essenziale che legittima l’azione del terzo interessato. Per le società i cui beni vengono coinvolti in procedimenti penali a carico dei propri amministratori (passati o presenti), è fondamentale prestare la massima attenzione a questi aspetti procedurali. Agire senza rispettare le forme prescritte dalla legge può portare a una declaratoria di inammissibilità, impedendo al giudice di valutare nel merito la fondatezza delle proprie ragioni e causando la perdita di un’importante occasione di difesa.

Quando una società è considerata “terzo interessato” in un procedimento penale per reati fiscali?
Una società è considerata “terzo interessato” quando il procedimento penale è avviato nei confronti di una persona fisica (come il suo legale rappresentante, passato o presente) per reati commessi nell’esercizio delle sue funzioni, e la società stessa non è formalmente indagata ma subisce gli effetti di un provvedimento, come il sequestro di beni aziendali.

Perché il difensore del terzo interessato ha bisogno di una procura speciale per impugnare un sequestro?
Il difensore necessita di una procura speciale perché questo atto garantisce in modo inequivocabile che la volontà di impugnare il provvedimento provenga direttamente dal titolare del diritto inciso (la società terza). È un requisito formale previsto dalla legge per assicurare la certezza e la legittimazione dell’azione processuale.

Il legale rappresentante di una società può presentare ricorso senza procura speciale se sostiene di essere indagato in quella veste?
No. Secondo la sentenza, non è sufficiente affermare di essere indagato. Questa circostanza deve essere formalmente accertata nel procedimento. Se il soggetto risulta essere un terzo e non un indagato, la procura speciale rimane un requisito indispensabile per l’ammissibilità dell’impugnazione presentata dal suo difensore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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