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Procura speciale sequestro: inammissibilità del ricorso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di sequestro preventivo. La decisione si fonda su un vizio procedurale cruciale: la mancanza di una procura speciale sequestro in capo al difensore per rappresentare le società coinvolte. Viene inoltre ribadito che le censure di merito sul ‘fumus commissi delicti’ non sono ammissibili in sede di legittimità, e che l’intenzione di avviare una procedura di concordato preventivo non è sufficiente a paralizzare la misura cautelare.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procura Speciale Sequestro: La Cassazione Dichiara Inammissibile il Ricorso

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 14830 del 2025, offre importanti chiarimenti sui requisiti formali per l’impugnazione dei provvedimenti di sequestro preventivo, in particolare sulla necessità della procura speciale sequestro quando il ricorso è proposto nell’interesse di un soggetto terzo, come una società. Questo caso evidenzia come un vizio di forma possa precludere l’esame nel merito delle ragioni dell’appellante, anche se ben argomentate.

I Fatti di Causa: Sequestro Preventivo e Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine da un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, emesso dal Giudice per le indagini preliminari nei confronti di un gruppo di società operanti nel settore della ristorazione e del loro liquidatore. L’accusa era relativa a reati fiscali, specificamente l’indebita compensazione di crediti, ai sensi dell’art. 10-quater del d.lgs. 74/2000.

Il liquidatore, agendo sia in proprio che in rappresentanza delle società, ha impugnato il provvedimento davanti al Tribunale del riesame, che ha però confermato il sequestro. Contro questa decisione, è stato proposto ricorso per cassazione basato su due motivi principali:
1. Carenza del periculum in mora: Si sosteneva che l’imminente presentazione di una domanda di concordato preventivo avrebbe garantito i creditori, incluso l’Erario, rendendo il sequestro una misura superflua.
2. Insussistenza del fumus commissi delicti: Si contestava la fondatezza dell’accusa, sostenendo che i fatti avessero natura meramente contabile e non penale.

La Decisione sulla Procura Speciale Sequestro e Altri Motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili entrambi i ricorsi, quello presentato per conto delle società e quello presentato in proprio dal liquidatore. La decisione si fonda su argomentazioni di carattere sia procedurale che sostanziale, offrendo una lezione sulla rigorosità formale richiesta nei giudizi di legittimità.

Le motivazioni

La Corte ha dettagliatamente spiegato le ragioni della sua decisione.

In primo luogo, il ricorso presentato dal liquidatore per conto delle tre società è stato ritenuto inammissibile per un difetto fondamentale: il difensore non era munito della necessaria procura speciale sequestro. La giurisprudenza consolidata, richiamata dalla Corte, stabilisce che per impugnare un provvedimento di sequestro su beni di un soggetto terzo (le società, in questo caso, distinte dalla persona fisica dell’indagato), il difensore deve essere specificamente autorizzato tramite una procura speciale, come previsto dall’art. 100 del codice di procedura penale. La sua assenza costituisce un vizio insanabile che porta alla declaratoria di inammissibilità.

In secondo luogo, anche il ricorso presentato dal liquidatore in proprio è stato giudicato inammissibile. Riguardo al motivo sul periculum in mora, la Corte ha osservato che la semplice intenzione di presentare una domanda di concordato preventivo, non ancora formalizzata al momento della decisione del Tribunale del riesame, non era sufficiente a far venir meno le esigenze cautelari. La documentazione prodotta successivamente, infatti, non poteva essere presa in considerazione in sede di legittimità.

Riguardo al secondo motivo, relativo al fumus commissi delicti, la Cassazione ha ribadito un principio cardine: il ricorso per cassazione contro le ordinanze in materia di misure cautelari reali è ammesso solo per violazione di legge. Le censure del ricorrente, invece, miravano a una rivalutazione dei fatti e delle prove, un’operazione di merito preclusa al giudice di legittimità. La motivazione del Tribunale del riesame sulla sussistenza degli indizi di reato è stata considerata logica e sufficiente, non manifestamente illogica o contraddittoria, e quindi non sindacabile in quella sede.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce due principi processuali di fondamentale importanza. Il primo è la necessità inderogabile della procura speciale sequestro per il difensore che intende impugnare una misura cautelare reale per conto di un soggetto terzo. L’assenza di tale atto formale rende il ricorso immediatamente inammissibile, senza alcuna possibilità di esame nel merito. Il secondo principio è la netta distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità: la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione del provvedimento impugnato.

Perché il ricorso presentato per conto delle società è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il difensore non era in possesso della procura speciale, richiesta dall’art. 100 del codice di procedura penale, per poter rappresentare le società (soggetti terzi rispetto all’indagato) nell’impugnazione contro il provvedimento di sequestro.

L’intenzione di chiedere un concordato preventivo è sufficiente per annullare un sequestro?
No. La Corte ha chiarito che la mera manifestazione di intenti di presentare una domanda di concordato preventivo non è sufficiente a far venir meno le esigenze cautelari che giustificano il sequestro. Eventuali sviluppi successivi alla decisione impugnata, come l’effettivo deposito della domanda, non possono essere valutati nel giudizio di cassazione.

È possibile contestare nel merito l’accusa penale in un ricorso per cassazione contro un sequestro?
No, non è possibile chiedere una nuova valutazione dei fatti. Il ricorso per cassazione contro le ordinanze di sequestro è consentito solo per ‘violazione di legge’. Ciò include una motivazione mancante, apparente o manifestamente illogica, ma non una censura che si limiti a contestare nel merito la valutazione delle prove fatta dal giudice precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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