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Procura Europea: Cassazione annulla sequestro milionario

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del Tribunale di Parma che aveva revocato un sequestro preventivo di oltre 54 milioni di euro, richiesto dalla Procura Europea (EPPO) in un caso di frode IVA internazionale. La Corte ha stabilito due principi chiave: primo, ha confermato la piena legittimità dei Procuratori Europei Delegati a proporre ricorso in Cassazione, equiparandoli ai magistrati nazionali. Secondo, ha censurato il Tribunale per aver emesso una motivazione “meramente apparente”, eludendo il compito di riesaminare nel merito il caso come richiesto da una precedente sentenza di rinvio della stessa Cassazione. Il procedimento è stato quindi rinviato nuovamente al Tribunale per una nuova e corretta valutazione.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procura Europea: la Cassazione consolida il suo ruolo e annulla un sequestro milionario

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato temi di cruciale importanza per il sistema giudiziario italiano ed europeo, consolidando il ruolo e i poteri della Procura Europea (EPPO) e ribadendo i rigorosi doveri del giudice in sede di rinvio. La decisione ha annullato l’ordinanza di un Tribunale che aveva revocato un sequestro preventivo da oltre 54 milioni di euro legato a una complessa frode fiscale internazionale.

I Fatti: Una Rete Internazionale di Frode sull’IVA

Al centro del caso vi è un’indagine su un’associazione per delinquere finalizzata a commettere gravi reati tributari. Secondo l’accusa, un gruppo organizzato aveva messo in piedi un vasto meccanismo di frode sull’IVA nel settore dei prodotti petroliferi. Lo schema prevedeva l’acquisto di carburante da raffinerie in Slovenia e Croazia da parte di società con sede nel Regno Unito e in Romania, tutte riconducibili a uno degli indagati.

Questi beni venivano poi venduti a società “cartiere” italiane, create al solo scopo di evadere le imposte. Le società cartiere, che omettevano sistematicamente di versare l’IVA dovuta, rivendevano i prodotti a un destinatario finale in Italia. Il trasporto avveniva direttamente dalle raffinerie estere al deposito finale, bypassando formalmente gli intermediari fittizi e generando un danno all’erario stimato in oltre 92 milioni di euro in tre anni.

L’Iter Giudiziario e l’Appello della Procura Europea

Su richiesta della Procura Europea, il Giudice per le Indagini Preliminari aveva disposto un sequestro preventivo di circa 54 milioni di euro. Tuttavia, il Tribunale del riesame aveva annullato tale provvedimento, ritenendo insussistente il fumus commissi delicti, ovvero la plausibilità dell’accusa. La vicenda era già passata al vaglio della Cassazione, che aveva annullato la prima decisione del Tribunale, rinviando il caso per una nuova valutazione.

Incredibilmente, anche nel giudizio di rinvio, il Tribunale ha nuovamente annullato il sequestro. Contro questa seconda decisione, la Procura Europea ha presentato ricorso per cassazione, lamentando una “mancanza assoluta di motivazione” e sostenendo che il Tribunale avesse ignorato le precise indicazioni della Suprema Corte.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’EPPO, basando la sua decisione su due pilastri fondamentali.

La Piena Legittimità ad Agire della Procura Europea

In via preliminare, la Corte ha affrontato e risolto la questione sulla legittimità dei Procuratori Europei Delegati (PED) a proporre ricorso per cassazione. Sulla base del Regolamento UE 2017/1939 e della normativa nazionale di attuazione (d.lgs. 9/2021), i giudici hanno stabilito senza ombra di dubbio che i PED agiscono con gli stessi poteri e le stesse facoltà dei procuratori nazionali. Di conseguenza, hanno pieno diritto di utilizzare tutti i rimedi previsti dall’ordinamento italiano, incluso il ricorso in Cassazione. Questa affermazione rafforza l’integrazione e l’efficacia dell’EPPO nel contesto giudiziario italiano.

Il Grave Vizio di Motivazione del Tribunale

Nel merito, la Cassazione ha mosso una critica severa all’operato del Tribunale del riesame. La sua motivazione è stata definita “meramente apparente” ed “erronea in diritto”. Il Tribunale, infatti, si era limitato a richiamare i precedenti provvedimenti e ad affermare che, secondo la Cassazione, gli elementi indiziari non erano sufficienti a fondare il fumus del reato.

Questa interpretazione, secondo la Suprema Corte, è una palese violazione dell’art. 627 del codice di procedura penale. Il giudice del rinvio non deve interpretare la sentenza della Cassazione, ma attenersi al compito che gli è stato assegnato: procedere a una nuova e autonoma valutazione del materiale probatorio. Sottraendosi a questo dovere, il Tribunale ha di fatto eluso il proprio compito, rendendo la sua decisione illegittima.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato per la terza volta la causa al Tribunale di Parma per un nuovo giudizio. Questa volta, il Tribunale dovrà finalmente procedere a un esame approfondito e autonomo del compendio indiziario, fornendo una motivazione reale e non apparente sulla sussistenza dei presupposti per il sequestro. La sentenza rappresenta un importante precedente che non solo consolida la posizione della Procura Europea nel panorama giudiziario italiano, ma serve anche da monito sull’obbligo inderogabile per i giudici di merito di conformarsi ai principi di diritto e ai compiti loro assegnati dalla Corte di Cassazione.

Il Procuratore Europeo (EPPO) può presentare ricorso per cassazione in Italia?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che i Procuratori Europei Delegati dispongono degli stessi poteri e rimedi processuali dei procuratori nazionali, inclusa la piena facoltà di proporre ricorso per cassazione.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale del riesame?
La Corte l’ha annullata perché la motivazione fornita dal Tribunale era “meramente apparente” ed “erronea in diritto”. Il Tribunale non ha eseguito una nuova e autonoma valutazione dei fatti come richiesto dalla sentenza di rinvio della Cassazione, limitandosi a un richiamo dei precedenti atti e travisando il compito assegnatogli.

Cosa succede adesso nel procedimento?
Il procedimento viene nuovamente rinviato al Tribunale di Parma, il quale dovrà celebrare un nuovo giudizio. In questa sede, dovrà riesaminare nel merito l’intera vicenda cautelare, fornendo risposte adeguate e una motivazione completa e autonoma sulla sussistenza dei presupposti per il sequestro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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