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Procedibilità truffa telematica: nuova legge e querela

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Procuratore in un caso di truffa online. Nonostante la truffa sia avvenuta a distanza, una recente modifica legislativa (L. 90/2024) ha introdotto una nuova aggravante specifica (art. 640, co. 2, n. 2-ter c.p.) per la truffa telematica. A differenza di altre aggravanti, questa non rende il reato procedibile d’ufficio. Pertanto, la remissione della querela da parte della vittima ha correttamente estinto il reato, confermando la decisione del tribunale.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità Truffa Telematica: La Cassazione e l’Impatto della Nuova Legge

La crescente diffusione delle transazioni online ha portato a un aumento delle truffe commesse con strumenti informatici. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: la procedibilità truffa telematica. Con l’introduzione di una nuova normativa nel 2024, cambiano le regole per perseguire questi reati, rendendo fondamentale il ruolo della persona offesa. Vediamo nel dettaglio cosa ha stabilito la Suprema Corte.

I Fatti del Caso: Una Truffa Online e la Decisione del Tribunale

Il caso nasce da un procedimento per truffa aggravata. All’imputato era stato contestato il reato di truffa, commesso tramite una vendita a distanza con l’utilizzo di un sistema telematico. Inizialmente, era stata applicata l’aggravante comune della cosiddetta ‘minorata difesa’ (art. 61, n. 5 c.p.), che si configura quando si approfitta di circostanze di tempo, di luogo o di persona tali da ostacolare la pubblica o privata difesa.

Il Tribunale di Catania, tuttavia, aveva escluso tale aggravante e, di conseguenza, aveva dichiarato il non doversi procedere. La ragione? Il reato era stato estinto a seguito della remissione della querela da parte della vittima, ritualmente accettata dall’imputato. Senza l’aggravante, infatti, la truffa semplice è un reato procedibile solo a querela di parte.

Il Ricorso del Procuratore e la Procedibilità Truffa Telematica

Il Procuratore generale ha impugnato la decisione del Tribunale, ricorrendo in Cassazione. La tesi dell’accusa si basava su un orientamento consolidato della stessa Corte di Cassazione, secondo cui nelle vendite online la distanza tra venditore e acquirente pone quest’ultimo in una situazione di debolezza, che integra proprio l’aggravante della minorata difesa. La presenza di tale aggravante avrebbe reso il reato procedibile d’ufficio, rendendo irrilevante la remissione della querela.

Il punto centrale del ricorso era, quindi, affermare che la procedibilità truffa telematica, in casi come questo, dovesse essere d’ufficio, consentendo allo Stato di perseguire il reato indipendentemente dalla volontà della vittima.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione: La Svolta con la Legge n. 90/2024

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, introducendo un elemento normativo nuovo e decisivo. I giudici hanno riconosciuto la correttezza dei richiami giurisprudenziali del Procuratore, ma hanno evidenziato come il quadro legislativo sia mutato con l’entrata in vigore della Legge 28 giugno 2024, n. 90.

Questa legge ha introdotto nell’articolo 640 del codice penale una nuova e specifica circostanza aggravante: la n. 2-ter. Tale aggravante si applica ‘se il fatto è commesso a distanza attraverso strumenti informatici o telematici idonei a ostacolare la propria o altrui identificazione’. Questa nuova previsione, essendo più specifica, si applica al posto della generica aggravante della minorata difesa nei casi di truffa online.

La vera novità, però, risiede in un’altra modifica apportata dalla stessa legge. Il legislatore ha stabilito che, a differenza delle altre aggravanti previste per la truffa, quella introdotta al n. 2-ter non rende il reato procedibile d’ufficio. Di conseguenza, anche se il fatto è aggravato ai sensi della nuova norma, per avviare l’azione penale rimane indispensabile la querela della persona offesa.

Le Conclusioni: La Querela Resta Fondamentale

La sentenza chiarisce un punto fondamentale per chiunque sia vittima di una truffa online. Sebbene il legislatore abbia riconosciuto la particolare gravità di questi reati introducendo un’aggravante specifica, ha scelto di mantenere la procedibilità a querela. Questo significa che la volontà della vittima è ancora l’elemento chiave per poter perseguire penalmente i responsabili. La remissione della querela, come avvenuto nel caso di specie, estingue il reato e chiude definitivamente il procedimento. La decisione della Cassazione, pur basandosi su una norma sopravvenuta, conferma la correttezza nel merito della sentenza di primo grado: senza querela, per questo tipo di truffa telematica, la giustizia non può procedere.

Una truffa commessa online è sempre procedibile d’ufficio?
No. Secondo la nuova normativa introdotta dalla Legge n. 90/2024, la truffa aggravata perché commessa con strumenti telematici (art. 640, co. 2, n. 2-ter c.p.) non è procedibile d’ufficio, ma richiede la querela della persona offesa.

Cosa ha introdotto la nuova legge del 2024 riguardo alla truffa telematica?
Ha introdotto una specifica circostanza aggravante (n. 2-ter del secondo comma dell’art. 640 c.p.) per i fatti commessi a distanza con strumenti informatici o telematici. Tuttavia, ha anche specificato che questa aggravante non modifica il regime di procedibilità, che resta a querela di parte.

Perché il ritiro della querela è stato decisivo in questo caso di truffa online?
È stato decisivo perché, alla luce della nuova legge, il reato contestato (truffa telematica) è procedibile solo a querela. Di conseguenza, la remissione della querela da parte della persona offesa, accettata dall’imputato, ha causato l’estinzione del reato, rendendo impossibile proseguire l’azione penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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