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Procedibilità reati e Riforma Cartabia: la Cassazione

La Corte di Cassazione analizza la nuova procedibilità dei reati di furto introdotta dalla Riforma Cartabia. Annulla parzialmente una condanna per diversi furti aggravati per i quali, a seguito della novella legislativa, è divenuta necessaria la querela della persona offesa, in questo caso mancante. La Corte chiarisce che il sopravvenuto difetto della condizione di procedibilità prevale su altre cause di inammissibilità del ricorso, portando all’annullamento della sentenza per quei specifici capi d’imputazione e al rinvio per la rideterminazione della pena.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità dei Reati: Come la Riforma Cartabia Annulla le Condanne per Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 3201/2024) offre un’importante lezione sull’impatto delle riforme legislative sui processi in corso. Il caso analizza come la modifica della procedibilità reati, in particolare per il furto, introdotta dalla Riforma Cartabia, possa portare all’annullamento di condanne già pronunciate. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale del nostro ordinamento: la legge più favorevole all’imputato deve essere sempre applicata, anche quando interviene a processo già avanzato.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano nei confronti di un gruppo di individui, imputati per associazione per delinquere e una serie di reati fine, tra cui numerosi furti aggravati, violazioni in materia di armi e riciclaggio. La sentenza di secondo grado aveva parzialmente riformato la decisione del G.U.P., riducendo le pene e revocando alcune misure accessorie. Tuttavia, gli imputati decidevano di ricorrere in Cassazione, sollevando diverse questioni, la più rilevante delle quali riguardava un cambiamento normativo avvenuto dopo la pronuncia d’appello.

La Questione Giuridica sulla Procedibilità dei Reati

Il cuore della controversia legale risiede nell’entrata in vigore del D.Lgs. n. 150/2022, meglio noto come Riforma Cartabia. Questa normativa ha modificato l’articolo 624 del codice penale, trasformando il delitto di furto, in molte delle sue forme, da reato procedibile d’ufficio a reato procedibile a querela di parte. In parole semplici, mentre prima lo Stato poteva perseguire il colpevole autonomamente, dopo la riforma è diventata necessaria una formale richiesta di punizione da parte della vittima.

Gli avvocati degli imputati hanno sostenuto che, per molti dei furti loro contestati, non era mai stata presentata una querela. Di conseguenza, a seguito della nuova legge, l’azione penale per quei specifici fatti non poteva più proseguire.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato attentamente i motivi del ricorso, operando una distinzione cruciale. Da un lato, ha dichiarato inammissibili le censure generiche sulla motivazione della sentenza, ricordando che, in caso di “concordato in appello” (una sorta di patteggiamento nel secondo grado di giudizio), i motivi di ricorso in Cassazione sono estremamente limitati. Dall’altro lato, ha pienamente accolto la questione relativa al mutato regime di procedibilità.

La Prevalenza del Difetto di Procedibilità

Il principio affermato dai giudici è di massima importanza: il sopravvenuto difetto di una condizione di procedibilità, come la mancanza di querela, è una questione che prevale su eventuali altre cause di inammissibilità del ricorso. Se la legge cambia e richiede un atto (la querela) che non esiste, il giudice deve prenderne atto e dichiarare l’improcedibilità, annullando la relativa condanna.

Costituzione di Parte Civile e Querela

La Corte ha anche chiarito un altro aspetto. Per alcuni reati, la vittima (un istituto di credito) si era costituita parte civile nel processo. In questi casi, i giudici hanno ribadito il consolidato orientamento secondo cui la costituzione di parte civile, manifestando la volontà della persona offesa di ottenere una punizione del colpevole e un risarcimento, equivale a tutti gli effetti a una querela. Pertanto, per tali reati, la condizione di procedibilità era da ritenersi soddisfatta.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda sul principio del favor rei, ovvero l’applicazione della legge successiva più favorevole all’imputato. La Riforma Cartabia, rendendo necessaria la querela per reati prima procedibili d’ufficio, ha introdotto una disciplina più mite. Tale disciplina deve trovare applicazione anche nei processi pendenti al momento della sua entrata in vigore. La Corte ha quindi verificato, capo d’imputazione per capo d’imputazione, quali furti contestati rientrassero nella nuova casistica e per quali mancasse effettivamente la querela. L’esito di questa verifica è stato l’annullamento senza rinvio della sentenza limitatamente a una lunga lista di capi d’imputazione. Poiché tali reati non potevano più essere perseguiti, la relativa condanna doveva essere eliminata. Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza anche riguardo al trattamento sanzionatorio complessivo, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello di Milano per il solo compito di ricalcolare la pena finale sulla base dei soli reati rimasti in piedi.

Conclusioni: L’Impatto Pratico della Sentenza

Questa sentenza illustra in modo esemplare come le riforme legislative possano avere effetti diretti e dirompenti sui procedimenti penali. La modifica della procedibilità reati non è un mero tecnicismo, ma una condizione sostanziale che, se mancante, paralizza l’azione dello Stato. La decisione della Cassazione conferma che i giudici hanno il dovere di applicare immediatamente le nuove norme più favorevoli, anche se questo comporta l’annullamento di condanne per fatti accertati. Per gli operatori del diritto, ciò significa prestare costante attenzione all’evoluzione normativa, poiché da essa possono dipendere le sorti di un intero processo.

Una modifica di legge che rende un reato procedibile a querela si applica anche ai processi già in corso?
Sì. La Corte di Cassazione conferma che, in base al principio di applicazione della legge successiva più favorevole, il nuovo regime di procedibilità a querela si applica a tutti i procedimenti non ancora definiti con sentenza irrevocabile, anche se si trovano già in fase di giudizio di legittimità.

Cosa succede se manca la querela per alcuni reati in un processo con più accuse?
La sentenza viene annullata senza rinvio limitatamente ai reati per i quali è sopravvenuta la mancanza della condizione di procedibilità. Il caso viene poi rinviato alla Corte d’Appello, che dovrà ricalcolare la pena complessiva tenendo conto solo dei reati per i quali la condanna è rimasta valida.

La costituzione di parte civile nel processo penale equivale a una querela?
Sì. La Corte ribadisce che la costituzione di parte civile, non essendo un atto neutro ma esprimendo la volontà della vittima di ottenere il risarcimento e la punizione del colpevole, soddisfa il requisito della richiesta di punizione e quindi equivale a una querela ai fini della procedibilità dell’azione penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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