LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Procedibilità querela: furto e Riforma Cartabia

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato a causa di un difetto di procedibilità. Con l’entrata in vigore della Riforma Cartabia, il reato di furto è diventato procedibile a querela di parte. Poiché la denuncia della vittima non conteneva una esplicita richiesta di punizione, la Corte ha stabilito che mancava la necessaria condizione di procedibilità, applicando retroattivamente la norma più favorevole all’imputato e annullando la sentenza.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità a querela per furto: la Cassazione fa chiarezza sulla Riforma Cartabia

Con la recente sentenza n. 11693/2024, la Corte di Cassazione è intervenuta su un tema di grande attualità: la procedibilità a querela del reato di furto a seguito della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022). Questa decisione chiarisce l’applicazione retroattiva delle nuove norme e sottolinea l’importanza della corretta formulazione dell’atto di denuncia da parte della persona offesa. Analizziamo insieme i dettagli del caso e le implicazioni di questa pronuncia.

Il caso: da una condanna per furto all’annullamento in Cassazione

Il caso trae origine da una condanna per furto pluriaggravato emessa dal Tribunale di Trani e parzialmente riformata in Appello a Bari, con la concessione della sospensione condizionale della pena. L’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un vizio fondamentale: la mancanza, nella denuncia presentata dalla persona offesa, di una esplicita istanza di punizione. In altre parole, l’atto era una semplice denuncia dei fatti e non una querela formale come richiesto dalla nuova normativa.

La procedibilità a querela e l’impatto della Riforma Cartabia

Il punto centrale della controversia riguarda la modifica introdotta dalla Riforma Cartabia all’articolo 624 del codice penale. Prima di tale intervento, il furto era generalmente procedibile d’ufficio. La riforma ha stabilito che, salvo specifiche aggravanti, “il delitto è punibile a querela della persona offesa”. Nel caso di specie, le aggravanti contestate non rientravano tra quelle che ancora oggi consentono la procedibilità d’ufficio. Di conseguenza, il reato era divenuto procedibile solo a seguito di una valida querela.

Il Principio di Retroattività della Norma Favorevole

Un aspetto cruciale affrontato dalla Corte è l’applicazione della nuova norma a fatti commessi prima della sua entrata in vigore (30 dicembre 2022). La Cassazione, in linea con un consolidato orientamento giurisprudenziale, ha ribadito che le modifiche al regime di procedibilità, avendo natura mista (sostanziale e processuale), sono soggette al principio del favor rei sancito dall’art. 2, comma 4, del codice penale. Poiché la nuova norma che richiede la querela è più favorevole all’imputato, essa deve essere applicata retroattivamente anche ai procedimenti in corso per reati commessi in precedenza.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza senza rinvio. Il ragionamento dei giudici si è fondato su due pilastri:

1. Applicabilità della Riforma: La nuova disciplina sulla procedibilità a querela si applica al caso in esame, nonostante il reato sia stato commesso prima della sua entrata in vigore.
2. Mancanza della Condizione di Procedibilità: I giudici hanno verificato gli atti e constatato che il documento presentato dalla persona offesa era una “mera denunzia” e non una querela, poiché priva dei requisiti necessari, in particolare della manifestazione di volontà di perseguire penalmente il responsabile.

La Corte ha inoltre richiamato l’articolo 531, comma 2, del codice di procedura penale, che impone di dare rilievo liberatorio anche al semplice dubbio sull’esistenza della condizione di procedibilità. Di fronte all’assenza di una chiara volontà punitiva, il Collegio non ha potuto fare altro che dichiarare l’improcedibilità dell’azione penale.

Le conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un’importante conferma dei principi introdotti dalla Riforma Cartabia e delle sue conseguenze pratiche. Sottolinea come un vizio procedurale, quale la mancanza di una querela formale, possa avere un effetto dirompente sull’esito del processo penale, portando all’annullamento di una condanna. Per le persone offese, emerge la necessità di manifestare chiaramente e in modo inequivocabile la propria volontà di punizione nell’atto di denuncia, per evitare che l’azione penale si areni per un difetto di procedibilità. Per gli operatori del diritto, è un monito a verificare sempre con attenzione la sussistenza di tutte le condizioni necessarie per l’esercizio dell’azione penale, specialmente alla luce delle recenti riforme legislative.

Dopo la Riforma Cartabia, il reato di furto è sempre perseguibile d’ufficio?
No, l’art. 624 c.p. è stato modificato e ora il delitto è punibile a querela della persona offesa. Si procede d’ufficio solo in casi specifici, come l’incapacità della vittima o la presenza di alcune aggravanti non riscontrate nel caso di specie.

Le nuove norme sulla procedibilità a querela si applicano anche ai reati commessi prima dell’entrata in vigore della riforma?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la nuova norma, essendo più favorevole all’imputato, ha efficacia retroattiva e si applica anche ai fatti commessi prima del 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della Riforma Cartabia.

Cosa succede se la denuncia della persona offesa non contiene una chiara richiesta di punizione?
Se la legge richiede una querela per procedere, una semplice denuncia che non contenga l’esplicita volontà di punire il colpevole non è sufficiente. In tal caso, manca la condizione di procedibilità e l’azione penale non può essere proseguita, portando all’annullamento della sentenza di condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati