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Procedibilità d’ufficio lesioni: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso, confermando la corretta applicazione della procedibilità d’ufficio per lesioni aggravate. La Corte ha chiarito che il rinvio normativo tra gli articoli 582, 585 e 576 del codice penale attiva la persecuzione da parte dello Stato anche in assenza di querela della persona offesa, quando sussistono determinate aggravanti. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità d’ufficio lesioni: la Cassazione chiarisce i rinvii normativi

Comprendere quando un reato viene perseguito automaticamente dallo Stato è fondamentale. La recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante delucidazione sulla procedibilità d’ufficio per lesioni aggravate, un tema che tocca la linea di confine tra la necessità di una querela di parte e l’intervento autonomo della giustizia penale. Questo intervento chiarisce la complessa catena di rinvii normativi che attiva la persecuzione statale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello, che aveva confermato una condanna per il delitto di lesioni personali, aggravate ai sensi dell’art. 61 n. 2 del codice penale. Il ricorrente contestava la sussistenza della procedibilità d’ufficio, sostenendo che per il reato contestato fosse necessaria la querela della persona offesa, querela che in questo caso non era presente. La questione centrale, dunque, era puramente di diritto: stabilire se le circostanze del reato fossero tali da innescare l’azione penale da parte dello Stato.

La Decisione della Corte e la Procedibilità d’Ufficio Lesioni

La Corte di Cassazione ha rigettato le argomentazioni del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno confermato che, nel caso di specie, il reato di lesioni era procedibile d’ufficio. La decisione si fonda su un’attenta analisi della concatenazione di norme del codice penale. Con questa pronuncia, la Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione del meccanismo di rinvio tra diverse norme penali. Vediamo nel dettaglio il percorso logico seguito dalla Corte:
1. Punto di partenza: Art. 582 c.p. (Lesioni personali). Il secondo comma di questo articolo stabilisce che per il delitto di lesioni si procede d’ufficio se ricorrono alcune circostanze aggravanti.
2. Primo Rinvio: Art. 585 c.p. (Circostanze aggravanti). Questa norma elenca le aggravanti specifiche per il delitto di lesioni e, per altre, rinvia a sua volta ad altre disposizioni.
3. Secondo Rinvio: Art. 576 c.p. (Circostanze aggravanti dell’omicidio). L’art. 585 c.p. richiama esplicitamente le aggravanti previste per il delitto di omicidio, rendendole applicabili anche alle lesioni. La Corte ha specificato che questo rinvio è generalizzato e include anche l’aggravante prevista al n. 1 dell’art. 576 c.p.

La Corte ha sottolineato che le uniche aggravanti escluse ai fini della procedibilità d’ufficio per lesioni sono quelle contenute nell’art. 577 c.p. (altre circostanze aggravanti dell’omicidio), ma non quelle dell’art. 576 c.p. Pertanto, la presenza nel caso di specie di una delle aggravanti richiamate dall’art. 576 c.p. rendeva il reato procedibile d’ufficio, legittimando l’azione penale anche in assenza di querela.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un’interpretazione cruciale per la prassi giudiziaria. L’implicazione pratica è chiara: la qualificazione di un fatto come reato di lesioni aggravate ai sensi della catena normativa 582-585-576 c.p. ha una conseguenza procedurale immediata e significativa. Essa determina la procedibilità d’ufficio, svincolando l’esercizio dell’azione penale dalla volontà della vittima. Ciò garantisce una tutela rafforzata in situazioni ritenute dal legislatore di maggiore allarme sociale, dove l’interesse dello Stato alla repressione del crimine prevale sulla disponibilità del diritto individuale alla querela. Per avvocati e operatori del diritto, è un promemoria dell’importanza di analizzare non solo la fattispecie di reato, ma anche tutte le circostanze aggravanti e i relativi effetti sulla procedibilità.

Quando un reato di lesioni personali diventa procedibile d’ufficio?
Un reato di lesioni personali diventa procedibile d’ufficio quando sussistono determinate circostanze aggravanti. La legge, attraverso un sistema di rinvii tra l’art. 582, l’art. 585 e l’art. 576 del codice penale, stabilisce che la presenza di tali aggravanti attiva l’azione penale da parte dello Stato, senza che sia necessaria la querela della persona offesa.

Tutte le aggravanti previste per l’omicidio rendono le lesioni procedibili d’ufficio?
No. Secondo quanto chiarito dalla Corte, il rinvio dell’art. 585 c.p. all’art. 576 c.p. è ampio, ma la procedibilità d’ufficio per le lesioni non si estende alle aggravanti indicate nei commi 1 e 2 dell’art. 577 del codice penale.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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