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Procedibilità d’ufficio furto: la mossa del PM vince

La Cassazione ha annullato una sentenza di non luogo a procedere per un caso di furto di energia elettrica. Nonostante la mancanza di querela, resa necessaria dalla Riforma Cartabia, la Corte ha stabilito che la contestazione di un’aggravante specifica (bene destinato a pubblico servizio) da parte del Pubblico Ministero alla prima udienza utile rende il reato perseguibile d’ufficio, superando così il vizio di procedibilità. La decisione sottolinea la prevalenza dei poteri del PM di modificare l’imputazione rispetto alla scadenza del termine transitorio per la presentazione della querela.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità d’Ufficio Furto: Quando la Mossa del PM Salva il Processo

La recente Riforma Cartabia ha introdotto significative modifiche al sistema penale, in particolare per quanto riguarda la perseguibilità di numerosi reati. Molti illeciti, un tempo perseguiti d’ufficio, ora richiedono la querela della persona offesa. Questa novità ha generato complesse questioni interpretative, specialmente per i processi in corso. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 34688/2024) affronta un caso emblematico, chiarendo i poteri del Pubblico Ministero e il loro impatto sulla procedibilità d’ufficio furto anche dopo la scadenza dei termini per la presentazione della querela.

I Fatti del Caso: Furto di Energia e la Decisione del Tribunale

Il caso riguardava un’imputata accusata di furto aggravato di energia elettrica, commesso tramite un allaccio abusivo alla rete di distribuzione. A seguito della Riforma Cartabia, il reato di furto, anche se aggravato, è diventato procedibile a querela. La legge ha previsto un termine transitorio (fino al 30 marzo 2023) per consentire alle persone offese di presentare la querela per i fatti commessi prima dell’entrata in vigore della riforma.

Nel caso specifico, la società erogatrice dell’energia non aveva sporto querela entro il termine. Di conseguenza, il Tribunale di primo grado, alla prima udienza, ha dichiarato l’improcedibilità dell’azione penale, chiudendo il processo per mancanza della condizione di procedibilità.

La Questione Giuridica: Riforma Cartabia e Procedibilità d’Ufficio Furto

Il Procuratore Generale ha impugnato la decisione del Tribunale, presentando ricorso direttamente in Cassazione. Il punto cruciale del ricorso era il seguente: alla prima udienza utile, subito dopo la costituzione delle parti, il Pubblico Ministero aveva effettuato una ‘contestazione suppletiva’, aggiungendo all’imputazione l’aggravante specifica prevista dall’art. 625, n. 7, c.p., ovvero l’aver commesso il fatto su un bene destinato a pubblico servizio o a pubblica utilità.

Questa aggravante è una delle eccezioni previste dalla Riforma Cartabia che mantiene la procedibilità d’ufficio furto. Il Tribunale, tuttavia, aveva ritenuto tale contestazione tardiva e inefficace, poiché la causa di improcedibilità (mancanza di querela) si era già consolidata alla data del 30 marzo 2023. La questione sottoposta alla Cassazione era quindi se il potere del PM di modificare l’imputazione potesse ‘sanare’ la mancanza di querela, anche dopo la scadenza del termine previsto dalla normativa transitoria.

L’Analisi della Cassazione sulla Procedibilità d’Ufficio Furto

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Procuratore Generale, fornendo un’analisi dettagliata e sistematica della normativa.

La Contestazione ‘in Fatto’ dell’Aggravante

In primo luogo, la Corte ha esaminato se l’aggravante del bene destinato a pubblico servizio potesse considerarsi già implicitamente contestata ‘in fatto’ nell’originaria imputazione, che descriveva un allaccio abusivo alla rete di distribuzione di un ente gestore. Sebbene la giurisprudenza su questo punto sia divisa, la Corte ha ritenuto che la descrizione di un furto di energia mediante allaccio diretto alla rete pubblica fosse sufficiente per rendere evidente all’imputato la natura pubblica del servizio, integrando di fatto gli estremi dell’aggravante.

Il Potere di Contestazione Suppletiva del Pubblico Ministero

Il punto decisivo della sentenza, tuttavia, riguarda il potere di contestazione suppletiva del PM. La Cassazione ha stabilito che questo potere, previsto dall’art. 517 c.p.p., non è soggetto a decadenze e può essere esercitato nella prima udienza utile. La Corte ha operato una distinzione fondamentale tra la causa di improcedibilità per mancanza di querela e altre cause di non punibilità, come la prescrizione.

Mentre la prescrizione estingue il reato in un momento preciso e in modo irreversibile, la condizione di procedibilità è una vicenda processuale ‘dinamica’. Un processo può iniziare senza querela (se originariamente procedibile d’ufficio) e la sua procedibilità può essere ripristinata successivamente.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che negare l’efficacia della contestazione del PM solo perché il calendario del tribunale non aveva previsto un’udienza prima del 30 marzo 2023 sarebbe irragionevole e lesivo del principio di obbligatorietà dell’azione penale. Sarebbe come far dipendere la sorte di un processo da fattori casuali come la fissazione delle udienze. La lettura coordinata degli articoli 517 c.p.p. e 85 del D.Lgs. 150/2022 impone di consentire al PM di esercitare i suoi poteri nella prima occasione processuale utile. La contestazione dell’aggravante, rendendo il reato procedibile d’ufficio, elimina l’ostacolo processuale della mancanza di querela. Di conseguenza, il giudice non può più emettere una sentenza di proscioglimento per tale motivo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del Tribunale e ha rinviato il processo per la celebrazione del giudizio. La sentenza stabilisce un principio di diritto di notevole importanza pratica: nei processi per furto aggravato interessati dalla Riforma Cartabia, se manca la querela, il Pubblico Ministero può, alla prima udienza utile, effettuare una contestazione suppletiva di una delle aggravanti che rendono il reato procedibile d’ufficio. Tale contestazione è pienamente efficace e supera la causa di improcedibilità, consentendo al processo di proseguire.

Dopo la Riforma Cartabia, la mancanza di querela per furto aggravato blocca sempre il processo?
No, non sempre. Se il Pubblico Ministero contesta, anche successivamente, una circostanza aggravante che rende il reato procedibile d’ufficio (come quella del bene destinato a pubblico servizio), il processo può proseguire validamente nonostante l’assenza della querela.

Il Pubblico Ministero può contestare una nuova aggravante per rendere il reato procedibile d’ufficio anche se è scaduto il termine per la querela?
Sì. Secondo la sentenza, il potere del Pubblico Ministero di modificare l’imputazione durante il processo (contestazione suppletiva) non è limitato dalla scadenza del termine transitorio previsto dalla Riforma Cartabia per la presentazione della querela. Può essere esercitato alla prima udienza utile.

Il furto di energia elettrica tramite allaccio abusivo alla rete pubblica implica automaticamente l’aggravante della destinazione a pubblico servizio?
La sentenza chiarisce che la descrizione di una condotta di furto di energia tramite allaccio diretto alla rete di distribuzione di un ente gestore è sufficiente per integrare una ‘contestazione in fatto’ dell’aggravante, in quanto rende palese all’imputato di doversi difendere dall’accusa di aver sottratto un bene destinato a un servizio pubblico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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