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Procedibilità d’ufficio: Cassazione annulla sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di proscioglimento per un reato di spendita di monete false. Il tribunale di primo grado aveva erroneamente dichiarato l’estinzione del reato per remissione di querela, senza considerare che tale reato ha procedibilità d’ufficio. La Suprema Corte ha ribadito che la remissione di querela non ha alcun effetto sui reati per i quali lo Stato deve procedere autonomamente, indipendentemente dalla volontà della persona offesa.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità d’ufficio: quando la remissione di querela non basta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del nostro ordinamento penale: la distinzione tra reati perseguibili a querela e reati con procedibilità d’ufficio. Questa decisione chiarisce che la remissione della querela non può estinguere un reato per cui lo Stato ha l’obbligo di procedere autonomamente. Analizziamo insieme questo caso per capire le sue implicazioni, anche alla luce della Riforma Cartabia.

I Fatti di Causa

Il Tribunale di Caltagirone, con una sentenza emessa in composizione monocratica, aveva dichiarato il non doversi procedere nei confronti di un’imputata per due distinti capi d’accusa: uno per furto (art. 624 c.p.) e l’altro per spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate (art. 455 c.p.). La decisione del giudice di primo grado si basava sull’avvenuta remissione della querela da parte della persona offesa.

Tuttavia, il Pubblico Ministero, non condividendo tale conclusione, ha proposto ricorso per cassazione, contestando la declaratoria di estinzione limitatamente al reato di cui all’art. 455 c.p.

Il Ricorso del Pubblico Ministero e la questione della procedibilità d’ufficio

Il cuore del ricorso si fondava su un punto di diritto cruciale. Il Pubblico Ministero ha sostenuto che il Tribunale avesse commesso un errore di legge nel ritenere che la remissione di querela potesse estinguere anche il reato di spendita di monete false. Questo specifico delitto, infatti, è caratterizzato dalla procedibilità d’ufficio, il che significa che l’azione penale deve essere esercitata obbligatoriamente dallo Stato una volta che la notizia di reato è stata acquisita, senza che sia necessaria un’istanza della persona offesa.

L’errore del giudice di primo grado è stato quello di estendere l’effetto della remissione di querela, valido per il reato di furto, anche a un reato che segue regole di procedibilità completamente diverse.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito che, sebbene la Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022) abbia ampliato il catalogo dei reati perseguibili a querela, il delitto previsto dall’art. 455 c.p. non è stato toccato da tale modifica e conserva la sua natura di reato con procedibilità d’ufficio.

Di conseguenza, la remissione della querela è un atto giuridicamente irrilevante per questo capo d’imputazione. La Corte ha sottolineato che il giudice ha il dovere di verificare la condizione di procedibilità per ciascun reato contestato. Nel caso di specie, mentre per il furto la remissione era efficace, per la spendita di monete false l’azione penale doveva proseguire.

La sentenza è stata quindi annullata limitatamente a tale reato, con rinvio alla Corte di Appello di Catania per un nuovo giudizio. La Corte ha inoltre colto l’occasione per precisare che, a seguito di recenti modifiche normative (L. 114/2024), per alcune sentenze di proscioglimento il ricorso per cassazione rappresenta l’unico strumento a disposizione del Pubblico Ministero per impugnare la decisione.

Le Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione è un importante promemoria sulla necessità di distinguere attentamente le condizioni di procedibilità dei reati. La remissione di querela è un istituto che produce effetti estintivi solo per i reati perseguibili su istanza di parte. Per i reati che mantengono la procedibilità d’ufficio, come la spendita di monete false, l’interesse pubblico alla repressione del crimine prevale sulla volontà della persona offesa, e il processo deve fare il suo corso. La decisione riafferma la centralità di questo principio, garantendo che reati considerati di particolare gravità per l’ordinamento non vengano archiviati per un errore di applicazione della legge.

Perché la sentenza del Tribunale è stata annullata solo in parte?
La sentenza è stata annullata solo per il capo d’imputazione relativo al reato di spendita di monete false (art. 455 c.p.) perché, a differenza del furto, è un reato procedibile d’ufficio e quindi non può essere estinto per remissione di querela.

La remissione di una querela può estinguere un reato procedibile d’ufficio?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che la remissione di querela è inefficace per i reati procedibili d’ufficio, poiché per questi l’azione penale è obbligatoria e non dipende dalla volontà della persona offesa.

La Riforma Cartabia ha modificato la procedibilità del reato di spendita di monete false?
No, la sentenza chiarisce che il reato previsto dall’art. 455 del codice penale è rimasto procedibile d’ufficio anche dopo l’entrata in vigore della Riforma Cartabia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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