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Procedibilità del furto: la riforma e la Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per furto aggravato. La decisione si fonda sulla modifica della procedibilità del furto introdotta dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), che ora richiede la querela della persona offesa anche in presenza di alcune aggravanti, come la destrezza. In assenza di querela, l’azione penale è stata dichiarata improcedibile.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità del Furto: La Cassazione Annulla una Condanna per Mancanza di Querela

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 2927/2024 getta nuova luce sulla procedibilità del furto a seguito della Riforma Cartabia. Con una decisione netta, i giudici hanno annullato una condanna per furto aggravato dalla destrezza, poiché mancava un elemento ormai fondamentale: la querela della persona offesa. Questo caso evidenzia l’impatto significativo della novella legislativa sui procedimenti penali in corso e futuri.

Il Percorso Giudiziario: dalla Condanna all’Annullamento

La vicenda processuale ha visto due imputati condannati dalla Corte di Appello di Firenze per il reato di furto aggravato ai sensi degli artt. 624 e 625, comma 1, n. 2) del codice penale. Questa decisione ribaltava una precedente sentenza di proscioglimento emessa in primo grado.

Il difensore degli imputati ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi principali:
1. Il difetto della condizione di procedibilità alla luce della nuova normativa introdotta dal D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 (Riforma Cartabia).
2. Un vizio di motivazione riguardo la sussistenza dell’aggravante della destrezza.

La Suprema Corte ha accolto il primo motivo, ritenendolo assorbente rispetto al secondo.

L’Impatto della Riforma sulla Procedibilità del Furto

Il cuore della decisione risiede nel cambiamento del regime di procedibilità per il reato di furto. L’art. 2 del D.Lgs. 150/2022 ha modificato l’art. 624 del codice penale, stabilendo che il delitto di furto è, di regola, ‘punibile a querela della persona offesa’.

La legge prevede delle eccezioni, mantenendo la procedibilità d’ufficio (ovvero senza necessità di querela) solo in casi specifici, come quando la persona offesa è incapace per età o infermità, o quando ricorrono le aggravanti di cui all’art. 625, numeri 7 e 7-bis. È cruciale notare che l’aggravante contestata nel caso di specie, la destrezza (art. 625, n. 2), non rientra tra queste eccezioni. La procedibilità del furto aggravato da destrezza è quindi ora subordinata alla presentazione di una querela.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha constatato che nel fascicolo processuale mancava qualsiasi ‘manifestazione della volontà punitiva da parte della persona offesa’, la cui identità era peraltro rimasta ignota. Anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, interpellata, aveva confermato questa circostanza.

Di conseguenza, venendo meno una delle condizioni essenziali per poter proseguire l’azione penale, i giudici hanno applicato l’art. 129 del codice di procedura penale. Questa norma impone al giudice di dichiarare d’ufficio l’improcedibilità dell’azione penale quando ne ricorrano i presupposti.

Non sussistendo alcuna delle ipotesi che consentono la procedibilità d’ufficio, la sentenza impugnata è stata annullata senza rinvio. L’azione penale non poteva essere proseguita, e questo ha reso superfluo l’esame del secondo motivo di ricorso relativo all’aggravante.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta una chiara applicazione dei nuovi principi sulla procedibilità del furto. La scelta del legislatore di subordinare la punibilità di molte ipotesi di furto alla volontà della vittima ha un impatto diretto e retroattivo sui processi. In assenza di una querela, anche in presenza di una condanna per un fatto commesso prima della riforma, il procedimento deve essere interrotto. Questa decisione sottolinea l’importanza per le vittime di reato di formalizzare la propria volontà di perseguire i colpevoli attraverso l’atto di querela, divenuto oggi un presupposto indispensabile per la giustizia in un numero maggiore di casi.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per furto aggravato?
La condanna è stata annullata perché, a seguito della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), il reato di furto aggravato dalla destrezza non è più procedibile d’ufficio ma richiede una querela della persona offesa. Nel caso specifico, tale querela non era mai stata presentata.

La querela è ora sempre necessaria per il reato di furto?
No, non sempre. La procedibilità rimane d’ufficio se la persona offesa è incapace (per età o infermità) o se ricorrono specifiche aggravanti previste dall’articolo 625, ai numeri 7 (furto su cose esistenti in uffici o stabilimenti pubblici) e 7-bis (furto su componenti metalliche o altro materiale sottratto da infrastrutture). L’aggravante della destrezza non rientra in queste eccezioni.

Cosa significa ‘annullamento senza rinvio per difetto della condizione di procedibilità’?
Significa che la Corte di Cassazione ha cancellato la sentenza di condanna in modo definitivo, senza che sia necessario un nuovo processo. Ciò avviene perché manca un presupposto fondamentale (la querela) per poter legalmente proseguire l’azione penale contro gli imputati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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