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Procedibilità del furto: la Riforma Cartabia

Due donne vengono condannate per furto aggravato e indebito utilizzo di carte di credito. La Corte di Cassazione conferma la condanna per l’utilizzo delle carte ma annulla quella per il furto. La decisione si fonda sull’impatto della Riforma Cartabia, che ha modificato la procedibilità del furto, rendendo necessaria una querela formale della vittima, documento che mancava agli atti. Il caso viene rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità del furto e Riforma Cartabia: quando la querela diventa decisiva

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 2576/2024) offre un importante chiarimento sugli effetti della Riforma Cartabia sulla procedibilità del furto aggravato. La vicenda, che vedeva due imputate condannate per furto e indebito utilizzo di carte di credito, si è conclusa con un annullamento parziale della condanna proprio per una questione procedurale introdotta dalla nuova normativa.

I Fatti del Caso

Due donne venivano accusate e condannate in primo e secondo grado per due distinti capi d’imputazione. Il primo (capo a) riguardava il furto aggravato di carte di pagamento, una tessera sanitaria e una somma di denaro, sottratti da un armadietto all’interno di un locale commerciale. Il secondo (capo b) concerneva l’indebito utilizzo della carta di credito rubata, con la quale erano stati effettuati acquisti in vari negozi (profumeria, abbigliamento, telefonia) e un prelievo di contanti per un valore complessivo di oltre 1400 euro.

Le imputate ricorrevano in Cassazione, lamentando vizi di motivazione sulla loro identificazione come autrici dei reati. Tuttavia, il punto cruciale del ricorso, sollevato da una delle due, riguardava la condizione di procedibilità per il reato di furto.

La Procedibilità del Furto dopo la Riforma

La difesa ha sostenuto che, a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. n. 150/2022 (la cosiddetta “Riforma Cartabia”), il furto aggravato contestato era divenuto procedibile solo a querela della persona offesa. Agli atti, però, risultava unicamente una denuncia presentata dalla vittima, priva di una formale manifestazione di volontà di procedere penalmente.

La Corte di Cassazione ha accolto questa tesi. La sentenza impugnata era stata emessa il 10 gennaio 2023, data successiva all’entrata in vigore della riforma (30 dicembre 2022). La Corte d’Appello, pertanto, avrebbe dovuto verificare se, nel termine transitorio previsto dalla legge, la persona offesa avesse integrato la denuncia con una valida querela.

La Decisione della Cassazione

Gli Ermellini hanno evidenziato come l’omessa verifica sulla sussistenza della querela costituisca un vizio fondamentale. La questione della procedibilità del furto, essendo rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento, doveva essere affrontata prioritariamente.

Di conseguenza, la Corte ha preso una decisione netta e differenziata per i due capi d’imputazione:
1. Reato di indebito utilizzo (capo b): I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili, in quanto le censure miravano a una rivalutazione dei fatti già adeguatamente motivata dai giudici di merito. La condanna per questo reato è quindi diventata definitiva e irrevocabile.
2. Reato di furto aggravato (capo a): La sentenza è stata annullata limitatamente a questo reato, con rinvio a un’altra sezione della Corte d’Appello. Questo principio è stato esteso anche all’imputata che non aveva sollevato specificamente il motivo, in quanto non di natura esclusivamente personale.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda sull’applicazione della nuova disciplina introdotta dalla Riforma Cartabia. L’art. 624 del codice penale, come modificato, stabilisce che il delitto di furto è punibile a querela della persona offesa, salvo alcune eccezioni non ricorrenti nel caso di specie. La normativa transitoria (art. 85 del D.Lgs. 150/2022) ha concesso un termine, a decorrere dall’entrata in vigore della legge, per presentare la querela per i reati commessi in precedenza. La Corte d’Appello, pronunciandosi dopo tale data, ha omesso di verificare il rispetto di questa condizione di procedibilità, rendendo la sua decisione viziata. L’annullamento con rinvio si è reso necessario per consentire al giudice di merito di compiere tale accertamento e, in caso di assenza della querela, dichiarare il non doversi procedere per il reato di furto e rideterminare la pena complessiva.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce la centralità delle condizioni di procedibilità nel processo penale e l’impatto significativo della Riforma Cartabia. Anche in presenza di prove ritenute sufficienti per una condanna nel merito, l’assenza di un requisito procedurale come la querela può portare all’annullamento della sentenza. Per i professionisti e i cittadini, emerge l’importanza di comprendere come le riforme legislative modifichino non solo le pene, ma anche le regole basilari per l’instaurazione e la prosecuzione del processo penale, sottolineando la necessità per la persona offesa di manifestare esplicitamente la propria volontà punitiva nei casi previsti dalla legge.

Perché la condanna per furto è stata annullata e quella per l’uso indebito della carta no?
La condanna per furto è stata annullata perché, a seguito della Riforma Cartabia, quel tipo di reato è diventato perseguibile solo su querela formale della vittima, che nel caso specifico mancava. La condanna per l’uso indebito della carta è stata invece confermata perché questo reato è procedibile d’ufficio e le prove sono state ritenute sufficienti dai giudici.

Qual è il principale effetto della Riforma Cartabia emerso in questa sentenza?
L’effetto principale è l’estensione del regime di procedibilità a querela per il reato di furto aggravato. La sentenza chiarisce che i giudici devono verificare attivamente la presenza di una valida querela per i fatti commessi prima della riforma ma giudicati dopo la sua entrata in vigore, pena l’annullamento della sentenza.

Cosa accadrà ora nel processo?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza limitatamente al reato di furto e ha rinviato il caso alla Corte d’Appello. Quest’ultima dovrà verificare se sia stata presentata una querela valida. Se la querela manca, dovrà dichiarare l’improcedibilità per il reato di furto e ricalcolare la pena finale basandosi unicamente sul reato di indebito utilizzo della carta di credito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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