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Procedibilità a querela: truffa online e nuova legge

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per truffa. La decisione si basa su una modifica legislativa (L. 90/2024) che ha cambiato la procedibilità a querela per le truffe commesse con strumenti informatici. Poiché la vittima aveva ritirato la querela, il reato è stato dichiarato estinto, superando ogni altra questione processuale.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità a querela: la Cassazione annulla condanna per truffa online

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha radicalmente cambiato l’esito di un processo per truffa, evidenziando l’impatto di una nuova normativa sulla procedibilità a querela. Il caso riguardava una condanna per truffa aggravata, ma l’intervento di una nuova legge ha reso il reato estinto per remissione della querela, portando all’annullamento della sentenza. Vediamo nel dettaglio come si è giunti a questa conclusione.

I Fatti del Processo

L’imputato era stato condannato in primo e secondo grado per il reato di truffa. La Corte d’Appello di Milano aveva confermato la condanna, riconoscendo la sussistenza dell’aggravante della cosiddetta ‘minorata difesa’. Secondo i giudici di merito, la truffa, avvenuta tramite una vendita online, aveva avvantaggiato l’autore del reato, poiché le modalità di contrattazione a distanza avevano impedito alla vittima di effettuare controlli adeguati sulle reali intenzioni dell’acquirente.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando diversi vizi della sentenza, tra cui la violazione del divieto di reformatio in pejus e, soprattutto, la mancanza della condizione di procedibilità a seguito di una modifica legislativa intervenuta successivamente alla sentenza d’appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo assorbente e decisivo il motivo relativo alla procedibilità dell’azione penale. La questione centrale ruota attorno alla Legge n. 90 del 26 giugno 2024, che ha modificato l’articolo 640 del codice penale in materia di truffa.

La nuova legge e la procedibilità a querela per truffa

La nuova normativa ha introdotto un’ipotesi specifica di truffa, quella commessa a distanza attraverso strumenti informatici o telematici che ostacolano l’identificazione della parte. In passato, questa fattispecie era considerata aggravata e, di conseguenza, procedibile d’ufficio (ovvero, lo Stato poteva perseguire il reato anche senza una querela della vittima).

La riforma ha cambiato le carte in tavola: ora, anche questa forma di truffa è soggetta alla procedibilità a querela. Ciò significa che, per poter avviare un procedimento penale, è indispensabile che la persona offesa presenti una formale querela.

Le Motivazioni

Nel caso di specie, la vittima del reato aveva sporto querela, ma successivamente l’aveva ritirata (remissione di querela), e l’imputato aveva accettato tale remissione. Al momento della sentenza d’appello, tale remissione era irrilevante perché il reato era considerato procedibile d’ufficio. Tuttavia, con l’entrata in vigore della nuova legge, il quadro giuridico è mutato.

La Corte di Cassazione ha applicato il principio del favor rei, secondo cui le modifiche normative più favorevoli all’imputato hanno efficacia retroattiva. Poiché il reato contestato rientrava ora tra quelli perseguibili solo a querela di parte e la querela era stata ritirata, l’azione penale non poteva più proseguire.

Di conseguenza, il reato è stato dichiarato estinto. La Corte ha quindi annullato la sentenza di condanna senza rinvio, ponendo fine al procedimento e condannando l’imputato al solo pagamento delle spese processuali, come previsto in caso di remissione.

Le Conclusioni

Questa sentenza è un chiaro esempio di come le modifiche legislative possano avere un impatto diretto e risolutivo sui processi in corso. La scelta del legislatore di estendere la procedibilità a querela a nuove fattispecie di truffa, incluse quelle online, rafforza la centralità della volontà della persona offesa nel perseguire penalmente determinati illeciti. Per gli operatori del diritto, ciò significa prestare massima attenzione all’evoluzione normativa, poiché può determinare l’esito di un giudizio, anche nelle sue fasi più avanzate.

Cosa ha cambiato la Legge n. 90 del 2024 per le truffe online?
Ha stabilito che la truffa commessa con strumenti informatici o telematici che ostacolano l’identificazione, precedentemente procedibile d’ufficio, è ora perseguibile solo a querela della persona offesa.

Perché la condanna è stata annullata nonostante fosse stata confermata in appello?
La condanna è stata annullata perché, a seguito della nuova legge, il reato è diventato procedibile a querela. Dato che la vittima aveva ritirato la sua querela, è venuta a mancare la condizione necessaria per proseguire l’azione penale, e il reato è stato dichiarato estinto.

Cosa succede quando una querela viene ritirata per un reato divenuto procedibile a querela?
Se la querela viene ritirata (remissione) e la controparte accetta, il reato si estingue. Il procedimento penale non può continuare e deve essere chiuso con una pronuncia di non doversi procedere o, come in questo caso, con l’annullamento della sentenza di condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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