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Procedibilità a querela: Riforma Cartabia e danni

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per danneggiamento aggravato a seguito di una recente modifica legislativa che ha introdotto la procedibilità a querela per tale reato. Poiché la parte offesa aveva ritirato la querela, il reato è stato dichiarato estinto. La Corte ha applicato il principio della legge più favorevole all’imputato, rideterminando inoltre la pena per un’accusa residua di porto abusivo di oggetti atti ad offendere.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità a Querela: La Cassazione Annulla Condanna per Danneggiamento

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha messo in luce gli effetti della Riforma Cartabia, in particolare riguardo alla procedibilità a querela per il reato di danneggiamento aggravato. Con la sentenza n. 23745 del 2024, la Suprema Corte ha annullato una condanna, applicando una nuova normativa più favorevole all’imputato e confermando un principio fondamentale del nostro ordinamento: la retroattività della legge penale più mite, anche quando riguarda aspetti procedurali.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Ferrara e parzialmente riformata dalla Corte di Appello di Bologna. L’imputato era stato riconosciuto colpevole dei reati di danneggiamento e di porto abusivo di oggetto atto ad offendere. La pena era stata fissata in sette mesi di reclusione.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione lamentando, tra le altre cose, il mancato riconoscimento dell’attenuante per l’avvenuto risarcimento del danno, testimoniato anche dalla remissione della querela da parte della persona offesa. Il ricorso sollevava anche una questione sulla procedibilità d’ufficio per il danneggiamento di cose esposte alla pubblica fede.

La Riforma Cartabia e la Procedibilità a Querela

Il punto cruciale della vicenda risiede nell’intervento legislativo avvenuto con il D.Lgs. 31 del 2024, un decreto correttivo della cosiddetta Riforma Cartabia. Questa nuova norma ha modificato l’articolo 635 del codice penale, introducendo la procedibilità a querela anche per il danneggiamento commesso su cose esposte per necessità, consuetudine o destinazione alla pubblica fede.

In precedenza, tale reato era procedibile d’ufficio. La modifica ha allineato il regime di procedibilità a quello già previsto per il furto aggravato nelle medesime circostanze, eliminando una disparità di trattamento considerata ingiustificata.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Danneggiamento

La Suprema Corte ha preso atto della novità legislativa e della sua immediata applicabilità al caso di specie. Poiché durante il processo era intervenuta la remissione della querela da parte della persona offesa, i giudici hanno dovuto applicare il principio secondo cui le modifiche più favorevoli al reo, anche in tema di regime di procedibilità, hanno effetto retroattivo.

Di conseguenza, il reato di danneggiamento è stato dichiarato estinto. La sentenza di condanna è stata annullata senza rinvio su questo punto, chiudendo definitivamente la questione per l’imputato.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando precedenti giurisprudenziali che consolidano il principio dell’applicazione della norma sopravvenuta più favorevole. La modifica introdotta dal D.Lgs. 31/2024 era finalizzata a sanare un’evidente incongruenza normativa. Se per il furto di un bene esposto alla pubblica fede era richiesta la querela, non era logico che per il suo semplice danneggiamento si dovesse procedere d’ufficio. Con l’avvenuta remissione della querela, il presupposto per l’azione penale è venuto meno, imponendo alla Corte l’obbligo di dichiarare la non procedibilità dell’azione e, di conseguenza, l’estinzione del reato.
Per quanto riguarda il reato residuo di porto abusivo di oggetto atto ad offendere, la Corte ha esercitato il potere, conferitole dall’art. 620 lett. l) del codice di procedura penale, di rideterminare direttamente la pena, ritenendo superfluo un rinvio al giudice di merito. La pena è stata così convertita in una sanzione pecuniaria di 800 euro di ammenda.

Le conclusioni

Questa sentenza rappresenta un’importante conferma degli effetti pratici della Riforma Cartabia e dei suoi successivi correttivi. Sottolinea come una modifica al regime di procedibilità possa avere un impatto decisivo sui processi in corso, portando all’estinzione di reati per i quali, in passato, l’azione penale sarebbe proseguita indipendentemente dalla volontà della persona offesa. La decisione riafferma la centralità del principio del favor rei (favore per l’imputato) non solo per le norme sostanziali, ma anche per quelle procedurali che, come in questo caso, ne condizionano l’esistenza stessa.

Una modifica legislativa che introduce la procedibilità a querela per un reato si applica anche ai processi già in corso?
Sì. La Corte di Cassazione ha affermato che il principio dell’applicazione della norma sopravvenuta più favorevole al reo opera anche con riguardo al regime di procedibilità. Pertanto, se una nuova legge rende un reato procedibile a querela, questa si applica anche ai giudizi pendenti.

Cosa succede se la querela viene ritirata per un reato che è diventato procedibile a querela solo grazie a una nuova legge?
Se la querela viene ritirata (remissione di querela), il reato si estingue. La Corte di Cassazione, come nel caso di specie, deve annullare la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato per non procedibilità dell’azione.

La Corte di Cassazione può modificare direttamente la pena per un reato residuo dopo aver annullato la condanna per un altro?
Sì, per le fattispecie contravvenzionali residue o quando non sono necessari ulteriori accertamenti di fatto, la Corte di Cassazione può rideterminare la pena direttamente ai sensi dell’art. 620, lett. l) del codice di procedura penale, ritenendo superfluo un nuovo giudizio di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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